«A Reggio scuole ed edifici comunali senza contatore dell’acqua», la denuncia di Veronese che parla di «truffa da 30 milioni»
Secondo il presidente dell’associazione Life, che ha elaborato un esposto inviato a Procura e Corte dei Conti, il danno peserebbe tutto sulle spalle dei cittadini. Il vicesindaco Brunetti non ci sta: «Affermazioni false»
Furto d’acqua pubblica, ripetuti falsi in bilancio, danni economici ai cittadini ipotizzabili per un ammontare di oltre 30 milioni di euro. Simone Veronese, presidente dell’Associazione Life, parla apertamente di truffa perpetrata da Palazzo San Giorgio ai danni della cittadinanza quando mette sul tavolo la questione: «Sedi istituzionali, scuole di ogni ordine e grado, uffici pubblici, palestre, stadi e cimiteri comunali sono sprovvisti di regolare contatore idrico». E nelle medesime condizioni ci sarebbero anche due presidi istituzionali di peso come Palazzo San Giorgio, sede del Comune, dove «è stato installato un contatore mai contrattualizzato» e anche il Comando della Polizia municipale che «è privo di contatore e contratto».
Una bella tegola per Falcomatà e soci, che tuttavia ha ereditato una situazione che affonda le radici nel tempo. Veronesi scomoda Italo Falcomatà per sostenere che dal 1996 «quando è entrata in vigore la legge» non si è provveduto ad istallare i contatori dell’acqua negli immobili riconducibili al Comune, e quindi che per 30 anni – in un periodo che ha visto alla guida di Palazzo San Giorgio, Giuseppe Scopelliti, Giuseppe Raffa, Demi Arena, la Commissione straordinaria e Giuseppe Falcomatà – si è messa in pratica «una gestione opaca e irresponsabile della cosa pubblica, in cui il sindaco in carica, attraverso un artificio contabile, non inserendo a bilancio costi reali per milioni di euro, ha falsificato la contabilità dell’ente, ottenendo irregolarmente l’uscita dal piano di rientro finanziario».
Veronese attribuisce così la responsabilità etica e morale all’amministrazione in carica che più volte, in particolare con il primo cittadino, ha bacchettato i reggini per l’uso, in alcuni casi sconsiderato, dell’acqua pubblica in un momento in cui l’intera regione soffre i disagi della siccità.
Nel corso della conferenza stampa di questa mattina Veronesi ha spiegato di essersi accorto che alcune scuole cittadine erano sprovviste di contatore, verificandolo anche nella “sua” scuola (la Pirandello di Santa Caterina) dove gli accessi erano facili da vedere. «Mi sono accorto anche quando venivano a fare manutenzione che non c'erano i contatori e quindi ho fatto un accesso agli atti a Sorical che dopo un mesetto mi risponde e mi dice che dovevo integrarla… parlo con la dirigente che nel frattempo mi dice che realmente c'erano dei problemi su Reggio Calabria e prendo carta e penna e scrivo alla Procura della Repubblica perché era evidente che i contatori non c'erano, e faccio un esposto alla Guardia di Finanza, alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti. Sorical mi risponde e mi dice che realmente i contatori non ci sono in buona parte delle strutture dell'ente comunale e inserisce agli atti anche una lettera che è indirizzata al sindaco il 27 marzo del 2025, dove invita a fare i contratti dell'acqua perché tutte le strutture dell'ente ad eccezione di uno, cioè l'ufficio comunale di Palazzo San Giorgio ha un contatore ma questo contatore non è regolarizzato cioè non è contrattualizzato. Addirittura ci dicono che la Polizia municipale cioè la struttura giudiziaria del Comune che dovrebbe per primo verificare gli abusi, soprattutto per i furti d'acqua sui cittadini, non ha il contatore».
Veronese sottolinea che nell'invito di Sorical si evidenziano due aspetti, il primo che l'ente nazionale alle Acque non sa che ci siano questi utenze e il fatto che la regolarizzazione di questa situazione di fatto potrebbe consentire una tariffa più agevolata.
Il presidente dell’associazione parla quindi di «responsabilità politica» puntando dritto il vicesindaco Paolo Brunetti che ha replicato subito alle questioni poste da Veronesi attraverso una nota stampa in cui sostiene che le somme del Comune non dovevano essere iscritte a bilancio: «È una cosa errata – tuona Veronese - perché ce lo dice la Corte dei Conti che lo devono mettere, ce lo dicono le sentenze, le leggi che ci sono, ma perché c'è una responsabilità? Perché Falcomatà dal primo momento nomina uno dei massimi esperti tributari, cioè un sottufficiale della Guardia di Finanza, all’idrico e lo mantiene per 11 anni. Quindi Brunetti è il massimo esperto che c'è in Italia, secondo me, perché uno che per 10 anni sta all’idrico come assessore e come delega, ha una responsabilità su questa cosa, perché non poteva non sapere, e se è stato imbrogliato da qualcuno oggi stesso vada alla Guardia di Finanza e dica io sono stato imbrogliato da questo funzionario, da questo dirigente che mi ha detto che non dovevamo mettere i contatori». Brunetti nella sua nota circa la denuncia di Veronesi ha parlato di «affermazioni false», affermando che il Comune valuterà azioni legali.
In conferenza stampa, l’ingegnere Benedetto Romeo ha evidenziato il profilo normativo della vicenda e senza scomodare le leggi nazionali si è rifatto alla modulistica utilizzata da Sorical per i nuovi allacci: «Come si può vedere nella modulistica che ho portato ed evidenziato c'è una casella proprio per spuntare l'ente pubblico che deve obbligatoriamente allacciarsi per installare dei contatori di acqua. Tra le altre cose anche Sorical nelle missive consegnate al professore Veronesi, e a seguito di accesso agli atti, allega una documentazione in cui dice all'amministrazione che bisogna allacciarsi, fare delle prove nel tempo per capire il consumo stimato, e tra l'altro evidenzia che non sono prescritti questi consumi ai sensi del regolamento del sistema idrico integrato, e nell'ultimo rigo dice pure che bisogna scrivere queste somme a Bilancio».