Anac boccia il bando rifiuti da 80 milioni a Catanzaro: troppi vincoli alla concorrenza, gara da rifare
Intervento dell’Autorità nazionale anticorruzione dopo le segnalazioni di alcuni operatori economici. Tra le criticità il requisito di un fatturato annuo di oltre 11 milioni nel triennio 2022-2024. Il Comune rifarà la procedura, Talarico: «Perso un anno, era cucito su misura per Sieco»
L’Autorità nazionale anticorruzione ha segnalato gravi criticità nella procedura di gara avviata dal Comune di Catanzaro per affidare il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani. Con delibera n. 284/2025, l’Anac ha notificato alla stazione appaltante – ovvero l’amministrazione comunale – un parere motivato contenente rilievi di illegittimità, che hanno portato l’ente a chiedere l’annullamento in autotutela dell’intera procedura.
Si tratta della gara pubblicata il 3 aprile 2025, per un valore complessivo di oltre 80 milioni di euro, destinata a regolare la gestione del servizio per cinque anni, comprensiva di proroga, revisione prezzi e affidamento di servizi analoghi. Tuttavia, alla scadenza del termine per la presentazione delle offerte, il 18 giugno 2025, era pervenuta una sola candidatura. Proprio questo elemento, sottolinea l’Anac, rappresenta un campanello d’allarme sull’effetto limitativo delle condizioni previste dal bando.
Le segnalazioni degli operatori economici
L’intervento dell’Autorità è avvenuto su segnalazione di alcuni operatori economici, che hanno contestato due aspetti principali: la richiesta, già in fase di gara, della disponibilità dei mezzi e delle attrezzature, pena l’esclusione, e il malfunzionamento della piattaforma digitale per la presentazione delle offerte. Dopo aver avviato l’istruttoria “in contraddittorio con la stazione appaltante”, Anac ha rilevato diverse violazioni rispetto ai principi di libera concorrenza e proporzionalità.
Tra le criticità individuate: il requisito di un fatturato specifico annuo di oltre 11 milioni di euro nel triennio 2022-2024; la cosiddetta “clausola territoriale”, che impone il possesso di un deposito nel Comune di Catanzaro già al momento della gara; l’obbligo di certificazioni di qualità e di disponibilità di mezzi e attrezzature, sempre in fase di candidatura. Tali condizioni, osserva il parere firmato dal presidente Giuseppe Busia, costituiscono “clausole, misure, o condizioni ingiustificatamente restrittive della partecipazione e, più in generale, della concorrenza”.
Una sola azienda aveva presentato offerta
Secondo l’Autorità, “la loro assenza, o diversa modulazione (quali requisiti premiali o di esecuzione), avrebbe consentito la partecipazione ad un maggior numero di operatori economici”. Il fatto che un solo soggetto abbia presentato offerta, osserva Anac, “dimostra plasticamente l’effetto limitativo della concorrenza della lex specialis a base della gara in esame”.
Per questo motivo, il Comune è stato invitato ad annullare in autotutela bando, disciplinare e atti collegati. In caso contrario, l’Autorità si riserva di impugnare la documentazione. “In sede di riedizione della gara – raccomanda il parere – si raccomanda di conformarsi alle indicazioni fornite”. Alla stazione appaltante è stato assegnato un termine di 30 giorni per adeguarsi, pena l’intervento diretto dell’Anac. E il Comune ha già annunciato che si adeguerà, annullando il bando e ripubblicandolo per inserire i correttivi proposti.
Il j’accuse di Talerico: «Gara cucita su Sieco»
La bocciatura arrivata dall’Autorità nazionale anticorruzione sul bando per l’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti urbani nel Comune di Catanzaro innesca un duro j’accuse da parte di Antonello Talerico. Il consigliere regionale di Forza Italia non usa mezzi termini per definire la condotta dell’amministrazione guidata da Nicola Fiorita, parlando apertamente di fallimento e “lezione mancata”.
«A distanza di oltre un anno dall’annuncio del nuovo bando per il servizio di raccolta rifiuti nel Comune di Catanzaro, ci ritroviamo con un nulla di fatto», scrive Talerico, definendo il giudizio dell’Anac «un atto formale, ma dal contenuto politico ed amministrativo pesantissimo, che attesta l'incapacità dell'amministrazione di Catanzaro e la poca trasparenza».
Per Talerico, l’intero impianto della gara appare costruito per escludere piuttosto che includere. «Un giudizio che, letto attentamente, descrive una gara pensata non per aprire il mercato, ma per chiuderlo. E per chiuderlo attorno ad un solo soggetto economico: la Sieco». È proprio l’unicità dell’offerta pervenuta a confermare, secondo il consigliere regionale, l’effetto distorsivo della gara.
Talerico punta l’indice contro requisiti considerati troppo selettivi e restrittivi: «Fatturato specifico richiesto per ciascun anno del triennio 2022-2024 pari ad oltre 11 milioni di euro: un tetto altissimo, difficile da giustificare, che taglia fuori molte imprese sane e capaci». Ancora più critica la “clausola territoriale”: «Richiesta di un deposito già attivo nel Comune di Catanzaro, misura che limita a monte l’accesso a operatori extraterritoriali».
E poi i requisiti tecnici, che secondo Talerico «appaiono sproporzionati, come la disponibilità preventiva di mezzi e attrezzature, oltre alla presenza obbligatoria di due certificazioni di qualità già in sede di gara». Il tutto, conclude, porta a una considerazione inevitabile: «Clausole, misure o condizioni ingiustificatamente restrittive della partecipazione e, più in generale, della concorrenza».
Nel mirino del consigliere finisce anche l’atteggiamento della Giunta. «Siamo dunque di fronte alla solita politica dell’annuncio a cui questa gestione marcata Fiorita c'ha abituati ed alla mancanza di responsabilità». Un’amministrazione, secondo lui, incapace di apprendere dagli errori: «Ciò che colpisce non è solo l’errore – che può sempre capitare – ma la ripetizione dell’errore, l’incapacità di apprendere, la mancanza di responsabilità».
Talerico critica apertamente la posizione del sindaco: «Il sindaco Fiorita, chiamato a commentare, si trincera dietro l’operato degli uffici comunali e accenna alla possibilità di annullare il bando “adeguandosi” all’Anac. Ma questa è una resa, non un gesto di responsabilità politica».
Le conseguenze, per il consigliere, sono gravi e concrete: «La verità è che ci troviamo davanti ad un danno oggettivo per la città: si è perso tempo prezioso, si è congelato un servizio essenziale, si è trasmesso all’esterno il messaggio peggiore possibile, quello di una città dove le gare si fanno su misura e la concorrenza è un principio teorico».
Talerico conclude con un monito e un auspicio: «Quando un bando pubblico diventa un vestito su misura, non siamo più nell’ambito del diritto, ma in quello del privilegio. E dove c’è privilegio, non c’è più interesse pubblico». Poi, un appello alla trasparenza vera: «Se davvero il Comune di Catanzaro vuole dimostrare di avere a cuore i principi di legalità e trasparenza, questa è l’ultima occasione per farlo». Ma, affonda infine, «per Fiorita e Capellupo va tutto bene. Andrà tutto bene».