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19/09/2025 ore 16.48
Politica

Anche a Catanzaro in piazza per Gaza: «Ogni vita umana conta, basta guerra. Italia e Europa rompano il silenzio»

Sul lungomare del capoluogo calabrese la mobilitazione promossa da Cgil, Anpi, Arci e Libera per chiedere la fine dei bombardamenti se l’apertura di corridoi umanitari. Il segretario della Cgil Area Vasta, Enzo Scalese: «Serve una pace giusta, non subordinata a interessi strategici o economici»

di Bruno Mirante

Manifestazione in solidarietà del popolo palestinese sul lungomare di Catanzaro. La mobilitazione è stata organizzata dalla Cgil insieme ad Anpi, Arci e Libera per chiedere al governo di schierarsi in modo chiaro contro la logica della guerra.

In tutta Italia, inoltre, il più grande sindacato confederale italiano – oltre ad essere presente sui territori con presidi e mobilitazioni - ha indetto due ore di sciopero e/o assemblee nei luoghi di lavoro.

Lo sciopero si inserisce nel solco delle mobilitazioni a sostegno della Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria internazionale diretta verso Gaza, e intende denunciare quella che i promotori definiscono «una catastrofe umanitaria senza precedenti», aggravata dal blocco totale degli aiuti e dal rischio concreto di attacchi militari contro le navi della flotta solidale.
 

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«Si tratta di un momento pubblico di mobilitazione e testimonianza per chiedere l’immediata cessazione delle operazioni militari che continuano a colpire indiscriminatamente la popolazione civile, l’apertura urgente di corridoi umanitari e il pieno rispetto del diritto internazionale», ha spiegato il segretario generale della Cgil Area vasta, Enzo Scalese.

«Di fronte a ciò che sta accadendo a Gaza non possiamo restare in silenzio. Siamo in piazza perché ogni vita umana conta, perché la distruzione di quartieri interi, la morte di civili, bambini, medici, operatori sanitari e la devastazione delle infrastrutture sono ormai un dramma che travalica i confini – ha sottolineato ancora Scalese -. È necessario che l’Italia e le istituzioni internazionali si schierino in modo chiaro: basta con la logica della guerra, basta con la logica della forza. Serve una pace sostenibile fondata sul rispetto dei diritti umani, del diritto internazionale, una pace che non sia subordinata a interessi strategici o economici. Medicina, cibo, casa, libertà: non sono beni negoziabili».