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20/09/2025 ore 12.27
Politica

Antoniozzi (Fdi) replica a Graziano: «Spiace rispondere ad attacchi personali, tirato in ballo anche mio padre»

Il vicecapogruppo di FdI alla Camera al consigliere regionale uscente: «Mi fa piacere che oggi riconosca che Sandro Principe è un leader dopo averlo pubblicamente attaccato»

di Redazione Politica

«Mi spiace tanto dover rispondere ad attacchi personali. Ma, diceva Sandro Pertini, a brigante brigante e mezzo. L'ex generale Graziano mi accusa di trasformismo tirando addirittura in ballo mio padre. Ora, è possibile che possa attaccare me ma mio padre non entra nel livello politico che gli compete». Lo scrive il vicecapogruppo di FdI alla Camera, Alfredo Antoniozzi, rispondendo al consigliere regionale uscente.

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L’esponente di Fratelli d’Italia aggiunge: «L'ex generale, definito da Sandro Principe: “Generale di Camigliatello e al massimo un sergente" in un dibattito sulla città unica paragona FdI ai postfascisti. Con i quali è stato in maggioranza quattro anni. Mi fa piacere che oggi riconosca che Sandro Principe è un leader dopo averlo pubblicamente attaccato. Dopo avere, insieme ai postfascisti, presentato la proposta di legge di quella che Sandro considerava, ingiustamente, un'annessione. Che oggi cerchi i voti dei rendesi è un po' come se Netanyahu cercasse il consenso dei palestinesi. Queste volgarità da caserma, come direbbe Sandro Principe, mi intristiscono. L'ex generale non si preoccupi di me. Io non l'ho mai attaccato sul piano personale».

«Oggettivamente cercare i voti dei rendesi di sinistra è un azzardo ma è una cosa che non mi riguarda. Cristianamente perdono l'ex generale Graziano ricordando, come diceva Andreotti, che porgere l'altra guancia è doveroso ma Dio di guance ce ne ha fatte una sola. Mi rimane solo il rimorso di pensare come abbia fatto questo consigliere a stare quattro anni insieme ai postfascisti e a dire sempre di sì. A Principe la mia stima sperando che questa campagna elettorale non incrini i nostri rapporti di amicizia. Gli stessi che hanno portato solo il sottoscritto a difenderlo quando la Cassazione ha annullato la sua assoluzione e a rallegrarsi per l'assoluzione di Reggio. Sandro è di un altro livello e sa che la politica esclude le tribalità e l'arroganza. E spero vivamente che la sua tradizione non si mischi a specialità paesane. Soprattutto per il futuro di Rende che ha bisogno di concordia e di condivisione. E sono certo che l'on Principe comprenderà».