Assessori, sottosegretari e Statuto: scontro su metodo e costi in Consiglio regionale ma il voto notturno premia il centrodestra
L’Aula si divide su tutto. La maggioranza parla di «adeguamenti tecnici», per l’opposizione si tratta di «scelte politiche» e per il M5S non saranno a costo zero. Pd, Democratici progressisti, Casa riformista e Tridico presidente: «Troppa fretta di cambiare, non sono queste le priorità dei cittadini»
Via libera a tutte le proposte della maggioranza, nessun rinvio (lo aveva chiesto la consigliera regionale di Casa riformista Filomena Greco) e nessun passo indietro, né sull’aumento da 7 a 9 componenti dell’organico della Giunta regionale (con l’aggiunta di due sottosegretari), né sulle modifiche allo Statuto. Al termine di una seduta chiusa oltre l’una di notte, la nuova architettura istituzionale della Calabria è pronta.
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Il relatore Domenico Giannetta (Forza Italia) ha presentato il provvedimento come un aggiornamento necessario per allineare lo Statuto alla normativa nazionale, che permette alle Regioni sotto i due milioni di abitanti di aumentare il numero degli assessori. Una scelta definita “tecnica”, priva di impatto sul bilancio e in linea con quanto già avvenuto in altre Regioni per quanto riguarda la figura dei sottosegretari.
Secondo la maggioranza — con interventi di Polimeni (FI), Orlandino Greco (Lega), Pitaro e Rosa (Noi Moderati), oltre a Brutto (FdI) — l’ampliamento della Giunta rafforza la rappresentatività della coalizione e migliora i meccanismi di governo della Regione. L’introduzione dei sottosegretari è descritta come uno strumento organizzativo “moderno e flessibile”, la cui disciplina sarà definita con una legge regionale ad hoc.
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Il provvedimento ha invece incontrato la ferma contrarietà dell’opposizione. Elisa Scutellà (M5S) ha parlato di un’iniziativa «inopportuna», avviata all’inizio della legislatura e motivata più da equilibri interni alla maggioranza che dalle esigenze dei cittadini. Secondo il Movimento, l’invarianza finanziaria è «poco credibile» e l’allargamento degli incarichi produrrà comunque costi aggiuntivi.
Ernesto Alecci e Rosellina Madeo (Pd), insieme a Filomena Greco (Casa Riformista) e Vincenzo Bruno (Tridico Presidente), hanno criticato soprattutto il metodo: assenza di un passaggio nelle Commissioni, mancanza di una discussione strutturata, rapidità dell’iter. Per l’opposizione si tratta di un intervento «affrettato», non giustificato da alcuna urgenza e potenzialmente destinato a ridurre gli spazi di partecipazione democratica, anche alla luce del provvedimento collegato che limita il ricorso al referendum.
Sul piano dei contenuti, le minoranze giudicano l’introduzione dei sottosegretari una scelta politica non prioritaria, che comporterà comunque spese e strutture aggiuntive, con funzioni non ancora definite. Bruno (Tridico Presidente) ha ricordato che la figura era stata abolita nel 2010 «per ragioni di razionalizzazione» e che la Calabria, in questa fase, necessita di investimenti nei servizi essenziali, non di nuovi incarichi.
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Oltre al merito, il fronte delle opposizioni ha insistito sull’irregolarità dell’iter.
Greco (Casa Riformista) ha contestato l’assenza del parere del Consiglio delle Autonomie Locali e l’impossibilità di prevedere un eventuale referendum confermativo, come stabilito dall’articolo 123 della Costituzione. Falcomatà (Pd) ha denunciato la «mortificazione del dibattito consiliare» per la mancanza di un percorso istruttorio in Commissione, mentre la consigliera Madeo ha collegato la modifica statutaria alla contestuale limitazione degli strumenti referendari, configurando un restringimento degli spazi democratici.
Le priorità della politica e quelle dei cittadini
Nella discussione sono intervenuti anche consiglieri che hanno richiamato l’attenzione sulle priorità del territorio.
Francesco De Cicco (Democratici Progressisti) ha sottolineato come l’Aula stesse dedicando tempo a questioni organizzative mentre molte comunità calabresi fronteggiano problemi quotidiani su acqua, case popolari e viabilità.
Giannetta, nelle conclusioni, ha ribadito che l’adeguamento dello Statuto è un atto “responsabile e necessario” per evitare conflitti interpretativi con la normativa nazionale e garantire stabilità istituzionale.