Sezioni
Edizioni locali
22/07/2025 ore 06.15
Politica

«Basta promesse, servono investimenti veri per salvare i piccoli borghi»: la battaglia di Santa Caterina sullo Ionio

Il primo cittadino Francesco Severino denuncia l'assenza di strategie governative e rivendica un modello basato su servizi, lavoro, cultura e integrazione. Una sfida quotidiana per evitare l’estinzione dei piccoli centri e garantire un futuro alle nuove generazioni

di Giuseppe Dell'Aquila

Santa Caterina dello Ionio, piccolo comune del catanzarese, con il suo centro abitato nell’entroterra conta ormai poco meno di duemila abitanti. Come tanti piccoli centri calabresi soffre il tema dello spopolamento verso le zone costiere, nonostante gli sforzi di rendere attrattivi i beni culturali presenti al proprio interno ed ogni tipo di sostegno attivo alla popolazione che lo abita.

A proposito del tema sullo spopolamento, che stiamo portando avanti per essere in prima linea sui grandi temi che riguardano i comuni calabresi e non solo, abbiamo chiesto al sindaco Francesco Severino come la pensa e cosa si può fare per fermare questa emorragia.

Cervelli in fuga dalla Calabria, continua l’esodo di giovani in cerca di futuro: in un anno 10mila hanno lasciato la regione

Sindaco, nel nuovo “Piano strategico per le aree interne” il Governo parla chiaramente di “spopolamento irreversibile. Lei crede che questo tema sia stato completamente abbandonato lasciando centinaia di comuni al loro destino?

«Il tema dello spopolamento delle aree interne è divenuto ormai una triste realtà che ci riguarda da vicino e non può più essere affrontato con mezze misure. Finora credo non sia stato fatto niente dal Governo. Servono investimenti strutturali, incentivi per chi resta e per chi torna, servizi essenziali garantiti e una visione a lungo termine. È fondamentale che il Governo e le Regioni affrontino seriamente questo problema insieme alle amministrazioni locali. Serve il contributo di tutti per correggere il tiro e invertire la rotta».

«Governo e Regione ci hanno voltato le spalle ma noi cerchiamo di fare il massimo», le strategie di Aprigliano per combattere lo spopolamento 

Voi come state vivendo questo momento? Com’è la situazione nel vostro comune?

«Di certo maggiormente i piccoli Comuni come quello che amministro, vivono un'emergenza demografica. Dal canto nostro stiamo cercando con ogni mezzo di favorire occupazione e garantire sempre maggiori servizi così da contrastare questo fenomeno ormai diffuso. Attraverso una programmazione vasta, attenta ed oculata, stiamo ripartendo dalla nostra storia, dalla nostra identità recuperando il patrimonio artistico culturale di Santa Caterina dello Ionio. Quello che amministro è un paese virtuoso che cerca di resistere grazie ad un lavoro ed una politica di ampio respiro, attuati in questi anni. La sfida è quella di riuscire a trattenere i nostri ragazzi speso in fuga da questa Regione per carenza di prospettiva. Ce la stiamo mettendo tutta!».

Esiste una formula di lavoro alternativo che potrebbe aiutare i piccoli centri interni in questa fase? La gestione dell’immigrazione legale ad esempio, potrebbe aiutare?

«Santa Caterina dello Ionio possiede una importante struttura di accoglienza che ospita un numero considerevole di cittadini extracomunitari. Una gestione intelligente e legale dell'immigrazione può essere una soluzione parziale al contrasto del fenomeno dello spopolamento. L’arrivo di famiglie straniere, infatti, per qualche anno ha permesso di tenere aperte scuole, sostenere l’economia locale e riportare vita in borghi che rischiavano l’abbandono totale.Naturalmente, perché questo modello funzioni, serve comunque un programma attento di integrazione.In aggiunta, per contrastare il fenomeno dello spopolamento, serve incentivare nuove forme di lavoro: dallo smart working previsto nei borghi, alle cooperative di comunità, fino alle filiere locali agroalimentari, culturali e turistiche. Nel nostro comune abbiamo esempi del genere che funzionano.

Se le aree interne muoiono, muore l’Italia intera: restare diventa l’antidoto contro una politica miope

I comuni andrebbero rilanciati, sostenuti, non lasciati andare. Come reputa il silenzio del governo che oggi guida la Regione Calabria?

Sono d'accordo, i comuni andrebbero rilanciati e sostenuti con azioni concrete, non con promesse o slogan. Serve una visione di lungo respiro, una programmazione che tenga conto realmente dei bisogni dei nostri paesi. Ahimè, stiamo ancora lavorando con le risorse della programmazione del 2018. E ciò è preoccupante, se lo si associa anche alle esigue risorse del PNRR.Servono fondi accessibili, snellimento della burocrazia e interventi in settori come sanità, scuola, mobilità e lavoro. Serve un cambio di passo.

Gli accorpamenti delle scuole, degli uffici e la chiusura delle strutture pubbliche hanno sicuramente contribuito a svuotare i comuni delle aree interne. Anche lei pensa che questo sia il frutto di una mancanza di un piano ben preciso dei governi degli ultimi decenni?

Sicuramente hanno contribuito a svuotare i comuni delle aree interne. Venendo meno i servizi, la popolazione residente vive dei disagi. Anche in questa direzione stiamo lavorando. Abbiamo voluto fortemente la sede del CPIA nel Centro Storico così come, presto sarà riaperto l'edificio scolastico con una nuova scuola di formazione provinciale. Anche nell'ambito della sanità, abbiamo rafforzato il presidio di continuità Assistenziale con una nuova struttura moderna ed efficace, dove si organizzano pure visite specialistiche. Valorizzare il territorio significa anche questo.

Questa fase di stallo, intanto, ha creato una sofferenza in tutti gli enti comunali sempre più in crisi. Come si può andare avanti in questa situazione?

È certamente una fase difficile con effetti drammatici per gli Enti che amministriamo.A ciò si aggiunga una situazione economico/finanziaria complessa. Andare avanti in questa situazione non è affatto semplice ed impone una rigorosa gestione delle risorse. Serve poi, come dico sempre, sinergia tra istituzioni, meno burocrazia, fondi accessibili e più fiducia nei sindaci, le vere sentinelle del territorio.

Lei crede nell’idea di accorpare i comuni, di fare le unioni dei comuni, favorendo le fusioni? In che modo percepisce il tema e quanto crede che questa ricetta possa funzionare specie in Calabria?

L’idea di accorpare i Comuni o favorire le fusioni non è sbagliata in assoluto. Santa Caterina dello Ionio fa parte dell'Unione dei Comuni, a cui sono delegate alcune funzioni come la riscossione dei tributi, la gestione dei servizi sociali o anche il servizio di Polizia Locale Associato. In questo periodo di difficoltà per gli Enti, questa soluzione rappresenta una boccata d'ossigeno. L'esperienza è certamente positiva e rappresenta una necessità. La strada è quella di mettersi insieme, evitare di isolarsi e cooperare a tutti i livelli.