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25/05/2025 ore 07.00
Politica

Calabria al voto, Rende e Lamezia valgono più di un sindaco: è l’antipasto delle Regionali

La maggioranza di Occhiuto chiamata alla riscossa dopo aver perso tutte le elezioni territoriali più importanti, nonostante l'aplomb del presidente non può permettersi di perdere nei due centri più importanti. Nel centrosinistra i soliti distinguo del M5s si uniscono alle fibrillazioni fra il Pd e i Socialisti

di Massimo Clausi

Dopo un mese di campagna elettorale, finalmente ci siamo. Oggi e domani i cittadini di 17 comuni, di cui quattro superiori ai 15mila abitanti (Rende, Lamezia Terme, Cassano All'Ionio e Isola Capo Rizzuto), saranno chiamati a scegliere il proprio sindaco e il relativo consiglio comunale.

Ovviamente è soprattutto sui quattro grandi comuni che si concentrerà l'attenzione degli osservatori per trarne senso politico anche se, è risaputo, le amministrative fanno storia a sè. Ci sono alcuni elementi, però, che vanno tenuti nella debita considerazione. Il primo è che queste amministrative arrivano a ridosso delle regionali che si terranno fra poco più di un anno. Per questo vengono definitivamente una sorta di elezioni di midterm all'americana. Centrodestra e centrosinistra sono chiamati dunque a battere un colpo e mostrare la loro presenza sui territori. Questo vale ancora di più per la maggioranza regionale che finora non ha brillato.

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Il centrodestra non può perdere a Rende e Lamezia

Ha perso tutti i capoluoghi di provincia e le grandi città come Corigliano Rossano, in teoria non potrebbe permettersi di perdere anche in due centri importanti come Rende e Lamezia Terme. In fondo sono poi i sindaci a fare da collettori di voti per la Regione e gestire, si sa, aiuta a vincere. Per questo il tentativo del presidente Roberto Occhiuto di chiamarsi fuori dalla contesa non sembra una strategia valida. L'imparzialità in nome della rappresentanza di tutti i calabresi non regge, anche perché Occhiuto prima di essere presidente della giunta regionale è anche dirigente politico di primo livello. Difficile che all'indomani di una sconfitta gli analisti non gli addebitino responsabilità.

Il discorso si fa più stringente se consideriamo appunto l'importanza del voto a Rende e Lamezia. La prima è sede della più antica università calabrese, un ateneo che spicca nelle classifiche scientifiche nazionali ed internazionali, che è riuscito ad attrarre scienziati di fama internazionale per la credibilità del Rettore Nicola Leone e per il progetto di fondo di trovare nuove applicazioni dell'intelligenza artificiale sulla medicina. Qui dovrebbe sorgere il nuovo Policlinico universitario, su cui Occhiuto punta molto e qui c'è un'area industriale, al momento poco sviluppata, che aspetta di poter ospitare un deciso trasferimento tecnologico dai cubi di Arcavacata al territorio. Non è un caso se Rende ha il secondo Pil pro capite fra le città calabresi.

L'altra grande città chiamata al voto è Lamezia Terme, sede dell'aeroporto più importante calabrese e nel tempo e per posizione geografica, diventata il vero e proprio centro logistico e direzionale della Calabria. Lamezia ha anche potenzialità turistiche ancora inesplose appieno. Le potenzialità che saranno aumentate anche dalla tanto discussa realizzazione degli studi di produzione audiovisiva nell'area dell'ex Sir.

Le fibrillazioni tra Pd e Socialisti nel centrosinistra

Insomma stiamo parlando di due città che hanno un peso specifico nella regione. Detto del centrodestra, bisogna guardare dall'alto lato. Il famoso campo progressista non è riuscito in diverse comunità a fare sintesi. Si schiererà compatto praticamente solo a Lamezia Terme e a Paola. A Lamezia solo la determinazione di Doris Lo Moro è riuscita a tenere unita l'alleanza, ma non i veleni interni della coalizione che sembrano ancora serpeggiare. Il leader del M5s, Giuseppe Conte, a Rende è stato chiaro. «Pur di non disperdere il nostro patrimonio di valori siamo disposti ad andare da soli, anzi anche a non partecipare proprio», ha detto ai giornalisti. Pur aggiungendo che ancora è presto per parlare di regionali.

Ma le fibrillazioni maggiori in questo campo si registrano fra il Pd ei Socialisti che in questa tornata elettorale sembrano aver trovato una nuova primavera dopo anni di abiura al garofano rosso. Il Psi schiera amministratori di calibro. Primo fra tutti Sandro Principe, che non ha certo bisogno di presentazioni, a Rende. Poi Giuseppe Aieta a Cetraro e Roberto Perrotta a Paola, ex sindaci dalle solide radici socialiste. Infine Carmen Gaudiano a Cassano all'Ionio in continuità con Gianni Papasso. Insomma almeno in provincia di Cosenza avanza un vento socialista.

Se tutti i candidati dovessero centrare l'obiettivo, con Franz Caruso che già governa Cosenza, potrebbero aprirsi le porte per la conquista della Provincia di Cosenza ed ecco che gli equilibri nel centrosinistra potrebbero mutare. Qualcuno dalle parti del Pd cosentino se n'è accorto e sono partite le fibrillazioni.

Insomma comunque vadano a finire queste in corso non sono semplici amministrative, ma l'antipasto delle regionali che verranno.