Calabria, Laghi propone contributi per la circoncisione rituale: 85mila euro all’anno per fermare le pratiche clandestine
Il consigliere regionale del gruppo Tridico Presidente traccia un nuovo quadro normativo sulla pratica che in Italia non è vietata: rimborsi fino a 712 euro e obbligo di esecuzione in strutture autorizzate per contrastare il ricorso a pratiche ad alto rischio
Una normativa regionale per regolamentare la circoncisione maschile non terapeutica dei minori, contrastare le pratiche clandestine e garantire condizioni di sicurezza sanitaria. È l’obiettivo della proposta di legge depositata dal consigliere regionale Ferdinando Laghi (Tridico Presidente), che punta a colmare un vuoto normativo e a offrire alle famiglie un percorso controllato e accessibile.
Il quadro normativo: tra libertà religiosa e tutela del minore
In Italia la circoncisione rituale, a differenza delle mutilazioni genitali femminili, non è vietata: rientra nella libertà religiosa tutelata dall’articolo 19 della Costituzione e nella libertà educativa dei genitori. Il Comitato Nazionale per la Bioetica la considera una pratica compatibile con il nostro ordinamento, purché eseguita da un medico e in condizioni di sicurezza.
Nonostante questo, ogni anno nel Paese si effettuano circa 11.000 circoncisioni. Di queste, secondo le stime riportate nella relazione illustrativa, circa il 35% avviene in modo clandestino, spesso in abitazioni private e senza adeguate condizioni igieniche, con un tasso di complicanze che può superare il 20%. Un fenomeno che riguarda soprattutto famiglie di origine araba, africana o asiatica e che è connesso a costi elevati nelle strutture private: da 250 a 1.500 euro.
Il modello calabrese: sicurezza sanitaria e contributi per le famiglie
La proposta di legge introduce percorsi regolati e un contributo economico regionale per rendere l’intervento accessibile e impedirne la diffusione in contesti non controllati. Il rimborso potrà arrivare fino a 712,32 euro — cifra che comprende l’intervento e due visite chirurgiche — ed è destinato ai minori tra 0 e 17 anni appartenenti a nuclei familiari con Isee inferiore a 30.000 euro.
Saranno ammesse solo le circoncisioni rituali, non quelle con indicazioni terapeutiche. L’intervento potrà essere eseguito in strutture pubbliche o private autorizzate, anche fuori regione, con documentazione fiscale regolare.
Una rete informativa per evitare il ricorso al sommerso
La proposta di Laghi prevede anche la promozione di campagne informative e percorsi di orientamento rivolti alle comunità interessate, in collaborazione con enti locali e associazioni. L’obiettivo è far conoscere le possibilità offerte dalla legge e, soprattutto, spiegare i rischi della pratica clandestina.
Il monitoraggio e i costi per la Regione
Nella relazione finanziaria viene stimato che ogni anno in Calabria circa 120 neonati maschi potrebbero essere sottoposti a circoncisione rituale. Da qui la quantificazione degli oneri annuali: 85.478 euro.
Il Dipartimento regionale Welfare dovrà pubblicare, secondo la proposta di legge, ogni anno un avviso, gestire le domande, redigere una relazione sull’attuazione della legge e proporre eventuali aggiornamenti dei contributi in base all’andamento delle richieste.