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22/10/2025 ore 13.08
Politica

Calabria, Occhiuto lavora alla nuova giunta: ecco cinque emergenze da cui ripartire

Necessario mettersi al lavoro per affrontare i problemi più importanti per i calabresi: lo spopolamento, la sanità, l’economia e il lavoro, l’ambiente e il futuro e il Mediterraneo

di Battista Bruno

Sta per nascere la nuova giunta regionale della Calabria. Dopo settimane di trattative, ambizioni personali da soddisfare, i soliti equilibri di partito da garantire. Sono scene di sempre, che non possono scandalizzare né meravigliare. Sono i momenti in cui si fa battaglia per potersi garantire un posto di potere, risorse da spendere, prospettive da immaginare.

Certo, oltre che alle lotte per il potere bisogna pensare alla Calabria. Perché i problemi sono sotto gli occhi di tutti, e si riassumono in cinque punti. Finito il racconto elettorale, da molto spesso sembravano pubblicità per vendere un prodotto, ora bisogna fare i conti con la realtà. Perché le condizioni della Calabria sono molto gravi. Si può far finta di non vedere e non capire. Si può far finta di immaginare le cose più belle giocando un po’ di illusione. Ma i temi rimangono tutti sul tappeto e tutti da affrontare. Proviamo ad indicarne qualcuno, senza avere la presunzione di sapere tutto.

Primo: lo spopolamento

La Calabria si sta svuotando. Non solo i borghi interni, ma anche i paesi della costa, le cittadine, perfino i capoluoghi. È un declino silenzioso, fatto di partenze quotidiane e di un senso di rassegnazione collettiva. Senza una strategia per fermare l’esodo, la regione rischia di scomparire socialmente prima ancora che demograficamente. Non è facile affrontare questo tema ma è assurdo far finta di nulla. Lo spopolamento di tali proporzioni che lascerà un segno drammatico, di carattere storico, come non si era mai.

Secondo: la sanità

Un sistema in ginocchio che non garantisce più il diritto alla cura. Ospedali in affanno, pronto soccorso al collasso, carenza di personale, servizi essenziali non più garantiti. Su questo tema non servono contrapposizioni politiche ma una responsabilità condivisa. Perché in Calabria si continua a morire aspettando un’ambulanza.Poi possiamo anche dire che sono migliorati alcuni punti, che si esce dall’emergenza decennale, ma il tema fondamentale rimane che sempre meno calabresi si curano, è sempre più calabresi sono costretti ad emigrare in cerca di una certezza e di una speranza.

Terzo: l’economia e il lavoro

Il tessuto produttivo è fragile, le imprese piccole e isolate, la burocrazia opprimente. I giovani se ne vanno, gli investimenti mancano, e chi resta spesso lo fa per mancanza di alternative. Senza un piano serio per il lavoro, nessuna politica di sviluppo avrà senso.

Quarto: l’ambiente e il futuro

I cambiamenti climatici stanno colpendo duramente l’agricoltura calabrese, tra siccità e piogge estreme. Ma dentro questa crisi si nasconde anche un’opportunità: quella di ripensare il modello produttivo, di puntare su energie pulite, turismo sostenibile, innovazione. E soprattutto a un nuovo modello di agricoltura. Perché se alcune zone sono ormai in evidente stato di desertificazione, nuove aree potrebbero essere interessate a un nuovo modello di produzione.

Quinto: il Mediterraneo

Occorre guardare al Mediterraneo non come a un confine invalicabile, ma come a una porta aperta verso le nuove economie che crescono. Per la prima volta l’Africa cresce in termini di Pil in maniera straordinaria, molti paesi stanno per entrare in una nuova fase, con un futuro finalmente diverso. Vi sono anche i paesi arabi del Golfo, che guardano all’Europa, guardano all’Italia e hanno avviato anche un’importante stagione di riforme. Un’economia che cresce ed una possibilità per la Calabria di essere veramente la porta dell’Europa. Non sono temi astratti ma sono i primi passi per il futuro che potrebbe riguardare in maniera molto positiva la Calabria. Ma per fare questo ci vuole un governo regionale che esca dalle solite piccole questioni locali. Importanti, ma che riguardano il presente, l’emergenza quotidiana. Non il futuro.

La nuova giunta potrà nascere come tutte le altre: tra spartizioni e compromessi. Ma questa volta non basterà governare l’esistente. La Calabria ha bisogno di una visione. E soprattutto di una scossa. Di un futuro.