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27/11/2025 ore 16.15
Politica

Calabria, ok all’assestamento in Consiglio: spuntano 10 milioni per l’Auditorium Calipari e 5 legati a un debito per la Cittadella

In manovra 79 milioni: risorse per ospedali, contenziosi e per la ricostruzione dopo il crollo a Palazzo Campanella. Ranuccio (Pd) attacca: «Manovra senza visione». Passa anche (tra le polemiche) la legge sulla tutela del patrimonio olivicolo

di Claudio Labate

È cominciato con la lettura di una riflessione sul rilevante e grave della violenza sulle donne il Consiglio regionale odierno. In tal senso il presidente Salvatore Cirillo ha inteso richiamare la legge regionale che, per volontà dell'assessore pro tempore Giusy Princi, ha previsto una dote economica di 10 milioni di euro per la parità di genere, Invitando tutti a mettere in atto azioni e comportamenti finalizzati alla lotta al fenomeno.
Subito dopo, in un Consiglio che ha disbrigato l’ordine del giorno in poco più di due ore. Si è proceduto alla presa d’atto delle dimissioni di Pasquale Tridico che ha scelto l’Europa quale postazione per continuare il proprio impegno a beneficio della Calabria, e contestualmente la surroga con l’ingresso in aula di Elisabetta Barbuto, candidata del Movimento 5 Stelle nella circoscrizione Centro.

Le manovre all’esame dell’aula

Si è poi passati velocemente a quello che è stato definito un «passaggio necessario» dal segretario questore del Consiglio Luciana De Francesco presentando l’assestamento preparato e firmato dall’Ufficio di Presidenza, che ha previsto l’utilizzo di una quota dell’avanzo 2024 per investimenti pari a 10 milioni di euro. La scelta arriva oggi, tenuto conto che i tempi di approvazione del Poc Calabria 2021-2027 (fondi destinati alla ricostruzione), previsti originariamente per il mese di marzo 2025, si sono prolungati ulteriormente, inducendo l’esecutivo a finanziare la spesa. Intanto a farsene carico è la giunta regionale che ha destinato – nel suo assestamento - oltre 10 milioni di euro per la ricostruzione dell’auditorium Calipari e delle pertinenze a Palazzo Campanella.
Una buona notizia per Giuseppe Falcomatà (Pd) che accoglie favorevolmente la destinazione delle risorse e quindi la ripartenza dell’iter per l’auditorium di Palazzo Campanella, ma chiede come mai si sono registrati questi ritardi, considerando che comunque sono passati almeno cinque anni da quel drammatico pomeriggio in cui si verificò il crollo che per fortuna non ha registrato né vittime né feriti.
Gli risponde il capogruppo azzurro Domenico Giannetta, ricordando la lunga indagine che ha caratterizzato il dopo crollo del luglio 2020. «Stiamo facendo un’operazione chirurgica per portare all’interno del Consiglio uno spazio e un simbolo di cultura per Reggio e per l’intera Regione». Filomena Greco si domanda che fine hanno fatto i fondi Poc che erano destinati alla ricostruzione e per questo annuncia il voto contrario.
Poi l’esame dell’aula si è concentrato sulla manovra di assestamento approntata dall’esecutivo che ha un valore complessivo di circa 79,4 milioni di euro per l'anno 2025. Le maggiori entrate sono da ricercare nell’utilizzo dell’Avanzo di amministrazione disponibile - per 52,7 milioni di euro – risultante dal Rendiconto 2024. Dal lato della spesa la manovra prova a garantire equilibri, nuovi investimenti ma anche l’estinzione di prestiti e spese “una tantum”, seguendo un preciso ordine di priorità.
Tra le scelte della giunta risaltano i 5,4 milioni per la condanna subita dalla Regione per l’accoglimento parziale da parte del Tribunale di Catanzaro della domanda proposta da “Regione Futura S.r.l. in liquidazione” per il pagamento di alcune riserve iscritte in relazione al contratto di appalto per la realizzazione della Cittadella, stipulato nel luglio 2006. Insieme a questi si provvederà anche alla copertura di passività potenziali derivanti dal contenzioso in materia sanitaria (sono 22 le vertenze aperte) per circa 4,5 milioni. Per quanto riguarda gli investimenti, la Giunta ha deciso, tra gli altri, di destinare 17,8 milioni di euro al finanziamento di interventi concernenti il sistema ospedaliero regionale, oltre ai 10 milioni per l’Auditorium Calipari.
Una manovra «senza visione ma buona per mettere pezze a vari buchi» l’ha definita Giuseppe Ranuccio (Pd), raccogliendo i rimbrotti di Orlandino Greco (Lega) e Marco Polimeni (FI), ai quali replica Elisa Scutellà (M5S) che rimette al centro il tema dei Tis e del lavoro. Da parte sua Angelo Brutto (FdI) ha parlato della manovra come il frutto di «una buona politica» da parte del presidente Occhiuto, ma anche dell’assessore al Bilancio Minenna. Al dibattito partecipano anche Riccardo Rosa (Noi Moderati) e Giuseppe Falcomatà.

Tutela del patrimonio olivicolo

Sulle "Modifiche e integrazioni della legge regionale 30 ottobre 2012, n. 48 (Tutela e valorizzazione del patrimonio olivicolo della Regione Calabria)" che ha lo scopo di aggiornare la normativa regionale per il settore olivicolo, «senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica», ha relazionato la consigliera di Forza Italia Elisabetta Santoianni. La necessità dell’intervento è dettata anche dalla grande rilevanza che riveste il settore nella nostra Regione che si piazza al secondo posto tra le regioni italiane produttrici di olio d'oliva, vantando un patrimonio unico con 33 cultivar autoctone. D’altra parte, oggi, «la coltivazione dell’olivo è più o meno estesamente presente in tutta la Calabria, dalle zone costiere – ha detto Santoianni - a quelle collinari e pedemontane dell’entroterra. La produzione ammonta a circa 1,6 milioni di quintali, pari al 21,2% di quella nazionale. Sono 1100 i frantoi calabresi censiti annualmente e sparsi in quasi tutta la regione, specialmente a Reggio Calabria».
Tre le misure si introduce la possibilità di estirpare alberi di ulivo (esclusi quelli monumentali) a condizione che la pianta estirpata sia sostituita con un nuovo impianto entro un anno, nella stessa azienda e con la stessa cultivar, o che sia effettuata una compensazione ambientale (pagamento di un importo al Fondo di valorizzazione del patrimonio olivicolo). Le disposizioni più restrittive in materia di estirpazione e gestione si riferiscono esclusivamente alle piante di ulivo monumentali, rafforzandone la protezione.
Disposizioni al centro dell’intervento critico di Ferdinando Laghi (Tp) che si è detto «inquietato» da alcune modifiche alla legge preesistente che sembrerebbero andare in direzione opposta alla tutela del settore e delle piante. Ma Laghi contesta anche l’urgenza di portare in aula una legge che meriterebbe un passaggio in Commissione, che però saranno formalizzate non prima del 5 dicembre prossimo.

In tal senso propone di ritirare il provvedimento anche per capire «qual è la posizione politica», mancando ancora la firma dell’assessore Gianluca Gallo. Sulla stessa lunghezza anche Ranuccio e ancora Greco, ma Falcomatà fa notare che «l’urgenza e l’importanza» perorata dalla maggioranza evidentemente tale non è «se in aula non ci sono né Occhiuto, nè Gallo». Ma la maggioranza forte dei suoi numeri approva la legge e chiude i lavori.