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04/08/2025 ore 15.37
Politica

Calo demografico, Baldino: «Il governo abbandona le aree interne ma occupa il potere»

La deputata del M5S: «Se ne discute in Parlamento non per i servizi essenziali, ma per risolvere il numero dei consiglieri e degli assessori regionali. E poi si abroga il divieto di porte girevoli: consentirà a chi esce dalla politica locale di entrare in società a nomina pubblica»

di Redazione Politica
Vittoria Baldino

«Finalmente il Parlamento affronta il tema del calo demografico, un problema drammatico soprattutto per le aree interne di tutte le regioni e della Calabria. Il guaio è che lo fa non per contrastare lo spopolamento o la rarefazione dei servizi essenziali, ma per risolvere il numero dei consiglieri e degli assessori regionali». È quanto dichiara in una nota la deputata del Movimento Cinque Stelle Vittoria Baldino, intervenuta ieri a Vaccarizzo per parlare di sanità e depauperamento dei servizi nelle comunità interne calabresi.

«Pensiamo ai rappresentanti, ma non ai rappresentati. Noi non siamo contrari alla flessibilità di alcune soglie, anche per quanto riguarda il numero dei consiglieri. Ma avremmo voluto vedere la stessa flessibilità quando si trattava di tenere aperti ospedali, scuole, presìdi territoriali. Invece, si va verso la desertificazione e l'abbandono di interi territori, con un governo che confessa candidamente di non poter far altro che "accompagnare" questo declino. Avremmo voluto che la strada tracciata per il numero dei consiglieri regionali fosse stata intrapresa anche per rafforzare i servizi sociali nei territori. Altrimenti rischiamo di avere rappresentanti senza popolo: questa è la spirale demografica che ci sta inghiottendo».

«Meno servizi ci sono, più aumenta lo spopolamento – spiega la deputata del M5S –. Se le soglie per il numero dei politici diventano flessibili, lo stesso principio deve valere per i servizi essenziali. La vita viene prima dei numeri, l'efficacia prima dell'efficienza. In questo contesto, l'autonomia differenziata grida vendetta: per le materie non Lep (livelli essenziali delle prestazioni), si continua a tagliare, a ridurre, a svuotare. E si scippano risorse proprio ai territori che avrebbero più bisogno di infrastrutture e servizi pubblici. E poi c'è una norma inaccettabile: l'articolo 2, che abroga il divieto di porte girevoli. Una scelta che consente a chi esce dalla politica locale di entrare direttamente in società a nomina pubblica. Qual è la necessità dietro questa scelta?», si chiede la parlamentare.

«Non certo la competenza, ma la convenienza politica. Perché alle prossime elezioni – chiosa Vittoria Baldino – i consiglieri trombati avranno bisogno di un posto sicuro. La logica è sempre la stessa: clientelismo e occupazione del potere, sulle spalle dei cittadini».