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12/05/2025 ore 06.15
Politica

Cambi di casacca in Parlamento, da inizio legislatura sono stati 59: Forza Italia guadagna 7 rappresentanti

Il calo dei numero di deputati e senatori e la solidità della maggioranza uscita dalle urne hanno ridimensionato il fenomeno. Ma i trasformisti resistono: per ora ne ha beneficiato la maggioranza. Tra gli ultimi casi anche quello della calabrese Giusy Versace

di Bruno Mirante

Dall’ottobre 2022 ad oggi, i cambi di gruppo sono stati in totale 59 e hanno coinvolto 50 parlamentari di cui 39 deputati e 11 senatori. Rispetto alle ultime 3 legislature si tratta di numeri significativamente inferiori. Nel precedente quinquennio infatti i riposizionamenti erano stati 464, mentre nella XVII legislatura si è toccato il record di 569. Per quanto la scelta in capo ai parlamentari, di cambiare collocazione politica sia del tutto legittima e rientri nelle prerogative costituzionali dei rappresentanti eletti dal popolo, questa dinamica viene spesso bollata come trasformismo sia dall’opinione pubblica che dagli stessi addetti ai lavori.

Questo perché in genere viene vissuta come un “tradimento” della volontà degli elettori. I quali si ritrovano spesso a scegliere un rappresentante che poi cambia schieramento dopo il voto. In molti casi passando anche dal centrodestra al centrosinistra e viceversa. Da quanto emerge dal monitoraggio pubblicato da Openpolis, rispetto agli ultimi anni il fenomeno si è significativamente ridotto ma non è scomparso del tutto e, anzi, entrando nella fase finale della legislatura con l’approssimarsi delle elezioni potrebbe riprendere di intensità. Un elemento che emerge dall’analisi dei dati è che a beneficiarne è stata la maggioranza, Forza Italia su tutti.

I motivi della riduzione: taglio dei parlamentari e maggioranza solida

I motivi di questa riduzione sono molto molteplici. Il primo e più evidente - rileva Openpolis - è che il numero dei parlamentari è diminuito rispetto al recente passato. Il fatto che i deputati e i senatori eletti siano passati da 945 a 600 infatti ha evidentemente inciso sul fenomeno dei cambi di gruppo. Un secondo elemento è sicuramente il fatto che dalle urne è uscita una maggioranza chiara che riesce a dare stabilità all’azione dell’esecutivo. Non c’è quindi bisogno, almeno nella fase attuale, di cercare convergenze diverse rispetto alle coalizioni che si sono presentate al voto. Un altro motivo che può aver contribuito alla limitazione del fenomeno - rileva l'analisi - è probabilmente l’adozione del nuovo regolamento del Senato che ha introdotto una serie di disincentivi. Non è quindi un caso - rileva Openpolis - che nel corso dell’attuale legislatura le variazioni di appartenenza si siano registrate in maggior parte a Montecitorio, dove queste contromisure non sono ancora state adottate.

Gli ultimi casi e la pratica di transitare dal Misto

La cronaca recente tra gli scranni del Parlamento è gravida di casi e segue una prassi consolidata e molto diffusa: quella di transitare dal Misto prima di scegliere la nuova casa politica. Annamaria Furlan, ex segretaria della Cisl, ha lasciato il Partito democratico per Italia viva. Aurora Floridia ha abbandonato il gruppo misto per il gruppo delle Autonomie. Giusy Versace è passata da Azione a Noi moderati, transitando per il misto. Anche Andrea De Bertoldi, ex Fratelli d’Italia, ha preso la via del misto per approdare alla Lega. E Davide Bellomo invece, è passato dalla Lega a Forza Italia. In totale sono 9 i parlamentari che nel corso dell’attuale legislatura hanno effettuato più di un cambio di gruppo. Ai casi già citati si aggiungono Aboubakar Soumahoro, Eleonora Evi, Isabella De Monte, Lorenzo Cesa, Luigi Marattin, Mariastella Gelmini e Mara Carfagna.

Il caso Gentile e il record di Forza Italia

Alla fine il saldo è chiaro. Sebbene i cambi di gruppo registrati all’inizio della legislatura, possono essere definiti “tecnici” e hanno riguardato in particolare la creazione in deroga del gruppo di Alleanza Verdi-Sinistra alla camera e Noi moderati, sia a Montecitorio che a Palazzo Madama, è interessante osservare come la coalizione di governo ne sia uscita rafforzata. I maggiori beneficiari del fenomeno nell’attuale legislatura sono stati i gruppi di Forza Italia che, tra Camera e Senato, hanno guadagnato 7 rappresentanti. Negli ultimi mesi poi è avvenuto un altro fatto che ha ulteriormente rafforzato la compagine azzurra.

Andrea Gentile, che in prima battuta era risultato non eletto, ha presentato ricorso chiedendo il riconteggio delle schede. La verifica ha dato ragione all’esponente calabrese che quindi è stato proclamato deputato. A farne le spese è stata l’esponente del Movimento 5 stelle Elisa Scutellà che è decaduta. Anche se non si tratta di un cambio di gruppo, con questo passaggio Forza Italia ha guadagnato un ulteriore seggio.