Caputo: «Tridico sa solo parlare. Le città capoluogo della Calabria da anni in mano al centrosinistra»
Il capogruppo di Occhiuto Presidente replica con ironia alle invettive dell’europarlamentare sui dati de “Il Sole 24 Ore”: «Sia il presidente che gli amministratori locali (e anche i sindaci di sinistra), sono sul “campo di battaglia” calabrese. Che comodità Bruxelles...»
«Ecco le ennesime, sterili polemiche del professor Pasquale Tridico, che sembra aver scoperto solo ora, o probabilmente da qualche settimana, le sfide storiche della Calabria, comodamente seduto dalla sua poltrona di eurodeputato a Bruxelles». Lo afferma in una nota Pierluigi Caputo, capogruppo in consiglio regionale del gruppo Occhiuto Presidente.
«I dati non mentono, è vero, ma vanno letti nella loro interezza e privi della faziosità di chi è abituato solo a fare la morale, senza mai mettersi in gioco veramente. Forse a Tridico sfugge, o fa finta di non accorgersi, che le principali città capoluogo della Calabria sono da anni, se non da decenni, a quasi esclusiva guida centrosinistra. Quindi, di quale scollegamento dalla realtà sta parlando? La realtà - evidenzia l’esponente forzista - è che mentre l'opposizione regionale punta il dito contro l’amministrazione Occhiuto, le loro amministrazioni comunali gestiscono quotidianamente i territori dove i problemi si manifestano con maggiore urgenza».
«Sia il presidente Roberto Occhiuto, sia i nostri amministratori locali (e anche i sindaci di sinistra), siamo tutti qui, in Calabria, sul “campo di battaglia”, a lavorare tra mille difficoltà per risollevare la nostra terra da decenni di inerzia e malagestione. E il professor Tridico, dov'è? Oltre a commentare i report altrui dai salotti di velluto di Bruxelles, qual è il suo contributo attivo e quotidiano per i calabresi?» si chiede sarcasticamente Caputo.
«La Calabria – conclude il consigliere regionale - non ha bisogno di personalità saccenti che diagnosticano problemi noti, ma di persone che offrono soluzioni e si assumono responsabilità concrete, non solo a parole. Pasquale... resta, torna, crediamoci».