Niente contributi da versare per chi assume a tempo indeterminato al Sud: l’emendamento di FdI alla Manovra
L’iniziativa dei senatori Zullo e Gelmetti riguarda i datori di lavoro privati e punta a «sostenere i livelli di crescita occupazionale nel Mezzogiorno». L’esonero dal 2026 al 2029
L'esonero dal versamento dei contributi previdenziali per i datori di lavoro privati che assumono lavoratori a tempo indeterminato nel Mezzogiorno. È quanto prevede un emendamento riformulato di FdI alla Manovra. La proposta, firmata dai senatori Zullo e Gelmetti, mira a «sostenere i livelli di crescita occupazionale nel Mezzogiorno e contribuire alla riduzione dei divari territoriali» e interessa i datori di lavoro privati, con esclusione del settore agricolo e dei contratti di lavoro domestico, che assumono nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna.
L'esonero vale per gli anni dal 2026 al 2029, riguarda i contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, con esclusione dei premi e contributi dovuti all'Inail e si applica ai datori di lavoro privati che non rientrano nella nozione di microimpresa o di piccola e media impresa. L'esonero non si applica ai soggetti che operano nei settori dell'industria siderurgica, carbonifera e della lignite, dei trasporti, esclusi i settori del magazzinaggio e del supporto ai trasporti, e delle relative infrastrutture, della produzione, dello stoccaggio, della trasmissione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche, della banda larga nonché nei settori creditizio, finanziario e assicurativo e nemmeno alle imprese che si trovano in stato di liquidazione o di scioglimento ed alle imprese in difficoltà.
L'esonero è riconosciuto a condizione che il datore «dimostri un incremento occupazionale netto» ed è riconosciuto e modulato in modo diverso anno per anno: dal 30% dei contributi per il 2026 scendendo progressivamente fino al 15% per il 2029.
Sarà un decreto del ministro del Lavoro, di concerto con il ministro per gli Affari europei e il Mef, a definire le modalità di accesso al beneficio, i criteri e le modalità di applicazione e di fruizione del credito d'imposta e dei relativi controlli. Gli oneri sono complessivamente valutati in 107 milioni di euro per il 2026, in 139 milioni per il 2027, in 116 milioni per il 2028. Viene quindi incrementato per le risorse necessarie il Fondo per lo sviluppo e la coesione per il periodo di programmazione 2021-2027. Vi concorrono anche le risorse disponibili del Fondo di rotazione per l'attuazione del Next Generation EU-Italia.