Cristallo: «Legittime le richieste del Pd a Falcomatà, fatico a capire alcune sue scelte che peseranno sulle amministrative»
La componente della direzione nazionale a gamba tesa nel dibattito regionale e sullo scontro tra il sindaco di Reggio e Irto si schiera col segretario: «Guai a gestire il partito in modo personale». Sul riposizionamento di Roma: «Nessuno a Montepulciano impallinerà Elly, il nemico è la destra»
La Calabria come Roma. A differenza dell’Urbe non ci sono eskimi da sfoggiare (e difendere) con orgoglio, perché il substrato dei notabili del Partito Democratico nostrano é tutt’altro che militante. Almeno nella stragrande maggioranza dei casi. Anche chi è molto sensibile ai temi più progressisti come la componente di direzione nazinonale Jasmine Cristallo, vive da tempo all’ombra del Colosseo, lontana dai tre colli del capoluogo di regione.
Il filo conduttore delle correnti che da Milano tocca Bologna, si annoda a Roma e risale pericolosamente nella rossa Toscana, per la precisione a Montepulciano dove è in programma la convention del cosiddetto “supercorrentone”, interessa anche alla Calabria. Dove i democrat hanno già le loro gatte da pelare. Ma di questo, entrando in profondità nei legami che animano i consiglieri regionali, ne abbiamo parlato in un altro articolo.
Cristallo, che succede nel Pd? Prima a Milano i cattolici-riformisti, ora a Montepulciano tutto il resto del partito. Vogliono impallinare Elly o farvi solo togliere l'eskimo?
«Nel Pd, che non è un partito personale, il confronto c’è sempre stato ed è il benvenuto. Oggi si svolge, dentro una cornice chiara: la guida della segretaria, che orienta il percorso programmatico con nettezza, responsabilità e una visione autenticamente unitaria. Basti pensare alla riuscitissima due giorni di confronto del Pd con gli amministratori locali tenutasi a Bologna. Un momento di confronto e di condivisione che testimonia la vitalità politica della nostra comunità e l’ampia partecipazione dei territori. L’alternativa al centrodestra, già corre sulle le gambe dei nostri amministratori e delle nostre amministratici».
Nel dna del Partito Democratico sembra che ci sia l'attitudine al litigio. La Calabria non fa eccezione. A Reggio Calabria c'è uno scontro fratricida. La spaccatura è clamorosa, in Comune come finirà?
«Lo so, la destra ha abituato tutti all’assenza totale di dialettica interna, non perché sia sinonimo di compattezza politica, ma perché organizzata secondo logiche di comando verticale e indiscutibile. Se un partito viene gestito “in famiglia”, tra sorelle, fratelli o cugini, i conflitti non emergono: c’è una sola linea, decisa dai capi e dal loro cerchio ristretto. Ribadisco: il Pd non è un partito personale. Non c’è un capo che impone la linea e tutti gli altri si adeguano. Quello che lei chiama “litigiosità” io la chiamo democrazia interna. A Reggio Calabria, ciò che viene strumentalmente definito “scontro fratricida” non è altro che una legittima richiesta di confronto e condivisione, proveniente da chi ha sostenuto e fatto crescere il percorso amministrativo di Giuseppe Falcomatà fin da quando fu eletto sindaco».
Entri nel dettaglio.
«Presentare questa richiesta come un atto di “lesa maestà” mette in luce una evidente carenza di cultura di partito e un eccesso di self‑focus. Succede se hai costruito la tua carriera politica come gestore di ruoli istituzionali, non come dirigente di partito. Chi ambisce a guidare processi politici importanti deve invece costruire leadership mature, includenti, rispettose delle regole e consapevoli della dimensione comunitaria del Pd. Mi auguro che dietro le scelte solitarie e avventurose (che molti in questi giorni hanno interpretato come ritorsive) ci sia in realtà una strategia più ampia, che personalmente fatico a intravedere, ma sarà un mio limite, e che guardi davvero al futuro della città. Dopo undici anni alla guida del comune più grande della Calabria, è chiaro e inevitabile che che l’esito delle prossime amministrative ricada in larga parte sulla continuità politica e su chi ha determinato le scelte dell’ultimo decennio e degli ultimi giorni».
Falcomatà oggi paga lo scotto della contrapposizione ad Irto o cosa? Abbiamo scritto, e lui ha ripreso la cosa sui social di riferimento con un interessante commento, che in Regione sarà un “soldato semplice”. Riduttivo per il sindaco degli ultimi 10 anni di Reggio Calabria, non pensa?
«Mi sottraggo a narrazioni dal sapore medievale di fantomatici duelli o tornei cavallereschi, che trasformano in spettacolo giornalistico una dinamica complessa. Non si tratta di scontri tra singoli, operanti tra l’altro su piani del tutto diversi, ma di un modus operandi con radici profonde, che non può essere banalizzato in contrapposizioni personali per alimentare gossip politico. Ho letto due virgolettati in un pezzo pubblicato da un giornale cartaceo che, a quanto mi risulta, non sono stati rettificati. L’obiettivo dichiarato di “andare a prendersi il partito” e l’espressione “il volto nuovo del partito deve avere la mia faccia” mi sembrano diametralmente opposti alla posizione del “soldato semplice” che lei cita. Rivendicare che il volto del partito debba coincidere con quello di un singolo significa disconoscere la natura costitutiva del Pd: una formazione pluralista, dove il cambiamento nasce dal confronto, non dall’imposizione proprietaria. Il rinnovamento non coincide con l’auto-investitura di un leader. Un partito si rigenera quando la leadership è servizio, non rivendicazione. Tutto il resto, per restare nello stesso registro semantico, è feudalesimo…».
Se Atene piange, Sparta non ride. A Cosenza 35 componenti dell'assemblea provinciale hanno lanciato un messaggio al segretario Lettieri, neo eletto, che non ha ancora composto la segreteria.
«Mi risulta che sia stata richiesta un’assemblea con i parlamentari calabresi del PD per discutere la legge di bilancio. Un confronto su questo tema è necessario per evidenziare i tagli agli enti locali, alla sanità e, più in generale, al Sud, valutando gli emendamenti e le proposte alternative che il PD sta avanzando in Parlamento. Il segretario Lettieri sta muovendo i primi passi per costruire una maggioranza con gli alleati in vista delle prossime elezioni provinciali, e gli auguro buon lavoro, certa che il PD di Cosenza saprà affrontare in maniera condivisa il percorso verso le nuove scadenze elettorali. Sono convinta che presto il segretario si doterà di una nuova segreteria: il nostro partito può contare su numerose risorse qualificate, tra amministratori e dirigenti, pronte a offrire un contributo concreto e competente».
A Cosenza tutto si intreccia con le Provinciali: ha letto l'intervista a Pappaterra?
Ha spaziato dal locale fino a... Montepulciano.
«Sì, l’ho letta, e temo che l’enfasi narrativa abbia preso qualche metro di vantaggio sulla cronaca. Mi riferisco, ad esempio, alla dichiarazione di Pappaterra secondo cui sarebbe stata Elly Schlein in persona a “scegliere” Mormanno. In realtà, la segreteria regionale ha agito in piena autonomia, e la proposta è venuta dal nostro responsabile regionale delle aree interne, Pasqualino Mancuso, a conclusione di un percorso politico sul tema, al quale la segretaria aveva semplicemente dato la disponibilità a partecipare, indipendentemente dal luogo. Sul piano nazionale, Pappaterra, presentandosi come un “riferimento della segretaria nazionale”, dipinge un quadro – per usare un eufemismo – piuttosto ansiogeno: correnti pronte a “condizionare la segretaria”, un PD nel “guado più difficile della sua storia”, logoramenti storici, segretari “bruciati” e una “dispersione di energie umane pazzesca”.
Cosa cerca di dirgli?
«Vorrei rassicurare Paolo rispetto a questa sua visione allarmata e segnalargli che la posizione del nazionale è diversa ed è stata chiarita da Igor Taruffi, responsabile dell’organizzazione del PD, che ieri su Repubblica ha chiarito come la segretaria abbia chiesto che l’iniziativa diventasse di tutta la maggioranza che la sostiene tanto che sarà lei a chiudere i lavori, smontando la presunta “minaccia” – costruita sulla narrativa giornalistica degli ultimi giorni – con un netto e sonoro: “Figuriamoci!”».