Dimissioni Occhiuto, il pentastellato Davide Tavernise: «Si è dimesso per un patto con Meloni e Salvini»
Il consigliere regionale M5S sostiene che la mossa del governatore calabrese è frutto di un accordo con i leader nazionali: «
È rimasto sorpreso dal fatto che, per la prima volta, il centrosinistra aveva iniziato a organizzarsi con un anno e mezzo di anticipo»
Roberto Occhiuto si è dimesso dalla carica di Governatore della Regione Calabria. La motivazione della decisione accreditata da qualcuno all’avviso di garanzia ricevuto dalla Procura di Catanzaro sembra non esserne la ragione. Anzi Occhiuto rigetta anche questa ipotesi dichiarando che "In un Paese civile nessuno deve dimettersi per un avviso di garanzia".
Restano però le ripercussioni, l'indagine della Procura di Catanzaro che, come ha dichiarato Occhiuto, ha "paralizzato l'attività della Regione" e che "nessuno si assume più la responsabilità di firmare niente".
Ecco la mossa a sorpresa, un annuncio affidato ai social, probabilmente anche programmato: dimettersi per sciogliere il Consiglio regionale e ricandidarsi subito dopo. L'obiettivo di Occhiuto è rimettere la decisione nelle mani dei calabresi convinto di riscuotere il consenso, puntando anche sul fattore sorpresa che potrebbe giocare a favore. Se i partiti della coalizione di centrodestra hanno in qualche modo confermato il loro sostegno, necessariamente da ufficializzare nelle prossime ore, le opposizioni hanno criticato la mossa.
Carlo Calenda, ad esempio, ha attaccato pubblicamente Occhiuto e il Partito Democratico ha parlato di una situazione di "subalternità politica e istituzionale".
In un'intervista rilasciata ai nostri microfoni, il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Davide Tavernise ha commentato la situazione con toni molto critici: «Si sta andando a ricandidare un Presidente indagato con il rischio che un mese dopo l’eventuale rielezione venga rinviato a giudizio, è la cosa più grave di questa questione».
Un’analisi sulla vicenda che ha provocato un vero terremoto politico: «Invece di aspettare che potesse uscirne pulito – continua il pensiero del politico pentastellato -, si è dimesso e si ricandida con l'inchiesta in corso. Entro novembre si sarebbe saputo l’esito con indagine archiviata o rinviato a giudizio».
Una critica forte circa il futuro ricco di nubi: «Se perde va bene, non c'è problema, ma se vince rischiamo di eleggere un Presidente e a novembre, dicembre, vederlo rinviato a giudizio con un processo a carico».
Secondo Tavernise, il procedimento di indagine da parte della Procura di Catanzaro non è l’unico o il principale motivo che lo ha spinto al gesto: «Lui (Occhiuto ndr) ha due cose che deve realizzare. La prima: è rimasto spiazzato dal fatto che il centrosinistra stava iniziando per la prima volta a organizzarsi un anno e mezzo prima, stavamo iniziando già a scrivere il programma.
La seconda: stava avendo problemi seri in maggioranza, soprattutto inerenti alla questione del Policlinico Universitario di Cosenza perché quelli di Catanzaro non lo volevano votare. A questo aggiungiamo che Calenda oggi (ieri ndr) lo ha attaccato pubblicamente, palese che quindi stava avendo un logoramento. A questo associamo anche la questione dell’indagine che ogni giorno, ogni settimana, ogni mese che passa lo indebolisce e quindi ha pensato “mi gioco l'obiettivo”».
La scelta del quasi ex Governatore della Calabria Occhiuto ha colto di sorpresa quasi tutti. Abbiamo chiesto a Tavernise chi abbia potuto condividere la scelta delle dimissioni: «Da nessuno se non dalla Meloni e da Salvini. I colleghi non sapevano niente, non sapeva niente nessuno, i consiglieri non sapevano niente. Per il 5 agosto era convocato un consiglio regionale e non c'era niente all'ordine del giorno su questa questione. L'ha fatto con l'appoggio dei leader nazionali, altrimenti non l'avrebbe mai fatto, l'ha fatto perché sa che è appoggiato da Roma».
L’accaduto ora apre scenari politici non di poco conto. Se da un lato c’è l’autocandidatura per il centrodestra, resta da aspettare per conoscere se sarà condivisa dallo schieramento e soprattutto da chi.
Intanto, concludendo, Tavernise si proietta già in clima di campagna elettorale: «Comunque noi siamo pronti, da domani siamo al lavoro, noi siamo già pronti». Le elezioni anticipate dovrebbero tenersi tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre, tutto dipende da quanto le dimissioni saranno ufficialmente ratificate. Intanto la Calabria si prepara a una nuova e inattesa campagna elettorale.