Durigon (Lega): «Rottamazione estesa, più sicurezza nelle città, nuove regole per gli scioperi: ecco le nostre priorità»
Tra i temi affrontati dal sottosegretario al Lavoro anche quello della flessibilità in uscita dal lavoro per favorire il ricambio generazionale e l’aumento dell’Irap alle banche. Ecco l’intervista
Mentre sale la tensione nel governo sui temi economici e sociali, abbiamo incontrato Claudio Durigon, vicesegretario nazionale della Lega e sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali nel governo Conte I e dal 2022 nell'attuale governo Meloni. Tanti i temi di stretta attualità che abbiamo affrontato.
Iniziamo dallo spinoso tema della rottamazione e delle misure fiscali.
Lei propone un ampliamento della rottamazione: quali criteri intendete modificare e quali effetti concreti vi aspettate per famiglie e imprese?
«Estendere la platea della rottamazione significa dare un respiro in più a tanti lavoratori, pensionati e imprenditori perbene che vogliono mettersi in regola con lo Stato. Non parliamo di evasori, così come vorrebbero far credere a sinistra, ma persone oneste e perbene che lavorano, che danno lavoro, che hanno dichiarato ma che per difficoltà economiche non sono riusciti a pagare quanto dovuto. Siamo convinti che l’ampliamento della platea sia un volano per la ripresa della nostra economia».
L’idea di neutralizzare l’aumento automatico dell’età pensionabile da gennaio 2027 è politicamente ambiziosa: quali risorse servono e dove pensate di reperirle?
«Il mondo del lavoro è in un cambiamento epocale, l’intelligenza artificiale ormai fa parte del nostro quotidiano e del mondo lavorativo. Siamo il paese con il più alto tasso occupazionale over 60. Per sostenere le nostre imprese serve un ricambio generazionale attraverso la flessibilità in uscita che deve essere considerata un investimento e non una spesa così come era stata immaginata dalla Fornero che con la sua riforma ha ingessato il mercato del lavoro. Dobbiamo pensare ai nostri giovani e agli oltre 350mila ragazzi che dopo esserci formati nelle nostre eccellenti università vanno a lavorare all’estero. Sono certo che anche i nostri alleati di Fratelli d’Italia e Forza Italia si convinceranno sul fatto che ridurre la disoccupazione giovanile, ancora molto alta, e permettere alle nostre imprese di assumere più giovani deve essere una priorità per il Paese».
La Lega spinge per aumentare l’Irap alle banche: qual è la logica economica dietro questa misura e quali risultati vi attendete nel breve periodo?
«La finanziaria di quest’anno è una manovra prudente con cui puntiamo a rientrare all’interno dei vincoli europei che impongono una spesa limitata. È giusto che le banche, che in passato hanno beneficiato di politiche governative, generando grandi profitti, adesso contribuiscano ad aiutare chi ha più bisogno. Parliamo di circa 4 miliardi con cui sosteniamo il ceto medio e il loro potere d’acquisto eroso dall’inflazione. Il mercato ha risposto positivamente. Prova ne è il fatto che i titoli bancari non hanno avuto nessun contraccolpo».
Passiamo al tema della sicurezza. Voi proponete un aumento degli organici delle forze dell’ordine: quanti agenti servono realmente e con quali tempi pensate di procedere?
«La sicurezza dei cittadini è sempre stata una nostra priorità. Stiamo lavorando ad un nuovo pacchetto di misure che dopo l’ultimo decreto fortemente voluto dalla Lega contribuirà a difendere i cittadini dai reati commessi nel nostro paese. Servono donne e uomini a presidio dei nostri territori, affinché le nostre città, le periferie, dopo l’insicurezza e il degrado è sempre più dilagante, siano più sicure e vivibili».
Lei parla di “stagione di insicurezza”: quali sono i dati che vi inducono a considerare urgente un intervento immediato?
«I reati segnalati nel 2024 sono stati 2,38 milioni, l’1,7% in più rispetto al 2023, in aumento del 3,4% sul 2019. Il 47,9% dei crimini nel 2024 è stato rilevato nelle 14 città metropolitane. Numeri che devono farci riflettere. Il centrodestra ha ottenuto un grande consenso proprio perché ha saputo trovare le soluzioni giuste al degrado e all’insicurezza. Salvini, anche da ministro dell’interno, ha dimostrato di saper lavorare per questo ed è quello che vogliamo continuare a fare».
Lei ha affermato che servono nuove regole sugli scioperi per evitare agitazioni convocate “ad hoc”: quali modifiche normative avete in mente?
«Lo sciopero è un diritto sacrosanto con cui che nella storia del mondo del lavoro sono state raggiunte importanti conquiste. Questo non vuol dire però bloccare un intero paese e impedire a tanti cittadini di muoversi e andare a lavorare per colpa di sciopero incontrollati, demagogici che alcune sigle sindacali usano per fare opposizione a questo governo. Allora è arrivato il momento di pensare a nuove regole che diano dignità ad uno strumento nobile svilito dal certi sindacalisti. Credo che comunicare qualche giorno prima l’adesione allo sciopero sia una misura giusta ed equa che va incontro a questa esigenza».
La proposta di ridurre il preavviso a tre giorni non rischia di comprimere un diritto costituzionale?
«Come le dicevo, lo sciopero serve a dare forza alle trattative sindacali. Manifestazioni che registrano adesioni sotto il 5% sono iniziative politiche che servono solo a creare disagi ai cittadini. Serve senso di responsabilità anche da parte dei sindacati che con questo tipo di atteggiamento non fanno certo gli interessi dei lavoratori».