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16/04/2025 ore 18.34
Politica

Edifici inagibili a Reggio, Falcomatà valuta la denuncia per procurato allarme: «Noi siamo già al lavoro»

Il primo cittadino ridimensiona la notizia lanciata dal consigliere di Palazzo San Giorgio Massimo Ripepi sui 24 immobili del Comune e rilancia: «Normative cambiate nel tempo, ci adegueremo»

di Claudio Labate

«La novità è che sono le 10 passate e ancora nessuno ha attribuito al sindaco la responsabilità del terremoto che c'è stato questa notte però, rimango fiducioso». Si affida all’ironia il sindaco Giuseppe Falcomatà dopo la notizia data in pasto ai media da Massimo Ripepi sulle criticità riscontrate nell’agibilità di diversi edifici comunali, paventando al contempo la loro totale chiusura.

A Reggio Calabria 24 uffici comunali inagibili, ci sono anche Palazzo San Giorgio e il Cedir: «Città paralizzata»

Già a poche ore dalla notizia l’amministrazione aveva in qualche maniera ridimensionato la denuncia del presidente della Commissione di Controllo e Garanzia, accennando gli step che sta affrontando Palazzo San Giorgio per far fronte alla gravità della situazione, per la quale è stata anche informata la prefettura. Intanto però, questa mattina, Falcomatà ha puntato l’indice non solo su Ripepi.

«La nota di ieri ha chiarito i toni allarmistici che invece sono stati portati avanti da altre comunicazioni che sono avvenute ieri e noi stiamo avviando intanto un procedimento disciplinare e una verifica di come queste notizie che dovevano essere riservate poi invece siano finite all'attenzione dei giornali. Peraltro – ha continuato Falcomatà - è curioso che siano state pubblicate delle notizie delle situazioni e degli immobili che non erano neanche all'interno della disposizione ma invece erano all'interno di una primissima documentazione che poi non ha avuto caratteri di ufficialità, quindi vorremmo approfondire anche questa situazione, dopodiché abbiamo chiesto all'avvocatura del nostro Comune di verificare anche la possibilità di una denuncia per procurato allarme, perché quando purtroppo la cittadinanza viene investita da queste comunicazioni destituite di fondamento, soprattutto se attengono a uffici pubblici e uffici che si relazionano con il pubblico, che sono il cuore pulsante della vita lavorativa della città, questo crea allarme, crea panico, crea dubbio anche su come organizzare la successiva giornata lavorativa».

Al di là dell’aspetto che attiene più che altro all’aspetto di “chi ha fatto cosa”, va capito come intende agire il Comune difronte a quelle prescrizioni che comunque rimangono.

«Noi siamo già al lavoro per risolvere problematiche che non nascono né con questa amministrazione né con le precedenti, sono situazioni che riguardano anche immobili storici del nostro comune, rispetto ai quali ovviamente le normative nel corso degli anni sono cambiate e noi lavoriamo con la tranquillità del caso per risolverle, senza creare problematiche alla cittadinanza. Mi dispiace che ovviamente queste situazioni poi vengano trasferite alla cittadinanza nelle forme nei modi e con la gravità che invece non hanno».