Regionali, Sestito (Tridico presidente): «Il nostro non è solo un programma, ma una visione di futuro»
Il candidato nella coalizione di centrosinistra illustra la sua idea di «Calabria ponte tra popoli, terra di innovazione, lavoro e pace, non più periferia dimenticata ma centro strategico d’Europa»
Siamo entrati nel vivo della campagna elettorale che porterà la Calabria al voto il 5 e 6 ottobre prossimo. Finora però il confronto ha offerto principalmente lo scontro tra due principali protagonisti candidati alla presidenza, Roberto Occhiuto per il centrodestra e Pasquale Tridico per il centrosinistra. Proviamo a dare voce ai territori e ai candidati nelle liste di tutti gli schieramenti. Abbiamo selezionato sei candidati dell’area centrale, ed abbiamo fatto loro cinque identiche domande. Ecco l’intervista al candidato Filippo Sestito, lista Tridico Presidente per Tridico Presidente.
Qual è stato l'elemento determinante che l'ha spinta a scendere in campo e candidarsi al Consiglio regionale? È Soddisfatto del progetto messo in campo dalla sua coalizione?
«Mi sono candidato perché la Calabria non può più essere ostaggio di clientele, compromessi e candidati sub iudice. La destra ha scelto l’irresponsabilità, io scelgo la dignità. Voglio restituire speranza ai calabresi, con un progetto onesto e innovativo come quello guidato da Pasquale Tridico. È di enorme importanza che Tridico sia riuscito a unire, in una coalizione ampia e plurale, dalle forze più radicali come Rifondazione Comunista fino a tutti i riformisti. Questa volta la Calabria sarà un laboratorio politico positivo per tutta l’Italia, in vista delle prossime elezioni politiche. Il nostro non è solo un programma elettorale, ma una visione di futuro: il Piano Calabria 2030, che guarda al Mediterraneo come grande opportunità. Una Calabria ponte tra popoli, terra di innovazione, lavoro e pace, non più periferia dimenticata ma centro strategico d’Europa».
Lei è candidato in una circoscrizione che ha al proprio interno tre province, quali sono per lei le emergenze che questo vasto territorio dovrebbe affrontare per primo? Cosa ha trascurato maggiormente quest'ultima legislatura?
«Le emergenze sono sotto gli occhi di tutti: sanità in ginocchio, infrastrutture da terzo mondo, ambiente devastato da bonifiche mai realizzate. Ma c’è un tema che non possiamo ignorare: la Calabria vive squilibri territoriali enormi. Tutta la fascia ionica, da Reggio a Crotone fino a Sibari, è indietro rispetto al resto della regione di quarant’anni, sia per infrastrutture che per servizi. L’ultima legislatura, guidata da Occhiuto, ha peggiorato questa frattura: ha relegato la Calabria centrale – Catanzaro, Crotone e Vibo – a ruolo marginale, rafforzando invece l’area di Cosenza e, in parte, di Reggio Calabria. Questo ha aumentato disuguaglianze e isolamento per intere comunità, condannandole a rimanere indietro rispetto a sviluppo e opportunità. Io credo invece che il riscatto debba partire proprio dai territori dimenticati, con investimenti concreti su strade, ferrovie, ospedali e scuole, e un’attenzione reale alla coesione territoriale».
Il dibattito politico si è immediatamente acceso su Sanità e Reddito di inclusione. La sua posizione su questi temi? Sulla Sanità, dal suo punto di vista, esiste un piano per renderla migliore? Oppure dobbiamo rassegnarci all'idea che questa vada sempre a peggiorare? Costruire ospedali non basta, così come dare la sola colpa ai predecessori.
«Non dobbiamo rassegnarci a una sanità che peggiora. Serve una rete territoriale forte, telemedicina, assunzioni vere e trasparenza totale. Per l’intera fascia ionica è indispensabile realizzare un nuovo ospedale hub a Crotone, moderno e funzionale, capace di servire centinaia di migliaia di cittadini che altrimenti, come già successo, rischiano la vita dovendo spostarsi per ore verso strutture realmente operative. La salute deve tornare a essere un diritto universale, garantito a tutti. Sul Reddito di dignità, io dico con chiarezza: non è assistenzialismo, ma uno strumento di dignità e protezione sociale. Va rafforzato e collegato a politiche attive per il lavoro e la formazione, dentro una cornice di sviluppo sostenibile. Una Calabria giusta non lascia indietro nessuno».
Aree interne, trasporti e turismo che non decolla: una regione che appare divisa e con distanze evidenti al proprio interno. Dopo anni di tante parole per andare da Crotone a Vibo si impiegano ancora 4 ore e l'aeroporto principale non ha collegamenti adeguati. È solo una mancanza di visione o è da rivedere come non disperdere le risorse che creano infrastrutture? La sua opinione a riguardo.
«Il problema non è mancanza di soldi, ma incapacità di spenderli bene. Per andare da Crotone a Vibo servono 4 ore: questo è un insulto al diritto alla mobilità. Aeroporti senza collegamenti, ferrovie obsolete, turismo ridotto a slogan. Ma la radice è chiara: la fascia ionica e le aree interne sono state condannate a un isolamento che ci fa vivere 40 anni indietro rispetto al resto della Calabria. Lo spopolamento dei paesi non è dovuto solo alla mancanza di lavoro, ma anche all’assenza di servizi, scuole, sanità e infrastrutture adeguate. Non può essere sufficiente promettere bonus o sussidi se manca tutto il resto. Noi diciamo basta sprechi: niente più Ponte sullo Stretto, ma concentrazione degli investimenti su ciò che serve davvero, come ferrovia jonica, Ss106, porti e aeroporti collegati all’Europa e al Mediterraneo. Solo così il turismo potrà diventare motore di sviluppo dentro una visione mediterranea, sostenibile e inclusiva».
Quali saranno le istanze più rappresentative che lei porterà all'interno dell'assise regionale se dovesse entrare in Consiglio?
«Le mie battaglie saranno chiare. Bonifiche e giustizia ambientale: chi ha inquinato deve pagare, i cittadini hanno diritto a vivere in territori sani. Sanità pubblica: basta viaggi della speranza, cure di qualità qui in Calabria, anche e soprattutto sulla fascia ionica e nelle aree interne. Lavoro, diritti e Reddito di dignità: salario minimo regionale, un piano per dare lavoro stabile e dignitoso, lotta al caporalato e al lavoro nero, misure a favore dell'occupazione femminile e giovanile, e un Reddito di dignità come strumento di protezione sociale e di inclusione. Infrastrutture moderne e servizi: superare gli squilibri che tengono la costa ionica e i paesi interni indietro di decenni, con strade, ferrovie, porti e aeroporti funzionali. Piano Calabria 2030: la visione più importante. Una Calabria che non si limita a sopravvivere, ma diventa ponte nel Mediterraneo, laboratorio di sviluppo sostenibile, innovazione, legalità e dignità».