Fi fa la voce grossa e ridimensiona Fdi (con Wanda Ferro ko) e Lega: ecco le sorprese in Consiglio e le esclusioni più clamorose
Gallo pesa quanto Noi Moderati (e più di Avs). La campagna acquisti della Lega lascia fuori Katya Gentile. Falcomatà sconfitto da Ranuccio ma entra a Palazzo. Vito Pitaro trascina Rosa che ha un decimo dei suoi voti. Sfide in famiglia: De Cicco batte Incarnato, Greco sconfigge Graziano, Scutellà lascia fuori Tavernise
Per Gianluca Gallo il dato finale dice 30165 preferenze: roba che neanche durante la Prima Repubblica, quando alle urne si andava in massa. Per capirci: la sua candidatura vale il 4% dell’elettorato, ha raccolto pochi voti in meno rispetto a Noi Moderati (tutta la lista su base regionale) e ne ha presi più di Avs (sempre in tutta la Calabria).
Un trionfo nel trionfo del centrodestra: su queste basi Gallo si propone come l’alter ego di Roberto Occhiuto, un vice in pectore che rischia addirittura di fare ombra politicamente al governatore, per quanto tra i due i complimenti reciprochi si siano sprecati nei giorni della breve campagna elettorale. I 30mila voti di Gallo trainano anche una delle new entry di questa tornata, Elisabetta Santoianni, consigliere comunale di Lungro e presidente di Aic (Associazione italiana coltivatori) Calabria.
Prima notazione politica: se qualcuno dei competitor interni di Occhiuto aveva intenzione di chiedere più spazio alla luce dei risultati elettorali, dovrà fare un passo indietro. Perché Forza Italia non arretra affatto: ha 11 consiglieri regionali d’area, più di tutta l’opposizione. Il buon risultato di Fratelli d’Italia, che ne ottiene quattro, non vale a lanciare un’Opa sul centrodestra. Tanto più che Wanda Ferro, sottosegretario all’Interno candidata secondo i commentatori più maligni proprio per limitare il governatore uscente, non arriva in posizione utile per entrare a Palazzo Campanella (o declinare l’invito). Antonio Montuoro la supera di circa 1500 voti e il secondo consigliere per Fdi scatta a Nord con Luciana De Francesco (dietro Angelo Brutto, dirigente del partito e riferimento sul territorio del senatore Fausto Orsomarso che incassa la vittoria interna).
Bene ma non benissimo anche la Lega. Salvini puntava a un risultato a doppia cifra: lo ha sfiorato (al Carroccio è andato il 9,4%) ma il numero dei consiglieri non è sufficiente a fare la voce grossa. Della campagna acquisti pre-elettorale beneficia Orlandino Greco, che supera Katya Gentile (che aveva abbandonato Fi per la Lega): il cognome resta al momento fuori dal Consiglio regionale e anche questo, a modo suo, è un risultato storico.
Occhiuto bis, Senese (Uil): «Un risultato eloquente: i calabresi chiedono continuità e coraggio»Non ai livelli di Gallo ma c’è un altro candidato che trascina il suo partito in Consiglio regionale. Senza Vito Pitaro, Noi Moderati sarebbe rimasto lontano dall’uscio di Palazzo Campanella: i suoi 11995 voti portano i centristi di Lupi nel Palazzo, addirittura con due seggi. Il secondo, per i dati riportati da Eligendo, andrà a Riccardo Rosa, già candidato alle Europee: in questa tornata ha preso un decimo delle preferenze di Pitaro.
Nella complessiva debacle del centrosinistra, il Pd propone due new entry: Rosellina Madeo, presidente del consiglio comunale di Corigliano Rossano, batte (e lascia fuori da Palazzo Campanella) l’ex deputata Enza Bruno Bossio; Giuseppe Ranuccio, sindaco di Palmi, vince la sfida interna con il primo cittadino di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà. Per il Pd, comunque, scatta il secondo seggio. Confermatissimo, invece, Ernesto Alecci, il più votato tra i dem con oltre 12mila voti.
Spunta la riconferma anche Ferdinando Laghi, rieletto dopo la prima esperienza (era tra i candidati a sostegno di Luigi de Magistris): assieme a lui, nella lista Tridico presidente, c’è Enzo Bruno, ex presidente della Provincia di Catanzaro.
Duello sul filo dei voti nel Movimento Cinquestelle: la spunta, per l’unico seggio, Elisa Scutellà, esclusa dal Parlamento dopo il ricorso elettorale di Andrea Gentile. Ne fa le spese Davide Tavernise che resta fuori dopo una legislatura regionale.
Altri due volti nuovi, per il Consiglio ma non per la provincia di Cosenza, arrivano da Democratici Progressisti e Casa Riformista. Sono Francesco De Cicco, assessore comunale a Cosenza, che tiene fuori dal Palazzo la collega Pina Incarnato. Vince la difficile sfida interna anche Filomena Greco, ex sindaca di Cariati che replica la buona performance delle elezioni europee e si piazza davanti a un peso massimo delle preferenze come Giuseppe Graziano. Italia Viva batte Azione ed entra in Consiglio. Ce ne sarebbe abbastanza per qualche punzecchiatura social tra Renzi e Calenda.