Fuga dei giovani, intimidazioni e sanità: le sfide per Lamezia Terme sotto la lente del sindaco Murone
Il primo cittadino a LaC Tv si è soffermato sul futuro dell’ospedale cittadino: l’obiettivo è quello di restituire alla struttura una centralità piena nel sistema calabrese della salute. Le speranze per lo sviluppo: «Recuperare i fondi persi grazie alla sintonia con la Regione»
Il viaggio tra i comuni calabresi, intrapreso da Dentro la notizia, sotto la guida di Pierpaolo Cambareri, ha fatto tappa a Lamezia Terme, città che da sempre occupa una posizione baricentrica nel corpo complesso della regione: baricentrica sul piano geografico, per la sua collocazione naturale di snodo, altresì sul piano economico e infrastrutturale, come luogo di transito, di scambio e di possibilità. Ospite della puntata (CLICCA QUI per rivederla) è stato il sindaco Mario Murone, chiamato a tracciare un primo bilancio dei suoi sei mesi di amministrazione, in un contesto non privo di tensioni ma attraversato da prospettive che aspirano a una ricomposizione più ampia.
Murone ha posto subito al centro del suo intervento una questione che, ormai, travalica i confini locali per assumere i tratti di un fenomeno nazionale: la fuga dei giovani. Creare opportunità per arginare l’esodo delle nuove generazioni è un impegno imprescindibile, ha sottolineato il sindaco, ma al tempo stesso non può gravare esclusivamente sulle spalle della pubblica amministrazione. È una sfida che esige una corresponsabilità diffusa, un patto implicito tra istituzioni e sistema produttivo. In questo senso, Lamezia Terme, ha rivendicato Murone, mostra una vitalità particolare: il tessuto imprenditoriale locale risponde, dialoga, si rende partecipe di un disegno che mira a trattenere talenti e competenze. Del resto, lo spopolamento giovanile non è una piaga che affligge soltanto la Calabria: emblematicamente, è la Lombardia a registrare oggi la più alta fuga di giovani, a dimostrazione di una crisi strutturale che investe l’intero Paese.
Il confronto non ha eluso i recenti e inquietanti episodi di intimidazione che hanno segnato la vita pubblica lametina. Cambareri ha ricordato come la reazione del sindaco e delle realtà sane del territorio sia stata immediata e compatta, dando luogo a una risposta corale che ha assunto il valore di un segnale politico e civile di grande rilievo. Una reazione forte, ha ribadito Murone, non solo come atto di difesa delle istituzioni, ma come messaggio indirizzato alla collettività: Lamezia non intende arretrare, né normalizzare ciò che normale non può e non deve essere.
Sul piano dello sviluppo, il sindaco ha insistito sulla necessità di creare condizioni di attrattività, capaci di rendere la città competitiva e desiderabile. In questa direzione, assume un peso specifico rilevante la sintonia politica tra la Regione Calabria e l’amministrazione comunale di Lamezia Terme. La condivisione della stessa compagine ha già prodotto effetti concreti, come l’apertura della Regione alla possibilità di recuperare fondi che in precedenza si erano persi, riattivando così margini di manovra che sembravano definitivamente compromessi.
Non meno centrale è il tema del decoro urbano e della qualità dei servizi, ambiti nei quali si misura quotidianamente la credibilità di un’amministrazione agli occhi dei cittadini. Murone ha scelto un registro volutamente diretto, quasi dimesso, per restituire il senso della questione: i cittadini, in fondo, vogliono “non avere la buca per strada”. E di buche, ha ammesso, Lamezia ne ha trovate molte. Alcune sono state colmate, altre no, non per inerzia ma per la dura realtà dei vincoli economici, che spesso impediscono di intervenire con la tempestività e la capillarità desiderate. È in questo spazio di frizione tra aspettative legittime e risorse limitate che si gioca una parte decisiva del rapporto tra amministrazione e cittadinanza.
Un altro nodo irrisolto riguarda la perdita di centralità del commercio, che Lamezia deve con decisione recuperare. Negli ultimi anni, ha riconosciuto il sindaco, il cuore commerciale della città si è progressivamente indebolito, smarrendo quella funzione aggregante e identitaria che storicamente aveva rappresentato un motore di vitalità urbana.
Alla domanda di Cambareri sulla necessità di creare un amalgama più stretto con i comuni della fascia lametina, Murone ha risposto evidenziando ancora una volta il ruolo propulsivo della Regione, che sta offrendo un sostegno determinante nel favorire una visione sovracomunale, capace di superare frammentazioni e campanilismi sterili.
Particolarmente significativa è stata la riflessione sulla sanità. L’ospedale di Lamezia Terme, ha ricordato il sindaco, è stato destinatario di investimenti importanti, i cui frutti stanno per giungere a compimento. L’obiettivo dichiarato è ambizioso ma non irrealistico: restituire alla struttura una centralità piena nel sistema sanitario calabrese, facendo della sanità non solo un servizio essenziale, ma anche un presidio di dignità e coesione sociale.
In chiusura, lo sguardo si è proiettato verso il 2026, anno che Murone auspica possa essere segnato da una rinnovata pace sociale. Un auspicio che va oltre il calendario e assume i contorni di una speranza collettiva: quella di una Lamezia capace di ricomporsi, di riconoscersi come comunità e di attraversare le proprie contraddizioni non come fatalità, ma come passaggi necessari verso una maturazione civile più profonda.