Gratteri: «Le riforme della giustizia rallentano i magistrati e favoriscono i delinquenti»
Il procuratore capo di Napoli a Otto e mezzo: «Tranne quella sulla cybersicurezza, le altre sono dannose». Poi replica a Fi che ha presentato un’interrogazione contro di lui: «Parlo di mafia nelle scuole dal 1989, non mi spaventano interrogazioni parlamentari o procedimenti disciplinari»
«Le riforme della giustizia che si stanno facendo servono solo a rallentare il lavoro dei magistrati. Tranne quella sulla cybersicurezza, non servono, sono dannose e favoriscono i delinquenti». Lo ha detto il procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri a Otto e mezzo su La7.
Gratteri ha poi raccontato che Forza Italia ha presentato un’interrogazione contro di lui: «Il viceministro Sisto si trovava a Torino con l’ex procuratore di Milano Bruti Liberati. Si rivolge a lui dicendo che è un gran magistrato che fa convegni di cultura, non come altri che vanno in televisione, riferendosi a me, facendo il mio nome solo il giorno dopo. Dice di non aver visto la mia partecipazione a Lezioni di Mafie come una cosa seria; lo hanno fatto altri tre magistrati prima di me e nessuno si è mai lamentato. Ma se Sisto ritiene che la mia partecipazione al programma danneggi la mia categoria, mandi un ispettore del ministero della Giustizia e che aprano un provvedimento disciplinare. Dopo che ho dato questa risposta, è stata presentata un’interrogazione parlamentare da Forza Italia che, appreso del programma Lezioni di Mafie, chiede al ministro di fare un accertamento e un’ispezione su di me per capire se potessi fare o meno il programma perché lesivo del prestigio della magistratura».
E ha aggiunto: «Parlo di mafia nelle scuole e nelle università dal 1989, ma nell’ultimo periodo è aumentato il nervosismo. Ho fatto la guerra in Aspromonte, sono stato nella foresta Amazzonica con le Farc, figuriamoci se mi preoccupo per un’interrogazione parlamentare o per l’apertura di un procedimento disciplinare».