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23/12/2025 ore 09.25
Politica

I due Roberto Occhiuto: a Roma fa il rivoluzionario, a Catanzaro si veste da conservatore (e conferma i manager)

Ai piani alti della Cittadella restano quasi tutti i vecchi dirigenti, gli stessi che alla fine della scorsa legislatura avevano paura di firmare le carte. Ma allora perché siamo andati a votare perdendo oltre quattro mesi di tempo, per di più mentre il presidente pensava già a un ruolo nazionale? 

di Massimo Clausi

Ci sono due Roberto Occhiuto. C'è quello che a livello nazionale organizza convegni per dare una scossa liberale al centrodestra , per imprimere una rivoluzione al perimetro politico della coalizione di Governo. C'è invece quello che in Calabria le rivoluzioni le annuncia, ma poi non le fa . Ci riferiamo alla recente nomina dei direttori generali della Cittadella.

Ricordate il luglio scorso? Occhiuto in un video annunciava la fine della legislatura. Non lo perché era preoccupato dall'inchiesta messa su dalla Procura di Catanzaro bensì perché avvertiva un clima di sfiducia attorno a sè. Parlava di una serie di dirigenti cui tremava la mano , che non firmavano nemmeno con una pistola puntata alla tempia. Ecco questo era il problema visto che l'inchiesta sarebbe certamente archiviata. Cosa che per ora non è avvenuta ma di cui siamo certissimi anche noi.

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Allora se queste erano le premesse era lecito aspettarsi una rivoluzione nelle stanze apicali della Cittadella. Invece niente di tutto questo. Sostanzialmente i dirigenti regionali sono rimasti quasi al 90% quelli di prima. Solo due hanno dovuto fare effettivamente le valigie. Il primo è Maurizio Nicolai, per il quale però si profila un ruolo in Sorical, e l'altro è Tommaso Calabrò. Per il resto tutto nel segno della continuità, con buona pace dei partiti della coalizione che magari avrebbero voluto dire la loro su nomine che incidono eccome sull'attività amministrativa. Anche sulla Film Commission, con la nomina di Giampaolo Calabrese a direttore generale, la scelta è sempre quella della continuità nonostante i dubbi avanzati nella scorsa legislatura dalla poca trasparenza della commissione.

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A questo punto la domanda, direbbe qualcuno, sorge spontanea: perché siamo andati a votare in fretta e furia? Perché Occhiuto ha imposto alla sua stessa maggioranza le elezioni immediate al punto che si sono bruciate tutte le tappe. Il risultato è che abbiamo perso oltre quattro mesi fra elezioni e nuovo assetto politico e amministrativo. La Calabria ne aveva bisogno?

I più maliziosi ne aggiungono un'altra di domanda: perché appena eletto presidente della giunta regionale Occhiuto si è lanciato in questo tentativo di scalata di Forza Italia? Un tentativo che il diretto interessato nega, ma che sembra nelle cose. Uno sforzo che certamente costerà ulteriori energie a un presidente che ha già voluto riservare per sé una serie di deleghe pesanti. Se aveva in testa questo ruolo di livello nazionale, perché ha voluto ricorrere al voto anticipato e farsi investire di un secondo mandato?