I primi quaranta giorni di Principe a Rende: «A settembre la fine del predissesto. Ora priorità alle emergenze»
Il neo sindaco della città incontra per la prima volta i giornalisti e spiega cosa è stato fatto finora e cosa si dovrà fare in futuro: «La macchina rendese poteva fare di più ma ha fatto molto meno. Da coltivare i rapporti con l’Unical»
«Ai miei tempi l’astensione significava un no al Governo e un sì al Programma». Ha aperto così l’incontro con la stampa il nuovo sindaco di Rende, Sandro Principe, con un riferimento al consiglio comunale. Il nuovo primo cittadino ha raccontato i primi quaranta giorni di Governo dalla nomina fino ad oggi. «Abbiamo aggredito subito le emergenze – spiega – e poi man mano faremo altro. Ci siamo incontrati con i responsabili di altri servizi, con l’Anas per spingere per lo svincolo di Settimo. Mi hanno assicurato che nella tarda primavera inizieranno i lavori».
Sandro Principe ha poi continuato. «Non ho il potere di dire ai mezzi pesanti “uscite a Taverna”. Il sindaco Faragalli, nei colloqui privati, non mi ha dato una negativa assoluta. Se all’altezza dello svincolo riusciamo a farla con Montalto bene, sennò abbiamo in testa un’alternativa interna migliore dell’attuale situazione». E ancora: «Siamo in campo per i servizi sociali, durante la conferenza dei sindaci di ieri abbiamo rinnovato il regolamento. Per quanto mi riguarda, come sindaco, penso di avere le idee chiare sui settori più urgenti».
Poi l’annuncio. «Daremo un occhio particolare alla famiglia. Stiamo cercando i fondi per un welfare che aiuti le nuove famiglie. Con l’assessore stiamo già lavorando per dare una risposta in questa direzione»
Sandro Principe: «Guardiamo con grande interesse all’Unical»
Sandro Principe poi volge lo sguardo verso Arcavacata: «All’Unical guardiamo con grande interesse ma sappiamo essere un momento di profondi cambiamenti. Cercheremo di stringere un rapporto profondo con un’ambizione enorme, ovverosia adottare quei giovani che vengono a Rende a studiare». Poi si parla di economia e attività: «L’economia moderna non deve prendere in considerazioni né solo il liberismo né solo lo statalismo. Noi siamo riformisti. Questo vuol dire essere radicati nei principi». Sguardo anche verso le donne, che «non devono essere messe in condizione di scegliere fra lavoro e famiglia»
Non manca ovviamente un riferimento al Centro Storico. «L’ho sempre privilegiato – ha spiegato Sandro Principe – e finché ci siamo stati noi è stato sempre così. Vogliamo fare un turismo che possa portare dentro diversi visitatori dal Nord Europa. Guardiamo al modello toscano. Punteremo sui negozi di nicchia».
Diversi gli interventi previsti, ma Sandro Principe non rinnega il trasferimento attuato anni fa. «L’attuale Municipio è insufficiente per il personale che c’è e che è in arrivo, figuriamoci se fossimo rimasti nel Castello dove ogni sei mesi l’INAIL minacciava la chiusura». Diversi però gli interventi previsti nel Centro Storico. «Ci saranno lavori sul Castello, su 800mila euro disponibili 500mila saranno destinati alla parte storica: 300mila euro destinati ad alberghi e B&B, quindi all’accoglienza, mentre 200mila saranno portati per negozietti di nicchia e simili». E poi il progetto prevede anche un minimarket, un bancomat («Parleremo con la BCC»), il lavoro al cimitero («le salme che non avevano trovato posto saranno messe a dimora»).
Principe colpisce i predecessori: «Non c’è stata programmazione, abbiamo perso il PNRR»
Sandro Principe sferza chi lo ha preceduto, in particolar modo sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. «Vi rendete conto di come abbiamo perso il PNRR? Con quei fondi sono state fatte due manutenzioni orrende di due piazze e poco altro. Avremmo potuto fare progetti nell’energia, nei rifiuti, nel sociale per milioni di euro. Di tutto questo non è stato fatto nulla, anzi, nel sociale l’assessore è già al lavoro. Per come la ricordavo io, la macchina Rende poteva fare di più ma ha fatto molto molto meno. Partiamo da qui, poi cercheremo di completare la macchina con componenti che possiamo aggiungere mano mano. Ci stiamo attrezzando per avere un periscopio che veda il tutto».
«L’assessora all’istruzione sta controllando le esigenze delle scuole. Le infrastrutture a Rende ci sono, non c’è solo l’Università. Un bambino che nasce a Rende può restare qui dal primo giorno di nascita fino a quando non diventa un cittadino laureato. Nel periodo Renzi sulla sicurezza è stato fatto un ottimo lavoro, spesso con cattivo gusto, debbo dire».
«A livello economico? Da quanto mi dice il dirigente, siamo in equilibrio. Ma è un equilibrio insufficiente. A settembre sarà certificata l’uscita dal predissesto perché la Corte dei Conti privilegia altre situazioni. Il problema è che le ambizioni di Rende e le necessità sono superiori a quella che è la situazione del bilancio. Non desta particolari preoccupazioni, ma non basta per quello che avremmo intenzione di fare».
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