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20/10/2025 ore 19.59
Politica

Il campo largo funziona ma svuota i 5 Stelle: l’analisi di Ghisleri e il caso Calabria

Continua il dibattito nel centrosinistra dopo i risultati altalenanti. Il parlamentare Riccardo Tucci difende la linea delle alleanze e invita a guardare ai numeri: «Che sia in solitaria o in coalizione, il nostro risultato non cambia». Ma Tridico accende la polemica interna

di Redazione Politica

L’analisi di Ghisleri, pubblicata oggi su La Stampa, lascia pochi margini di dubbio: il campo largo ha aiutato il centrosinistra a vincere in 18 occasioni su 30 tra il 2024 e il 2025 ma erode consensi per il Movimento 5 Stelle. Alleanza buona per primeggiare ma non per mantenere la base elettorale contiana, che spesso si orienta altrove.

Nelle competizioni locali, il Movimento 5 Stelle non ha mai superato l’8% (alle ultime Regionali in Calabria è arrivato al 6,4%) dei consensi, eccezion fatta per Campobasso, dove ha raggiunto il 10,14%. Si tratta di un dato significativo: l’elettorato grillino, quando si presenta in coalizione, tende a confluire verso i candidati del Partito Democratico o di Alleanza Verdi e Sinistra. La coalizione, dunque, rafforza il fronte progressista nel suo complesso, ma non il Movimento come forza autonoma.

L’unico vero successo dei 5 Stelle resta quello di Alessandra Todde in Sardegna. Tuttavia, la sua vittoria appare legata più alla forza personale della candidata che al peso elettorale del partito di Conte.

Il dibattito sul campo largo in Calabria

Il bilancio delle 39 tornate elettorali suggerisce una tendenza chiara: il M5S non sposta gli equilibri del centrosinistra, ma li segue. L’alleanza con il Pd garantisce visibilità e un ruolo ai tavoli di coalizione, ma al prezzo di una progressiva perdita d’identità e rappresentanza. Il campo largo, conclude l’analisi di Ghisleri, appare come un progetto che rafforza il Partito Democratico e mantiene in vita il Movimento solo come alleato necessario, ma non decisivo.

È uno dei temi politici del momento: il M5s si interroga se continuare nella strategia delle alleanze o tornare alle corse solitarie. In Calabria, dove la sconfitta pur annunciata di Pasquale Tridico è arrivata con proporzioni inaspettate, i leader del Movimento preferiscono vedere il bicchiere mezzo pieno. Lo fa Riccardo Tucci, parlamentare vibonese che prova a dare sostanza alla propria analisi con i numeri: «La prima domanda da porsi, nelle sfide che di volta in volta affrontiamo è: vogliamo partecipare per ambire a vincere e incidere sulla realtà o solo per fare testimonianza, puntando la bandierina? Dopo aver risposto a questa domanda vi chiedo di analizzare i risultati degli ultimi 5 anni alle elezioni regionali calabresi (2020, 2021, 2025). Come si evince, il risultato finale (con impercettibili variazioni) è sempre lo stesso (6,27-6,48- 6,43%), nonostante ci si sia presentati di volta in volta in formazione diversa (in solitaria, in alleanza con candidato governatore civico, in alleanza con candidato governatore politico)». Insomma, sia da soli (nel 2020 con candidato il docente Unical Francesco Aiello) che in coalizione (2021 con Amalia Bruni, 2025 con Tridico) il risultato in termini percentuali non cambia.

Tucci si domanda: «Alla luce di questi risultati quanto è fondato il racconto che l’alleanza ci faccia male? Quanto invece è probabile che le elezioni regionali e le amministrative dipendano da altri fattori, siano determinate, ad esempio, dai candidati che inserisci nelle liste e dalla presenza o meno di amministratori comunali che spingono nella tua stessa direzione? Dopo aver risposto a queste domande vi renderete conto che alcune argomentazioni, come quelle che rifiutano le alleanze, sono poco centrate e il solo parlarne non fa che disorientare chi ci osserva con una certa simpatia».

Le critiche di Tridico al centrosinistra calabrese

Un po’ di disorientamento nel Movimento emerge anche dopo la recente intervista in cui Pasquale Tridico ha commentato la sconfitta mettendo nel mirino la sua coalizione: «Non voglio essere troppo duro, ma i partiti di centrosinistra devono avviare una riflessione sul rinnovamento della loro classe dirigente, sull’apertura alla società civile, anche sulla necessità di creare delle figure che possano essere competitive. E un dato oggettivo che arriva dalle urne», ha detto.

Una bocciatura che riguarda le scelte dei partiti sul territorio, non l’idea di strutturare un campo largo tout court: «Credo molto in una coalizione progressista e popolare. La vicinanza ai territori e alla gente deve essere quasi “ossessiva”. Ciò che oggi ha perso il centrosinistra è proprio il contatto con il popolo».

Parole che non hanno sopito i malumori nella coalizione. Il Corriere della Sera riporta il commento di uno stellato che resta anonimo ma non è l’unico a non averla presa bene: «Ha fatto disastri, rappresenta la nuova classe dirigente e parla come se fosse un estraneo che passa per caso dopo la vittoria in Calabria».

Campo largo o no, nel centrosinistra ci sono ancora un po’ di questioni da chiarire. Non ultima la scelta che lo stesso Tridico ha rinviato alla prima seduta del Consiglio regionale: in quella occasione, il candidato annuncerà la scelta tra Palazzo Campanella e l’Europarlamento. Scelta che per molti appare scontata.