Il centrodestra va di fretta, Mancuso convoca il consiglio regionale per dopodomani: si potrebbe votare già il 28 settembre
Data più probabile il 12-13 ottobre ma tutto è possibile. La decisione prende di sorpresa tutti, anche nella maggioranza. Difficile che in aula manchi il numero legale, poi la legge prevede che si vada alle urne tra 45 e 90 giorni. Intanto il centrosinistra è ancora in alto mare e il quadro è cambiato dopo la nascita del polo moderato-riformista
Due giorni. La conferenza dei capigruppo ha deciso, si fa per dire, che il consiglio regionale che dovrà prendere atto delle dimissioni del presidente Roberto Occhiuto si terrà l’otto agosto prossimo alle 12. Una data che nessuno si aspettava, anche nei ranghi della maggioranza. Prima della riunione, infatti, circolava come possibile data l’’11 o il 12 agosto. La comunicazione del presidente del consiglio regionale, Filippo Mancuso, ha spiazzato un po’ tutti. Un segno più che evidente che il centrodestra o meglio il presidente Occhiuto vuole andare alle urne il prima possibile.
Lo Statuto prevede che dopo la presa d’atto delle dimissioni da parte dell’aula, le elezioni si possono tenere in un range che varia dai 45 ai 90 giorni. A questo punto la data del voto rientra in una finestra che va dal 28 settembre al 9 novembre.
Pare che Occhiuto abbia concordato la data del 12 ottobre con i leader nazionali della coalizione, ma a questo punto tutto è possibile. Anche una nuova contrattazione della data. Nei corridoi del consiglio comunque girava la voce che il decreto di indizione delle elezioni è già pronto. Questo accende nuove luci sulle dimissioni di Occhiuto che più passa il tempo più sembrano calcolate in ogni dettaglio.
Era lo scorso 21 luglio quando il consiglio, ad esempio, ha abrogato la legge regionale sulle primarie. Il motivo ufficiale è che questo strumento non era mai stato utilizzato da quando è entrato in vigore però teneva fermi qualcosa come seicentomila euro. Abrogare la legge significava liberare queste risorse per impegnarle altrove. Dove però non si è mai capito. Letta con gli occhi di oggi, questa abrogazione, ha tutt’altro senso. Le primarie, nel caso fossero state richieste, avrebbero allungato di altri sessanta giorni i tempi delle elezioni. Troppi per i piani di Occhiuto che vuole arrivare subito alle urne e spiazzare il centrosinistra, ma soprattutto anche i malpancisti della sua coalizione che adesso, volenti o nolenti, devono correre pancia a terra per sostenerlo.
Regionali, è divorzio tra Azione e Occhiuto. Graziano: «Lui ha rotto con noi. I liberal-riformisti proporranno dei nomi al centrosinistra»Difficile, infatti, che salti il numero legale in consiglio regionale. Forza Italia sarà presente compatta visto che gli assenti rischierebbero poi di non essere ricandidati. Qualche defezione potrebbe esserci fra le fila della Lega e Fratelli d’Italia, ma anche qui bisogna vedere quali sono le direttive nazionali.
In questo quadro il centrosinistra adesso ha i giorni contati per individuare candidato e programma. La nascita del blocco moderato-riformista ha cambiato le carte in tavola al punto che il tavolo fissato per venerdì potrebbe saltare. Sia per il precipitare degli eventi, visto che venerdì ci sarà pure il consiglio regionale, sia perchè oltre Socialisti e ItaliaViva ora c’è Azione che va invitata al tavolo. L’obiettivo dei moderati-riformisti è quello di presentarsi come forza federata che ha un peso elettorale maggiore di quello di Avs, ad esempio. Questo significa che anche loro hanno tutto il diritto di proporre un loro candidato. Magari uno dei due sindaci dell’area urbana cosentina.
Vedremo, il tempo è sempre più ridotto.