Il "correntino" di Licia e Roberto è servito: quasi un sesto dei deputati e un quinto dei senatori
Non va lontano dal flop la "prima" de "in Libertà", la kermesse azzurra contro Tajani e con Occhiuto sugli scudi
Stavolta Lotito non si appisola, non si addormenta così come fa per solito in Senato quando interviene il compagno di banco Mario Occhiuto. È più sveglio che mai alla "prima" della corrente "in Libertà", kermesse prenatalizia nata e ancora non cresciuta per fare le scarpe a Tajani. Un anno fa di questi tempi Lotito ha mangiato i cuddrurieddri cosentiti con Mario, a Roma. Il resto delle "prelibatezze" lo ha poi consumato a Cosenza, come è noto.
Oggi il patron della Lazio lo si è visto in prima fila a Palazzo Grazioli, è uno dei quattro senatori che ha risposto ovviamente sì all'appello. Presentissima la senatrice Ronzulli, hai visto mai. Suo sostanzialmente il retaggio e il livore della precedente corrente, oggi di fatto reintestata a Roberto Occhiuto. Cambia solo il nome. Quattro senatori su 20, non malissimo ma neanche benino. Siamo a un quinto, una "correntina" più che una corrente.
Sono nove invece i deputati presenti all'appello. Cattaneo, Dalla Chiesa, Polidori, Marrocco, Sisto, Siracusano. Più i tre conterranei di Calabria e cioè Mangialavori, Arruzzolo e Cannizzaro. Tutti da oggi occhiutiani e ronzulliani contro Tajani.
Nove deputati su 51, quasi un sesto. Anche qui, forse soprattutto qui, non malissimo ma neanche benino. Una "correntina" più che una corrente. E quando la palla la si vuol passare alle grandi fatture che sorridono in Cittadella (Uber, Ryanair, etc) solo messaggi o collegamenti online.
Tutto sommato come dar torto agli organizzatori e al presidente di Regione. Non chiamatela corrente, l'ammonimento. Vero. Servono altri numeri per farla davvero...