Il mistero dell'intervista (rimossa) e la rabbia del 2019: quando Occhiuto attaccava Forza Italia
Si rintracciano fendenti trascritti sul web da una puntata di Omnibus su La7 (video oscurato). A un passo dalla rottura con gli azzurri al tempo della nomination di Jole Santelli per la Regione (al posto del fratello Mario)
Rose e spine. Qualche rettilineo, diverse curve. E "forature" sanguinose.
Guai a immortalare solo con la cornice del trionfo lo "score" di Roberto Occhiuto dentro la grande bandiera di Forza Italia tenuta in mano dal Cavaliere, se mai ce n'è stato uno. A partire, manco a dirlo, dalle "porte girevoli" che il presidente di Regione finché ha potuto ha sempre tenute attive con l'universo mondo di Pierferdinando Casini e Lorenzo Cesa.
I "primi calci" al pallone del Millennio (non della carriera) in Forza Italia, poi rientro nella casa madre e culturale dei centristi. Poi nuovamente azzurro e nuovamente democristiano sotto l'egida dell'Udc. Lorenzo Cesa gli "frega" il posto in Parlamento salvo restituirglielo qualche tempo dopo con il suo approdo in Europa. Quando Roberto Occhiuto entra alla Camera lo Scudocrociato non c'è più e il nuovo e definitivo incrocio con Forza Italia diventa inevitabile.
Ed è proprio al confine di questo ultimo transito, ma con ancora la casacca Udc, che Roberto Occhiuto avrebbe rilasciato una intervista per certi aspetti epica al format Omnibus su La7. Il condizionale è allineato al video che nel tempo è stato oscurato, fatto sparire. Ma non il contenuto che qualche buontempone si è preoccupato di trascrivere in formato più o meno integrale sul web. E sono (o sarebbero...) fendenti, anche contro il Cavaliere.
A far da sintesi, tipo che i problemi di Berlusconi (tantissimi) avrebbero bloccato la politica del Paese. Oppure che il governo di allora avrebbe pagato il cattivo prezzo della credibilità del premier. Fino a planare sulla riforma della giustizia che proprio a causa dei problemi di Berlusconi sarebbe sempre rimasta sostanzialmente al palo.
Leggenda metropolitana web (piuttosto circostanziata...) o video fatto sparire ma battuto sul tempo e negli anni da qualche mano svelta che ha lasciato traccia? Chissà.
Solo mondo azzurro in ogni caso una volta approdato alla Camera al posto di Cesa. Anche se una rottura formale è stata sfiorata e di brutto nel dicembre del 2019. «Mi sto imbarcando per Lamezia dopo aver votato il Bilancio alla Camera per tutta la notte, mentre qualche giornale scrive che avrei incontrato la "rappresentante della coalizione". Scrive anche che farò il coordinatore regionale di Forza Italia (Questo proprio non succederà mai)». Così Roberto Occhiuto l'antivigilia di Natale 2019 su Facebook.
Si raccolgono i cocci dopo la bocciatura del fratello Mario in direzione della Cittadella che si consuma mediaticamente prima però, attorno all'Immacolata. La vigilia, 7 dicembre 2019, il "no" a Mario Occhiuto verso la candidatura a presidente di Regione ha il volto "formale" della Lega di Salvini ma i sorrisi sornioni e silenziosi di Arcore. Comunque lacrime non ne ha viste nessuno. Roberto Occhiuto fiuta aria e schiuma rabbia. «Grave che Forza Italia non difenda i suoi candidati: se non appoggia le sue figure apicali, allora cosa accadrà al resto dei suoi dirigenti?. Aspetto di vedere il candidato che ancora non c’è, poi deciderò il da farsi».
Il giorno appresso, il giorno di festa, il fratello Mario va più sull'intimo. «Il Palazzo ha fatto di tutto per non indicare me candidato governatore. Non sarò io il candidato governatore del centrodestra. Hanno trovato un altro nome, tutti tranne Mario Occhiuto. Una figura amica mi ha tradito, si è proposta al mio posto. Non volevo crederci… ».
La ferita sanguinante la chiude poi direttamente il Cavaliere in una fantomatica letterina di Natale ai fratelli Occhiuto. Anche questa non è dato sapere se di fatto mai esistita o solo fatta "annusare" dalle diplomazie. Il contenuto ad ogni modo s'è fatto prosa e tam tam mediatico in un niente. Della serie, non mollare e non mollate il campo, il campo del centrodestra e non mollate Jole Santelli. Perché uniti si vince di più, si vince meglio e persino si stravince e poi non è giusto che a non festeggiare sia chi in questi anni ha dato molto per questi colori. Firmato, e non sarebbe poco, Silvio Berlusconi. Ma l'ha davvero scritta lui? Misteri azzurri con sfumature di giallo...