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16/09/2025 ore 13.32
Politica

Il silenzio di Wanda Ferro e il giallo dei reali rapporti fra Fratelli d’Italia e Roberto Occhiuto

Sin dall’inizio Meloni si è mostrata tiepida verso la strategia del presidente di dimettersi per poi ricandidarsi. La Sottosegretaria agli Interni sembra essersi tuffata nella competizione elettorale più per spirito di partito che per convinzione e centellina le sue dichiarazioni

di Massimo Clausi

Secondo molti c’è un convitato di pietra in queste elezioni regionali e siede silenzioso nel centrodestra. Non stiamo parlando di un partito qualsiasi, ma del primo partito del Paese ovvero Fratelli d’Italia. Per capirlo bisogna partire da lontano, quando uscirono le prime indiscrezioni sull’inchiesta riguardante il presidente della giunta regionale. Indiscrezioni che vennero confermate in video dallo stesso Occhiuto. Anche allora non ci fu propriamente una levata di scudi di Fratelli d’Italia. L’unica solidarietà arrivata nelle redazioni dei giornali era a firma di un sedicente coordinamento regionale, senza nessuna firma sotto.

Anche l’annuncio delle dimissioni e della contestuale ricandidatura del presidente non sono state accolte con grandissimo entusiasmo. I retroscenisti scrivono che non tutti erano in realtà convinti che rifarsi al giudizio dei calabresi fosse la mossa migliore. Non fosse altro che il voto di certo non si sostituisce ai tribunali. Così a parte qualche dichiarazione di facciata del senatore Fausto Orsomarso che giurava come Occhiuto fosse il miglior candidato possibile, qualche fuoco amico faceva circolare indiscrezioni su un possibile cambio in corsa con il nome del sottosegretario Luigi Sbarra fra i più accreditati.

Ma c’era anche chi diceva che fosse meglio puntare su una donna, su una figura istituzionale forte, un identikit che corrispondeva a quello della sottosegretaria agli Interni Wanda Ferro, calabrese, considerata da tempo vicina al “cerchio ristretto” della premier. Alla fine la Ferro è della partita, ma come semplice candidata al consiglio regionale. Una scelta del tutto inedita visto che la candidatura di un Sottosegretario agli Interni è caso più unico che raro

Anche qui le interpretazioni si sono sprecate. Le più maliziose dicono che la Meloni abbia voluto in qualche modo commissariare Occhiuto. Chiederà infatti al presidente di nominare la Ferro vicepresidente di modo che se le indagini dovessero prendere una brutta piega sarà lei, conosciuta per la sua serietà e rigore, ad esercitare le funzioni del presidente. Illazioni appunto, magari ingigantite dal ruolo della coordinatrice regionale di FdI che di certo ha accesso a qualche dossier in più di cronisti e analisti politici.

Ma se su questo e le questioni di opportunità, il campo progressista tace, ancor di più tace la diretta interessata. Il responsabile dell’organizzazione del partito, Giovanni Donzelli, l’ha presentata l’altro giorno come la testa d’ariete del partito, come la figura simbolo della militanza. Difficile dargli torto per chiunque conosca la storia politica della Ferro, tutta giocata da sempre dalla stessa parte. Ma oltre nessuno è andato. La stessa sottosegretaria non ha lasciato l’incarico di Governo prima di candidarsi e non ha nemmeno detto se lo farà in un secondo momento. Centellina le sue uscite pubbliche e persino i manifesti, a parte qualche facsimile sui social. Di dichiarazioni ufficiali davvero poche. Giusto la presenza inevitabile ai comizi. Al punto che qualcuno sfodera il titolo di un vecchio e fortunato film, appellandola sottovoce “un pesce di nome Wanda”.

Ma tutto questo finisce per rilanciare il clima di sospetti descritti anche in un recente articolo de L’Espresso circa gli effettivi rapporti fra FdI e Occhiuto. Un gioco che passa anche per la Lega che a queste elezioni si è “dopata” con innesti di persone storicamente molto vicine a Roberto Occhiuto come il sindaco di Castrolibero Orlandino Greco o l’ex sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo. Così vicine che qualcuno ha teorizzato che vi sia lo zampino dello stesso forzista nella campagna acquisti del Carroccio. Soprattutto in quella di Orlandino Greco che pure qualche giorno prima aveva diffuso un video in cui spergiurava che avrebbe continuato a fare il sindaco. un modo per portare FdI ad essere il terzo partito della coalizione e quindi ridurlo politicamente in un angolo.

In tutto questo la premier Giorgia Meloni si tiene lontana dalla Calabria. Ha mandato qui il suo plenipotenziario Donzelli, ma non sono annunciate sue venute. Eppure le regionali d’autunno hanno un valore che va oltre le singole regioni e per qualcuno sono una sorta di elezioni di mid term americane per testare la tenuta del governo. Allora i dubbi sui reali rapporti interni al centrodestra aumentano, così come quelli sulle prospettive della futura legislatura regionale. Storie che inevitabilmente si intrecciano con il lavoro della Procura della Repubblica di Catanzaro che a fine anno, inevitabilmente, avranno una svolta vista la scadenza dei termini delle indagini. Wanda Ferro sa certamente qualcosa di più. Ma continua a rimanere in silenzio.