In Forza Italia avanza la linea dei diritti: Ninzoli e Leoni aprono alle istanze LGBTQ+ e sfidano Vannacci
Il neosegretario dei giovani azzurri in Lombardia rilancia l’agenda liberale di Marina Berlusconi con parole nette: «Nessuna differenza tra coppie gay e etero»
«Per me non ci sono differenze tra una coppia omosessuale e una etero. E noi temiamo chi si sente libero di odiare, non chi vuole amare». Parole che in altri tempi sarebbero sembrate provenire dalla sinistra più radicale, e che invece oggi arrivano dritte dalla nuova voce dei giovani di Forza Italia in Lombardia: Andrea Ninzoli, 25 anni, studente in giurisprudenza alla Bocconi, collaboratore dell’eurodeputata Letizia Moratti, provenienza famigliare tra la Svizzera liberale e la Germania cristianodemocratica, è il nuovo volto di un centrodestra che cerca di aggiornarsi, almeno a livello giovanile.
Il messaggio è chiaro: l’eredità culturale di Silvio Berlusconi, così come interpretata oggi da Marina Berlusconi, non può essere imprigionata in posizioni retrive. «La nostra “cantera azzurra” deve avere idee forti – spiega Ninzoli –. C’è chi crede che essere moderati significhi non esporsi. Ma è l’opposto. La Democrazia Cristiana aveva valori saldi, solo che li esprimeva senza urlare. Lo stesso dobbiamo fare noi, anche su temi considerati divisivi come i diritti civili».
Una presa di posizione netta, che segue di pochi giorni quella, ben più esplosiva, di Simone Leoni, presidente nazionale dei giovani forzisti. Leoni aveva innescato un acceso scontro con il generale Roberto Vannacci, europarlamentare della Lega, dopo averlo accusato di “codardia e discordia”: «Dicono che chi ha la pelle nera non è italiano, che chi è gay non è normale, che i bambini disabili vanno separati. Questa non è politica, è barbarie», aveva dichiarato.
L’uscita aveva fatto rumore, soprattutto perché Vannacci aveva replicato piccato: «Un giovincello sconosciuto che parla di me per finire in prima pagina». Ma Leoni ha incassato il colpo senza arretrare, trovando anzi nuovi alleati nella base giovanile del partito, che inizia a riconoscersi in un’identità liberale aggiornata ai tempi. E non è un caso se, a distanza di pochi giorni, Ninzoli rilancia su quel fronte, con parole meno infuocate ma forse ancora più significative: «Chi odia ha sempre più spazio, e chi ama deve sentirsi difeso. Anche in Forza Italia».
La questione, ovviamente, non è solo simbolica. Da tempo nel partito si scontrano anime diverse. Da un lato la vecchia guardia, attenta a non urtare la sensibilità di un elettorato tradizionale. Dall’altro, un’area più giovane e urbana che guarda a un centrodestra europeo, attento ai diritti civili, alla laicità e alla tutela delle minoranze. E se è vero che Forza Italia è ancora in fase di riorganizzazione dopo la morte del suo fondatore, è altrettanto evidente che i giovani stanno cercando di imprimere una svolta.
Marina Berlusconi, pur non avendo un ruolo diretto nel partito, è considerata la garante morale di quella “linea liberale” che oggi i giovani sembrano voler rivendicare con forza. Un segnale preciso, nel momento in cui la destra italiana appare sempre più attratta da pulsioni identitarie e reazionarie.
Il laboratorio lombardo, con Ninzoli alla guida, promette di essere un banco di prova importante. E se Forza Italia vorrà davvero restare uno spazio autonomo nel centrodestra, capace di parlare ai giovani, alle periferie urbane e alle nuove generazioni di elettori, dovrà decidere da che parte stare: con chi alza muri o con chi costruisce ponti.