Insulti sessisti a Dalila Nesci, la candidata di Fdi annuncia querele: «I social diventati megafono dell’ignoranza»
L’ex deputata grillina ha di recente aderito al partito di Giorgia Meloni e da settimane subisce attacchi personali. «Commenti irripetibili, vogliono colpire la mia dignità, il mio essere donna diverso dai comuni canoni estetici»
Adirà le vie legali Dalila Nesci. Così ha deciso la candidata al Consiglio regionale della Calabria nelle scorse settimane trascinata nel tritacarne social dopo aver formalizzato il suo passaggio nelle fila di Fratelli d’Italia. L’ex deputata grillina, sottosegretaria al Sud durante il Governo Draghi, è finita suo malgrado alla pubblica gogna che dalla critica politica è però ben presto trascesa in attacchi personali e insulti sessisti.
«Commenti irripetibili» chiarisce in una intervista a LaC News24 rivolti al suo aspetto fisico e poi degenerati in offese personali e violenza verbale. «Purtroppo mi è già capitato altre volte in passato – precisa – e continua a capitare a tante altre donne esposte sia politicamente che nel mondo dello spettacolo. I social si sono trasformati in un megafono dell’ignoranza e dell’insulto, in questo caso non attinenti al mio percorso politico ma esclusivamente attacchi personali per colpire la mia dignità, il mio fisico, il mio essere donna che evidentemente non corrisponde ai canoni estetici di qualcuno».
Le offese si sono materializzate sotto forma di commenti violenti ai suoi post social, all’indomani della sua adesione al partito di Giorgia Meloni. «Da giovanissima soffrivo di più a causa di questi attacchi, si è sempre insicuri per come si appare all’esterno ma soprattutto per la pressione esercitata da canoni estetici femminili sempre più elevati. Fortunatamente con la maturità ho capito che ciò che più conta è la propria formazione e il percorso culturale. L’aspetto fisico non può essere slegato dalla personalità e dal carattere».
L’aspirante consigliera però non ne fa solo una questione di genere bensì culturale, amplificata da un mezzo che, accrescendo per sua natura le potenzialità comunicative, si tramuta facilmente in uno sfogatoio che trasuda odio. «È un atteggiamento violento verso le donne ma non solo. Capita a tante giovanissime donne e ragazze e a ragazzi di ogni età che subiscono bullismo non solo nel mondo virtuale ma anche in quello reale. È una emergenza, una condizione culturale da scardinare, esistono bulli di ogni età non solo giovani, purtroppo ci sono anche adulti, uomini e padri di famiglia che dovrebbero imparare a contenersi. Bisogna mettere un freno culturale, oltre che agire per le vie legali quando ci sono i presupposti, per dare un segnale a chi evidentemente non sta nei limiti della civiltà, dell’educazione o addirittura offende la dignità della persona».
«Il timore concreto – per Nesci – è che la violenza che nasce dal virtuale si trasferisca nella realtà». L’esempio addotto viene da recenti fatti di cronaca: «Abbiamo tutti letto della terribile morte dell’attivista conservatore Kirk, ucciso per le sue idee. La violenza psicologica e verbale esiste nella realtà e si amplifica, a volte nasce proprio da contesti virtuali. Questo è grave e va frenato».