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25/10/2025 ore 19.58
Politica

La Calabria in attesa dell’Occhiuto bis, ma per far ripartire la Regione non basterà la proclamazione degli eletti

Se sono vere le premesse che il presidente ha posto alla base delle sue dimissioni c’è da aspettarsi un profondo rinnovamento nella dirigenza e ci vorrà un altro po’ di tempo perché tutto si rimetta in moto

di Massimo Clausi

Nemmeno ieri è arrivata la tanto attesa proclamazione degli eletti delle elezioni regionali del 6 e 7 ottobre scorsi. La Corte d’Appello di Catanzaro proclamerà Roberto Occhiuto presidente nel primo pomeriggio di lunedì. Una data che assume una importanza operativa visto che da quel giorno in poi il neo presidente potrà nominare la giunta dell’Occhiuto bis. Un varo particolarmente atteso visti i tanti problemi che devono essere affrontati in Calabria e visto che la Regione in questo 2024 non è che abbia lavorato proprio a testa bassa. Qualcuno dice che in realtà durante quest’anno la Regione abbia lavorato solo sei mesi.

Era lo scorso 31 luglio quando Roberto Occhiuto attraverso un reel annunciava a sorpresa le sue dimissioni da presidente della giunta regionale. Dimissioni che motivava in questo modo: «Nella mia amministrazione, oggi sta succedendo che è tutto bloccato: nessuno si assume la responsabilità di firmare niente, tutti pensano che questa esperienza sia come quelle precedenti». Da qui la sua idea di dimettersi per ricandidarsi subito.

Ma da queste parole dobbiamo presumere che il fenomeno non durava certo da qualche giorno, ma almeno da giugno quando sui giornali sono venute fuori le prime indiscrezioni sull’inchiesta che ha visto coinvolto Occhiuto per corruzione da parte della Procura della Repubblica di Catanzaro. Se è vero quel che ha dichiarato Occhiuto nel suo reel, allora dobbiamo presumere che da almeno metà giugno ai dirigenti della Regione tremava la mano. Lo stesso presidente ha citato alcuni casi di pratiche di poche centinaia di migliaia di euro ferme per l’inerzia dei dirigenti.

Subito dopo c’è stato il mese, breve e intenso, di campagna elettorale in cui si è potuto provvedere solo all’ordinaria amministrazione. Trenta giorni in cui Occhiuto e la sua giunta, in gran parte candidata alle elezioni, hanno potuto dedicare all’amministrazione solo una parte del loro tempo. Infine si è votato e ancora oggi si aspetta la proclamazione degli eletti. Insomma per lunghi mesi c’è stata una stasi amministrativa che certo non finirà con la proclamazione degli eletti. Anche perché se sono vere le premesse che Occhiuto ha posto alla base delle sue dimissioni c’è da aspettarsi un profondo rinnovamento nella dirigenza regionale, almeno nei limiti consentiti dalla legge sullo spoil system. Ci vorrà quindi un altro po’ di tempo per i nuovi dirigenti per prendere possesso degli uffici e capire in quale direzione muoversi.

In questo senso, alla fine, il toto giunta in cui ci siamo dilettati in questi giorni ha un senso fino alla curva. L’importante è che dalle parti della Cittadella si faccia presto.