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17/06/2025 ore 10.16
Politica

Lamezia, la sfida del sindaco Mario Murone è un banco di prova per il centrodestra calabrese

Al pari delle altre realtà calabresi, nella città della Piana si dovranno gestire i ritardi sul fronte dei servizi ele profonde ferite della disoccupazione. Dalla parte del neo primo cittadino, l’oggettiva sintonia politica con i governi nazionale, regionale e provinciale

di Massimo Tigani Sava

Il centrosinistra governa le principali città della Calabria (Reggio, Catanzaro, Corigliano-Rossano, Cosenza), tra momenti positivi ed evidenti ripetute cadute. La vittoria di Mario Murone a Lamezia Terme, pertanto, ha contenuti politici che vanno molto al di là del già arduo impegno di amministrare una città che ha grandi potenzialità ed un territorio molto vasto e frammentato. Solo due capoluoghi di provincia (Reggio e Crotone) hanno una superficie più ampia di quella di Lamezia che al proprio interno racchiude l’aeroporto internazionale, un primario svincolo autostradale, e il più importante snodo ferroviario tra alta velocità e trasporto ordinario su rotaia. Mario Murone ha dimostrato rare doti di equilibrio in campagna elettorale, non ha specifica esperienza amministrativa ma è un giurista e conosce la realtà sociale nella quale si è misurato.

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Fare il sindaco in Calabria, dai più popolosi ai più piccoli comuni, è impresa difficile, anche al di là della bravura di ogni singolo primo cittadino. Gestire l’ordinario non è sufficiente, i ritardi accumulati soprattutto sul fronte dei servizi sono numerosi (talora si configurano vere e proprie emergenze), mentre la pressione del tessuto economico-sociale è forte e paragonabile all’attività sismica. Sulle giunte e sui consigli comunali pesano tutte le distorsioni e le “ferite” di contesti sociali in cui, ad esempio, i drammi della disoccupazione e della sottoccupazione sono ancora troppo pesanti, così come la debolezza del mercato che induce diverse aziende a guardare al sistema pubblico come opportunità primaria, o comunque rilevante, di lavoro se non di sopravvivenza.

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Quando si denunciano le colpe di certa politica che non funziona o che agisce male, troppo spesso si dimentica di valutare la debolezza intrinseca di tante realtà economico-sociali della Calabria che riversano sugli eletti aspettative di ogni genere. Ecco perché l’impegno di Mario Murone, sin dalle primissime battute e scelte, non è per nulla in discesa e rappresenta una prova decisiva per l’intero centrodestra calabrese. In vista ci sono anche le elezioni regionali e politiche che, per le stesse ragioni appena descritte, sono cariche di complessità. Il professor Murone ha dalla propria parte alcuni asset fondamentali che possono facilitargli il compito: non vive di politica, è in grado di dire “no” quando serve, ha la libertà e la maturità necessarie per guidare Lamezia verso obiettivi alti.

Le normative che hanno cambiato la natura degli enti locali non sono state ancora ben recepite e metabolizzate: il sindaco e gli assessori non sono i capi di un "condominio", la cui gestione è affidata ai dirigenti e all’apparato burocratico, ma hanno il compito primario di assumere la guida politica, di individuare le strategie di fondo, di essere “istituzione” nell’accezione più nobile della parola. C’è un altro vantaggio oggettivo per il nuovo sindaco: sintonia politica con i governi nazionale, regionale e provinciale. Alcune partite strategiche che riguardano lo sviluppo di Lamezia andranno esaminate subito, schiacciando sull’acceleratore e valorizzando al meglio anche alcuni aspetti dell’eredità raccolta dall’uscente Mascaro. Un errore esiziale sarebbe quello di non frenare subito, o peggio ancora di alimentare, una potenziale palude che è sempre in agguato, ma non per colpa dei “politici” (l’antipolitica demagogica e militante è l’alimento delle lobby più o meno trasparenti!), bensì delle oggettive condizioni di malessere che animano l’intera Calabria assillata da una questione sociale ancora opprimente. In campagna elettorale Murone parlò di governo politico: osservazione corretta, giusta, necessaria. Solo la politica di “serie A” può affrontare i problemi esistenti e tentare di risolverli, in un contatto continuo e diretto con i settori trainanti dell’opinione pubblica.