Le “Battaglie di libertà” di Saverio Zavettieri: l’eredità politica in un viaggio tra storia e polemiche
L’ex deputato socialista ha presentato a Reggio Calabria il volume che attraversa decenni di storia italiana, dal declino del Psi alla trasformazione dei partiti, fino al ruolo della giustizia nei nuovi equilibri di potere
di Silvio Cacciatore

Un libro che racconta una vita di battaglie, politiche e personali, attraversando decenni di storia italiana e calabrese. “Battaglie di libertà”, il volume che raccoglie riflessioni e memorie di Saverio Zavettieri, è stato definito da molti – forse impropriamente - un testamento politico. Certamente è una eredità che va oltre l’essere una semplice autobiografia, diventando un’opera che ripercorre le trasformazioni della politica italiana, mettendo in discussione assetti consolidati e dinamiche di potere.
Presentato oggi nel salone delle conferenze di Confindustria a Reggio Calabria, al tavolo dei relatori insieme all’onorevole Zavettieri c’erano il giornalista Francesco Kostner, l'ingegnere Andrea Cuzzocrea, lo scrittore Mimmo Gangemi, il Senatore Nicola Irto ed il docente di Etica della Comunicazione presso l'Università Dante Alighieri Eduardo Lamberti Castronuovo.
«“Battaglie di libertà” racconta la storia di un uomo che ha fatto politica e che ha fatto la storia della politica calabrese e meridionale per un lungo periodo, anche a livello nazionale» sottolinea Kostner, giornalista e co-autore assieme all’onorevole, che ha approfondito nel volume i passaggi più rilevanti della carriera politica di Zavettieri. Una carriera in cui l’ex parlamentare e assessore regionale ha affrontato avversari politici e magistratura, un tema che emerge con forza dalle pagine del libro.
Se per alcuni il volume rappresenta un importante lascito imprescindibile per comprendere la storia recente della politica italiana, per altri è una rilettura soggettiva che offre la visione combattiva propria dell’onorevole. Posizioni a volte divergenti, ma che diventano spunto di riflessione anche per Nicola Irto, senatore del Partito Democratico, che pur riconoscendo il valore del libro, precisa: «Alcune cose le condivido, altre sono materia di dibattito, altre ancora presentano punti di vista diversi dai miei».
Quel che è certo è che "Battaglie di libertà" analizza le carenze attuali della politica, in particolare in Calabria. Le riflessioni contenute nel libro toccano i grandi nodi irrisolti del Paese: la crisi dei partiti, il rapporto tra politica e magistratura, il peso dei poteri forti. Con una visione netta e senza mezzi termini, Zavettieri affronta il crollo della Prima Repubblica, la parabola del Partito Socialista Italiano, le dinamiche interne al PCI e le inchieste giudiziarie che hanno segnato il corso della politica nazionale e regionale.
La figura di Zavettieri e il suo percorso politico
Il libro Battaglie di libertà ripercorre le tappe fondamentali della carriera di Saverio Zavettieri, protagonista del socialismo calabrese e nazionale. Dagli inizi nel sindacato della CGIL fino al Parlamento, passando per l’esperienza da assessore regionale alla Cultura, il suo percorso è stato segnato da battaglie politiche e scelte controcorrente.
«Fu assessore alla Cultura quando questa delega era considerata come un figlio di un dio minore. Ha dimostrato il contrario» ricorda Eduardo Lamberti Castronovo, evidenziando il lavoro svolto in un settore che in quegli anni faticava a imporsi tra le priorità politiche. Zavettieri volle trasformarlo in un motore di sviluppo e confronto, promuovendo gli Stati Generali della Cultura, una visione lungimirante che, come evidenziano alcuni interventi, gli costò un prezzo alto.
Il suo percorso politico si sviluppò in un’epoca di forti contrapposizioni, con scontri interni alla sinistra e tensioni con il Partito Comunista Italiano. Ha sempre espresso critiche a chi, secondo lui, contribuì alla fine del Partito Socialista Italiano e al declino della sua classe dirigente. La sua carriera ha attraversato momenti di grande peso istituzionale e fasi di isolamento politico. «Parlava di politica con una concretezza rara, al di là dell’ideologia. La sua coerenza è un esempio per le nuove generazioni» sottolinea Francesco Kostner, che nel libro evidenzia la capacità di Zavettieri di rimanere fedele ai propri principi.
In un’epoca in cui i partiti erano strutture forti e rappresentative, Saverio Zavettieri ha vissuto il passaggio verso una politica sempre più personalistica, dove il legame con il territorio si è affievolito. Su questo punto, si inserisce la riflessione di Nicola Irto. «Il libro racconta passaggi istituzionali fondamentali della Regione Calabria, offrendo spunti di riflessione sulle carenze attuali, che forse derivano da errori del passato».
Il cuore del libro: Politica, magistratura e poteri forti
Tra le pagine di Battaglie di libertà, Saverio Zavettieri analizza il rapporto tra politica e magistratura, un tema centrale nella sua riflessione sulla crisi della Prima Repubblica. La sua posizione è netta: il sistema politico ha perso peso e autonomia, cedendo terreno a un’influenza sempre più marcata del potere giudiziario.
«La democrazia funziona solo se c’è un equilibrio tra i poteri. Quando il giudiziario prende il sopravvento, la politica si piega» scrive Zavettieri, indicando nelle inchieste degli anni ‘90 un momento di svolta che ha ridefinito la politica italiana. Il suo sguardo è rivolto in particolare ai processi che hanno coinvolto il PSI e Bettino Craxi, con un riferimento esplicito al Partito Comunista Italiano, che nel libro viene descritto come l’artefice della caduta dei socialisti.
L’ex parlamentare socialista non risparmia nessuno, denunciando un sistema in cui la magistratura avrebbe superato il proprio ruolo di controllo, trasformandosi in un attore politico capace di influenzare gli equilibri istituzionali.
La questione delle inchieste giudiziarie attraversa gran parte del volume, con riferimenti diretti a casi che hanno segnato la politica calabrese e nazionale. Nicola Irto, pur riconoscendo la rilevanza dell’analisi, prende una posizione più sfumata: «Ci sono riflessioni importanti sul rapporto tra politica e giustizia. Alcune condivisibili, altre meno». Il libro diventa così un campo di confronto, dove il passato viene letto con chiavi di interpretazione diverse, ma con un punto fermo: per Zavettieri, la magistratura ha avuto un ruolo decisivo nella trasformazione della politica italiana.
L’attentato e il mistero irrisolto
Tra gli eventi più drammatici della carriera di Saverio Zavettieri, il libro ricorda l’attentato di cui fu vittima, un episodio che ancora oggi resta senza un movente chiaro e senza responsabili ufficiali. Un colpo di fucile, esploso contro di lui nel 2004, segnò un momento cruciale della sua storia personale e politica. La vicenda, rimasta avvolta nel mistero, rappresenta uno dei nodi centrali della narrazione di Zavettieri, che nel libro evidenzia come quella stagione sia stata segnata da tensioni, vendette trasversali e giochi di potere che andavano ben oltre i confini della Calabria.
L’attentato viene raccontato nel libro come parte di un quadro più ampio, in cui Zavettieri collega la sua storia agli scontri politici, agli equilibri tra magistratura e politica e alle trasformazioni che segnarono la fine della Prima Repubblica. Un episodio che per lui non può essere letto come un fatto isolato, ma come il segnale di una stagione in cui il potere si riorganizzava secondo nuovi schemi.
Francesco Kostner racconta come Zavettieri non abbia mai smesso di interrogarsi sulle dinamiche oscure che hanno attraversato la politica italiana. «Sono rimasto impressionato dalla gravità di alcune vicende» afferma il giornalista, evidenziando come l’ex parlamentare socialista abbia sempre mantenuto una posizione netta e critica, senza cedere a letture accomodanti della sua storia.
L’attentato si inserisce così in un contesto di instabilità in cui Zavettieri ha sempre visto un disegno più grande, in cui «i cambiamenti politici non avvenivano per normali processi democratici, ma attraverso pressioni, inchieste e operazioni mirate».
L’eredità politica di Zavettieri
Battaglie di libertà racconta una carriera politica e al tempo stesso analizza la trasformazione della politica italiana. Zavettieri, attraverso il libro, propone una lettura degli eventi che hanno segnato la storia del Paese: il ruolo della magistratura, il crollo dei partiti tradizionali, la fine della Prima Repubblica e la fragilità delle istituzioni contemporanee.
Nicola Irto, pur prendendo le distanze da alcune tesi, riconosce l’importanza del volume. «A prescindere dall’appartenenza politica, è un testo che offre spunti di riflessione per chiunque voglia capire la storia recente». La Calabria emerge dalle pagine come un punto di osservazione privilegiato, un laboratorio politico che ha vissuto sulla propria pelle le trasformazioni dell’Italia. Le riflessioni di Zavettieri non si limitano a un’analisi del passato. Il libro è un “atto d’accusa” contro il presente e una domanda sul futuro: la politica ha ancora la forza di governare i processi o è diventata solo un’espressione di poteri più grandi?
Le ultime pagine offrono una risposta. Zavettieri non crede nei rimpianti e non cede alla nostalgia. La politica non è mai stata un’illusione, ma una responsabilità. E chi vuole restituirle valore deve tornare a conoscere, costruire, combattere.