Le indiscrezioni romane agitano Occhiuto, mentre il centrosinistra dà una mano agli avversari (e non sceglie)
Dalla Capitale rimbalzano voci di una certa preoccupazione sull’inchiesta, ma il tempo per cambiare candidato è ridottissimo. Intanto il campo largo si avvita sull’individuazione del nome. Si aspetta che Tridico sciolga le riserve, Falcomatà pronto a scendere in campo, Stasi ci crede ancora. Un film già visto
È un’estate caotica questa per la politica calabrese. L’improvvisa campagna elettorale ha peso in contropiede tutti, anche quelli della maggioranza che governa la Regione. Solo Roberto Occhiuto va avanti come un treno con i suoi reel, l’ultimo dei quali mostra operai entusiasti di lavorare a queste temperature per costruire il nuovo aeroporto dello Stretto.
«Da Posteraro insinuazioni intollerabili»: Siracusano licenzia l’ex socio del compagno Roberto OcchiutoMa la stessa sicurezza non sembra circolare nelle direzioni romane dei partiti. Da Roma circola l’indiscrezione di una certa preoccupazione nei leader di centrodestra sullo stillicidio di notizie che quotidianamente vengono pubblicate sui giornali. L’inchiesta che vede al centro Occhiuto non lascia affatto tranquilli. Il punto è quello dell’intervista che lo stesso Presidente ha rilasciato alla Stampa. E se venisse rinviato a giudizio? Si dimetterebbe di nuovo? - ha chiesto il giornalista. Escludo questa possibilità, ha risposto netto Occhiuto; al che il giornalista gli ha fatto sommessamente notare «Non è lei che decide». Ecco la preoccupazione dei leader nazionali (e anche di diversi candidati o aspiranti tali) è proprio questo: e se arrivasse qualche novità giudiziaria? Si riandrà al voto?
L’altra verità è che ormai sembra tardi per cambiare cavallo a meno che queste novità non intervengano ad horas.
Certo il centrosinistra, more solito, sta dando una mano. Al di là dei comunicati in cui si spaccia grande sintonia, la verità è che ancora il candidato non c’è. Sembra di assistere ad un film che i calabresi hanno già visto. Il caso più clamoroso è Amalia Bruni la cui candidatura è arrivata quasi a ridosso della presentazione delle liste. Ma cosa molto simile è accaduta anche con Pippo Callipo e, se dovessimo tornare indietro nel tempo, anche con Nuccio Fava. Il problema è sempre lo stesso: si perde tempo in discussioni interminabili e non ci si dedica a presentare ai calabresi le proposte politiche per cambiare la Calabria.
La riunione romana di ieri non ha portato nessuna novità Oggi ce ne sarà un’altra da remoto dei segretari regionali calabresi. Ognuno ha il suo nome da proporre, anche chi non avrebbe peso politico per farlo. Il nodo resta sempre Pasquale Tridico che sfoglia la margherita e riflette. Flavio Stasi guarda alla finestra, il Pd dice che se bisogna andare sui sindaci allora il candidato naturale è Giuseppe Falcomatà che guida la città più grande della Calabria. I Socialisti avanzano l’ipotesi Franz Caruso.
Insomma il centrosinistra, con le sue dieci sigle attorno al tavolo, sembra un meccanismo elefantiaco che fatica ad andare avanti e siccome anche è un meccanismo arrugginito da antichi rituali ogni piccolo passo è una sofferenza incredibile. Vuoi mettere col centrodestra che uno si alza la mattina e decide che si deve votare?
Occhiuto lo sa e spinge sull’acceleratore della propaganda, con un orecchio ai boatos che arrivano da Roma.
Regionali in Calabria, da Roma nulla di fatto: Irto, Tridico e Stasi restano sul tavolo