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16/06/2025 ore 08.35
Politica

L’inchiesta su Roberto Occhiuto mette a rischio la sua ricandidatura: finirà come per il fratello Mario?

L’ex sindaco di Cosenza fu stoppato nella corsa alla presidenza dalle sue pendenze giudiziarie. Intanto la politica calabrese è nel panico: difesa solo di maniera da parte di Fdi, silenzio della Meloni e solidarietà in ritardo di Salvini. La nomina di Sbarra a sottosegretario al Sud sembra preparare il terreno per una exit strategy

di Massimo Clausi

È esplosa come una bomba atomica l’inchiesta giudiziaria che vede coinvolto il presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto. Naturalmente non ci riferiamo agli aspetti penali che devono tutti essere ancora definiti, ma a quelli politici.

L’inchiesta ha “freezerato” per usare un neologismo giovanile la politica calabrese che è rimasta di ghiaccio. Il Pd ha balbettato il solito comunicato retorico, il M5s ha dimenticato i vecchi tempi forcaioli, gli altri sono rimasti in silenzio. Nessuno, com’è giusto che sia, ha chiesto le dimissioni del presidente. Ma il vero terremoto, sempre sul piano politico, rischia di arrivare da qui a qualche mese e potrebbe travolgere il sogno di Occhiuto di diventare il primo politico calabrese a centrare il doppio mandato.

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Il problema è che nel centrodestra la vicenda imbarazza e non poco. Siamo ancora ai prodromi dell’inchiesta che certamente avrà i suoi sviluppi visto che gli inquirenti con il famoso decreto di perquisizione (composto da dodici pagine) hanno acquisito un bel po’ di materiale. Il rischio quindi è che possa arrivare una qualche misura cautelare o la richiesta di rinvio a giudizio a ridosso delle regionali e ciò azzopperebbe definitivamente la corsa di Occhiuto. D’altronde ne sa qualcosa il fratello Mario. Dopo Oliverio era prontissimo a candidarsi a presidente della Regione. Aveva già iniziato la sua campagna elettorale con una convention a Lamezia Terme. Poi è arrivato l’altolà, soprattutto da parte di Matteo Salvini, proprio a causa delle sue pendenze giudiziarie. Il centrodestra non aveva nessuna intenzione di rischiare di perdere la Regione in caso di una eventuale condanna del presidente e Berlusconi pose l’imprimatur sull’indimenticata Jole Santelli.

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Oggi una cosa molto simile potrebbe succedere con il fratello Roberto. Non è sfuggito a nessuno la difesa solo formale dei suoi alleati rispetto alla vicenda. Salvini ha espresso solidarietà dopo 24 ore, la Meloni non si è pronunciata affatto. A livello locale FdI ha diffuso un comunicato non solo di maniera, ma firmato dal coordinamento regionale. Quasi come se nessuno dei big locali del partito abbia voluto metterci la faccia. Eppure i meloniani sono forza importante del governo Occhiuto. Esprimono il vicepresidente e contano assessorati di peso, hanno postazioni nel sottogoverno. Insomma l’imbarazzo per la vicenda è palpabile. Anche perché i fatti contestati finiscono per toccare la regnanza regionale, con le nomine effettuate in Ferrovie della Calabria.

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Ieri mattina il direttore del Quotidiano, Massimo Razzi, ha anche rivelato, sia pure in un articolo giustamente molto garantista, che c’erano state due richieste di misure cautelari poi respinte dal gip. Ma da quello che emergerà dagli atti acquisiti durante le perquisizioni (si spiffera che siano arrivati anche alla Film Commission) le richieste saranno reiterate? Saranno accolte? Rischioso, troppo per il centrodestra.

E potrebbe non essere un caso, come abbiamo già scritto, che la Meloni abbia nominato Gigi Sbarra sottosegretario al Sud, rompendo la triplice sindacale, spiazzando le aspirazioni dei forzisti calabresi e mettendo un piede nella porta della scelta del futuro candidato della Regione.

Vedremo come si difenderà Roberto Occhiuto da Nicola Porro. In questo caso i suoi legali hanno consigliato di andare tranquillamente, nonostante non ci risulti che i magistrati abbiano sentito il presidente come da lui richiesto nel video. Forse perché Porro ha già chiaro il quadro della situazione. In un suo recente TokTok il giornalista definisce Occhiuto il presidente più figo che ha il centrodestra e soprattutto uno con le palle. Vedremo come andrà la trasmissione.

Certo anche la posizione di queste ultime ore, di chiara sfida alla magistratura non rende serena la sua coalizione. Nonostante in un post la compagna del presidente, Matilde Siracusano, sia stata ancora più pesante nel sostenere di aver perso da molto tempo fiducia nella magistratura italiana. Dichiarazione che qualcuno ha trovato imprudente, visto che uno degli indagati, Paolo Posteraro, è suo segretario particolare.