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26/07/2025 ore 09.53
Politica

L'interrogatorio, gli altri fronti aperti ma “coperti”, la fiducia (e la pizza) di Occhiuto

Il non detto, in parte perché indicibile, dell'incrocio tra il presidente di Regione e la procura di Catanzaro. E la sensazione forte di un primo ma forse non ultimo round

di Domenico Martelli

Interrogato per davvero e nessuna dichiarazione spontanea. Che pure avrebbe voluto rendere sin da subito prima di incassare una frenata a pieni dischi del suo (vero) legale.
L'incrocio settimanale tra Roberto Occhiuto e la procura di Catanzaro tutto è fuorché banale. Perché di banale non si rintraccia niente di questi tempi e da quelle parti.
Un vero e proprio interrogatorio a "cuore aperto", cioè a indagini per niente chiuse. Non è "privilegio" tecnico per molti. Ma occhio a considerarlo (solo) come un gesto di cortesia da parte della procura. È reso possibile infatti perché in presenza di proroga semestrale di indagini che arriva quando ci si imbatte in «inchiesta complessa». Che giustifica la proroga e da qui l'interrogatorio ad indagine ancora non chiusa. Quando in un certo senso il do ut des tra magistrati e indagato (reiterato) può condurre in teoria verso benefici temporali per l'impianto di accusa o di difesa. Difficile se non impossibile per tutti e due. Ognuno fa vedere o intuire qualche carta al tavolo da poker. Poi chi ha più filo da tessere, tesse di più.

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Ad occhio e croce, nel fascicolo uno e trino con Posteraro e Ferraro, potrebbe non essere lontanissima richiesta di archiviazione o di rinvio a giudizio. Il sorriso di Occhiuto, l'autocelebrazione della serenità ritrovata e la pizza consumata via Instagram in Cittadella lasciano accarezzare l'idea del capitolo chiuso per il presidente.

Il silenzio imprescindibile di altre fonti dopo 4 ore di interrogatorio (non poche) lascia invece immaginare che ci sia ancora qualcosa che non torna.

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Il presidente di Regione avrebbe consegnato perizia autoprodotta sulla congruità delle quote di società privata vendute a Posteraro. E avrebbe soprattutto messo a disposizione dei magistrati alcune chat nelle quali verrebbe fuori la "ingenuità" del retaggio tra Occhiuto e la nomina incassata da Posteraro per tramite di Ferraro in Ferrovie (appena 2 giorni dopo la nomina di quest'ultimo al vertice dell'azienza). Doppia la difesa.

Le quote non sono state vendute a prezzo "dopato" e in ogni caso Posteraro è stato nominato super consulente da Ferraro all'insaputa di Occhiuto. Soci privati sì, Ferraro e Posteraro. Con il primo che nomina consulente il secondo 48 ore dopo l'incasso del vertice delle Ferrovie da parte di Occhiuto e con il secondo che ha non da molto acquistato tutte le quote private di Occhiuto. Ma ad un prezzo congruo senza contare che della consulenza a Posteraro affidata da Ferraro il presidente di Regione (parole sue) nulla sapeva così come nulla ha mosso perché l'acquirente unico delle sue quote entrasse a far parte dello staff di Matilde Siracusano, sottosegretaria alla presidenza del Consiglio e compagna proprio di Occhiuto.

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Toccherà alla procura guidata da Salvatore Curcio dar credito alla tesi del presidente di Regione dopo un interrogatorio all'apparenza "prematuro" ma reso disponibile perché in presenza di «inchiesta complessa» al punto da richiederne proroga. Complessa, evidentemente, anche per il coinvolgimento di più profili dal momento che non è certo il caso di trascurare la presenza, in questo fascicolo, di almeno altri 2 indagati nel complicato puzzle societario.
Non ultimo un "corposo" imprenditore lucano che avrebbe acquistato interamente la più esponibile delle compagini. Congruo anche questo rogito? È in naturale produzione industriale ora la faccenda?


Il risiko, a ben vedere, è ancora complicato perché «complessa» è una indagine che consente la proroga e da qui un interrogatorio nel pieno dell'attività inquirente.
Altro, e oltre, non poteva certo venir fuori dalle 4 ore di interrogatorio ma solo e soltanto dedicate a "quel" fascicolo.
E rischia di "litigare" con il codice penale chi immaginava chiarimenti o al contrario infingimenti della procura di Catanzaro a proposito del caso Daffinà e del suo rapporto con il dg Calabrò, i medici cash alla Dulbecco, gli accreditamenti e i budget sanitari (solo per rimanere nel perimetro di pertinenza catanzarese senza "trasferte" su Cosenza, tra Asp e Annunziata, o provare a decodificare un recentissimo blitz della Finanza in consiglio regionale).
I fascicoli che hanno "gambe" camminano, nell'ufficio giusto e nei tempi giusti. Gli altri se li porta via il vento.
E poi chi l'ha detto che deve rispondere sempre Occhiuto.