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02/10/2025 ore 15.14
Politica

«Liste d’attesa, pronto soccorso e Pnrr, così si può cambiare la sanità in Calabria»: la ricetta di Belcastro (Dp)

Il candidato dei Democratici e Progressisti, dirigente di lungo corso in uno dei settori strategici per i servizi ai cittadini, spiega le sue priorità: ridurre i ritardi, mettere al centro i pazienti e affrontare le emergenze territoriali

di Giuseppe dell'Aquila

Mancano pochi giorni e sapremo chi siederà nel prossimo consiglio regione, una partita complessa quella dei seggi da assegnare e tutta aperta sia a destra che a sinistra.

Si è tenuta a Crotone la conferenza stampa del candidato Antonio Belcastro, dirigente e manager da sempre della Sanità che ha deciso di impegnarsi in queste regionali tra le file del centro sinistra nella lista Democratici e Progressisti con Pasquale Tridico.

Antonio Belcastro, originario di Cotronei vive in provincia di Vibo Valentia con la sua famiglia, ha ricoperto numerosi incarichi di direttore generale e direttore amministrativo nelle più importanti aziende ospedaliere della nostra regione. E’ stato inoltre direttore del dipartimento sanità della regione Calabria e responsabile dell’emergenza Covid negli anni del virus che tutti ricordiamo. A tal proposito rivendica l’ottimo lavoro svolto che ha garantito alla nostra regione una gestione migliore nell’emergenza rispetto a tante altre regioni d’Italia.

A moderare l’incontro con la stampa, trasformatosi poi in un confronto tra i presenti, il giornalista Virgilio Squillace. Tra gli intervenuti Emilio De Masi, già consigliere regionale, medico dell’ospedale di Crotone e impegnato in politica per Belcastro in città, che ha ricordato l’importanza di avere un esperto come Antonio per mettere al centro dello scenario politico – governativo sempre più l’atavico tema della Sanità in tutte le sue sfaccettature.

A termine della conferenza stampa abbiamo fatto alcune domande, così come per gli altri candidati, chiedendo più nello specifico qual è il suo punto di vista proprio sul tema principale di questa accesa campagna elettorale: la Sanità.

Qual è stato l'elemento determinante che l'ha spinta a scendere in campo e candidarsi al Consiglio Regionale? È Soddisfatto del progetto messo in campo dalla sua coalizione?

La scelta di candidarmi è scaturita dalla consapevolezza che, se si vuole contribuire a migliorare e risolvere i problemi della nostra terra, bisogna impegnarsi direttamente in prima persona, ed avere il coraggio di affrontare i problemi con proposte concrete e costruttive. Ritengo che tra le tante emergenze della Calabria, quella relativa alla Sanità sia la priorità assoluta. Il personale bagaglio di esperienza maturato sul campo, nello svolgimento di importanti ruoli dirigenziali nel settore - in specifiche e delicate responsabilità, con significativi risultati unanimemente riconosciuti - mi hanno persuaso ad accettare la candidatura. Ovviamente ho condiviso il programma del candidato a presidente Pasquale Tridico e della coalizione.

Lei è candidato in una circoscrizione molto vasta e complessa, quali sono le emergenze che questo territorio dovrebbe affrontare per primo? Cosa ha trascurato maggiormente quest'ultima legislatura?

Prima dell'estensione territoriale della circoscrizione, destano preoccupazione i bisogni di quest’area, che non risparmia alcuna comunità, sebbene in situazioni e proporzioni diverse. Se, ad esempio, Crotone e Vibo sono accomunate da crisi socio economiche non dissimili, che portano i rispettivi territori ad essere collocati negli ultimi posti delle graduatorie nazionali circa il complessivo disagio delle comunità, Catanzaro evidenzia problematiche rimaste da sempre aperte eppure in grado di attivare interessanti prospettive di crescita per l'intera Calabria. E va, ad esempio, assecondata l'aspirazione degli amministratori locali di conferirle piena dignità di città capoluogo di Regione. Attenzione particolare e strutturata merita l’Università Magna Graecia ed il suo fisiologico potenziamento: la sua presenza sul territorio deve essere sempre più incentivata in una prospettiva di crescita per dare risposte all’utenza ma anche ai giovani che scelgono di studiare nell’Ateneo. Un impegno importante deve essere, poi, riservato anche alle zone interne e montane dei territori ed è, al contempo, necessario e possibile ascoltare le istanze degli abitanti che in quei territori vivono e lavorano. Per quanto concerne Vibo ed il vibonese è necessario e possibile, magari mediante appositi strumenti fiscali, tendere al rilancio produttivo, nonché allo sviluppo del turismo, alla sua destagionalizzazione, alla ripresa delle attività culturali, previa sistemazione delle infrastrutture, quali le strade interne, che favoriscano i collegamenti: Vibo Valentia deve essere messa nelle condizioni di attrarre turisti da ogni dove ed investimenti turistici, produttivi e culturali. Altra specificità denunciano le emergenze crotonesi e del suo territorio: in materia ambientale, sanitaria, culturale ed economica. Occorre, in primo luogo, monitorare le azioni di bonifica dei vecchi siti industriali al fine di scongiurare ulteriori danni ambientali che la città ha subito per decenni. Ma una illuminata visione politica dovrebbe indurre a concertare, con gli Enti locali e con la stessa Eni, il destino di quelle aree, una volta decontaminate. Sul piano delle infrastrutture, occorrerebbe prendere le distanze, una volta per tutte, dalla rassegnazione e da sterili lamentele. La disponibilità di infrastrutture come porto, aeroporto e ferrovia dovrebbe ispirare uno sviluppo intermodale ricco di potenzialità economiche, oltre che capace finalmente di affrancare il territorio da un isolamento non più sopportabile.

Il dibattito politico si è soffermato quasi interamente sulla Sanità, e lei è un esperto di questo settore. Dal suo punto di vista esiste un piano per renderla migliore? Oppure dobbiamo rassegnarci all'idea che questa vada sempre a peggiorare? Dove ha sbagliato di più Occhiuto?

Certo che sì, esiste un piano per rendere migliore la sanità calabrese: bisogna fare in modo che tutto ruoti intorno al paziente. Per questo è necessario mettere gli operatori nelle giuste condizioni per svolgere al meglio il proprio lavoro. In Calabria possiamo contare su professionisti preparati, fra i più bravi che, però, vengono spesso lasciati soli, senza mezzi e strumenti a fronteggiare situazioni emergenziali. Inoltre, si registrano ritardi che rischiano di frustrare irrimediabilmente il nostro sistema sanitario. Bisogna lavorare da subito sull’annoso problema delle liste d’attesa: esistono gli strumenti giuridici ed economici per contenere i tempi d’attesa entro i limiti previsti dalla normativa: 30 giorni per una visita e 60 giorni per un esame strumentale, se non sono urgenti. Contestualmente bisogna intervenire sulla riorganizzazione dei Pronto Soccorso: non è possibile aspettare ore o giorni su una barella in attesa di una diagnosi o di un posto letto in reparto. I fondi del PNRR, inoltre, per la costruzione delle case di comunità, presidi fondamentali per il territorio e per il decongestionamento degli ospedali, sono ad alto rischio. I Lea risultano del tutto insufficientemente garantiti. Il debito per la mobilità passiva si è accresciuto di oltre 60 milioni di euro. Tale mobilità verso altre regioni è molto alta, anche per chemio e radioterapia e non solo per prime diagnosi. Altra problematica riguarda la mancanza di screening in campo oncologico e deficit nelle prestazioni che riguardano questo specifico settore.

Aree interne, trasporti e turismo che non decolla: una Regione che appare divisa e con distanze evidenti al proprio interno. Dopo anni di tante parole per andare da Crotone a Vibo si impiegano ancora 4h e l'aeroporto principale non ha collegamenti adeguati. È solo una mancanza di visione o è da rivedere come non disperdere le risorse che creano infrastrutture?

Probabilmente entrambe: mancanza di visione e dispersione delle risorse. A mio avviso sono tre quelle sulle quali soffermarsi: la nuova 106, l’Alta Velocità e la viabilità interna. Sono infrastrutture molto importanti per la nostra regione e la sua mobilità, anche perché attraverso una mobilità inadeguata si compromettono anche i diritti, a cominciare da quello alla salute, allo studio ecc. Tuttavia sono temi da approfondire in maniera serena seppur urgente, al fine di stabilire le eventuali priorità e complementarietà.

Quali saranno le istanze più rappresentative che lei porterà all'interno dell'assise regionale se dovesse entrare in consiglio?

Tutto quello che abbiamo ricordato nell'intervista costituisce il canovaccio sul quale lavorare avviando l'attività e l’impegno necessario per inaugurare una stagione istituzionale che, in accordo con le comunità locali e con quanti hanno a cuore la Calabria ed i calabresi, operi con coraggio, visione e libertà.