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05/09/2025 ore 18.12
Politica

Melito Porto Salvo: Tito Nastasi racconta i primi cento giorni da sindaco tra decoro urbano, partecipazione e futuro

VIDEO | Il primo cittadino del comune più grande dell'Area Grecanica fa un bilancio dei primi mesi di attività amministrativa. «Stiamo costruendo insieme una nuova normalità, partendo dai servizi e dalla fiducia dei cittadini»

di Silvio Cacciatore

Tito Nastasi, sindaco di Melito Porto Salvo, è tornato negli studi de ilReggino.it per raccontare i primi cento giorni di un’esperienza amministrativa che ha il sapore della rinascita. Lo aveva detto già in campagna elettorale: bisognava rimettere al centro il senso di comunità. Oggi, a tre mesi e poco più dalla sua elezione, quel messaggio comincia a prendere forma.

«La cittadinanza si è resa da subito disponibile a condividere questa nuova fase» racconta con gratitudine. Dopo anni segnati da instabilità politica, commissariamenti e sfiducia, Melito ha voglia di riscatto. E quella voglia non parte solo dal Palazzo, ma si respira per le strade, nei quartieri, nelle piazze. È un’energia che coinvolge cittadini, dipendenti comunali, consiglieri e assessori. Una direzione chiara: lavorare insieme, senza alibi, senza pause.

Il primo grande banco di prova è stato l’estate. «Siamo partiti a giugno, nel pieno della stagione estiva, e abbiamo dovuto affrontare subito le criticità» spiega Nastasi. Tra queste, una su tutte: il decoro urbano. Non solo una questione estetica, ma un segnale di presenza, di attenzione, di cura.

«Lo spazzamento prima non si faceva affatto. Oggi abbiamo un calendario settimanale pubblicato regolarmente sui social. Abbiamo iniziato un nuovo format, e i primi risultati si vedono». E il segreto? Non bacchette magiche, ma rispetto delle regole, responsabilità della ditta incaricata e coinvolgimento diretto dei cittadini.

A Melito oggi la pulizia non è più un’eccezione: comincia a diventare una prassi, una buona abitudine. Un piccolo cambiamento che, in realtà, racconta molto di una visione più ampia: restituire normalità a una città che troppe volte ha dovuto fare i conti con l’abbandono.

E poi c’è stato il concerto dei Tiromancino, una serata memorabile per tutta l’Area Grecanica, ma anche un momento dal forte valore simbolico. Federico Zampaglione, figlio d’arte legato profondamente a Melito, ha ricevuto la cittadinanza onoraria. «È stata una serata speciale, piena di emozione. Si è sentito a casa. E noi con lui» dice il sindaco. Un evento capace di mettere insieme cultura, identità e riconoscenza, e che lascia intravedere una visione chiara: Melito può tornare a essere attrattiva, ospitale, viva.

I Tiromancino accendono Melito Porto Salvo: Federico Zampaglione torna nel paese d’origine e riceve la cittadinanza onoraria

Anche in ambito culturale si lavora a qualcosa di importante. «Stiamo completando la Casa della Cultura, che ospiterà oltre 5 mila volumi donati da Rocco Familiari. Sarà uno spazio aperto ai giovani, ai lettori, a chi vorrà documentarsi e crescere» racconta con entusiasmo. Un tassello prezioso per una città che vuole investire nel sapere, non solo nei servizi.

Ma è nel sociale che si intravede il cuore più profondo del progetto politico di Nastasi. «Politiche sociali, cultura, giovani, disabili, disagiati, anziani: non esiste comunità senza attenzione per le fragilità». E mentre gli assessori e i funzionari lavorano a pieno ritmo, il messaggio è chiaro: servono progettualità, ascolto, costanza. Non basta governare: bisogna abitare la comunità con cura.

Non mancano gli ostacoli, né gli errori. Il sindaco lo ammette con onestà. «Siamo consapevoli che ci sono difficoltà. Abbiamo fatto anche degli sbagli, ma li correggeremo. E soprattutto, continueremo a chiedere ai cittadini di aiutarci, anche criticando quando serve. Solo insieme possiamo farcela». Nessuna promessa vuota, solo la consapevolezza di un lavoro lungo ma possibile, da affrontare con determinazione e trasparenza.

Melito, oggi, ha un sindaco. Ma, soprattutto, ha ritrovato la voglia di essere protagonista della propria storia. Lo dimostra la biblioteca che nascerà, la città che si riscopre pulita, le notti di musica e memoria, la partecipazione civica che rinasce. Tito Nastasi chiude l’intervista con un invito diretto ai suoi concittadini: «Stateci vicini, aiutateci a fare di Melito un posto migliore. Perché il futuro possiamo scriverlo solo insieme».