Mercure, Laghi dopo la bocciatura della Consulta: «Leggete bene la sentenza, continueremo la lotta per il Pollino»
Il consigliere regionale: «Nessun posto di lavoro a rischio, anche se la centrale a biomasse chiudesse. Reazioni scomposte anche da colleghi che esultano per una vittoria di Pirro»
E' stata giudicata incostituzionale la norma che imponeva alle centrali a biomasse, all’interno delle aree protette, di ridurre la potenza sotto i 10Mw termici, più nota come "legge Laghi".
Centrale del Mercure, la Corte costituzionale boccia la legge Laghi. Graziano: «Salvato il lavoro di oltre 1500 persone»A stabilirlo è la Corte Costituzionale che ieri ha reso nota la sentenza che, di fatto, cancella l’articolo 14 della legge regionale n.36/2024 della Calabria, ma certamente non senza se e senza ma. L’articolo in questione riguardava le altre aree protette calabresi, introducendo quanto previsto nel Piano del Parco Nazionale del Pollino, in cui è previsto il contingentamento della potenza delle centrali a biomasse nell’area del Parco più grande d’Italia. Piano del Parco che, dopo la sua recente approvazione anche da parte della Regione Basilicata, entra finalmente in vigore, dopo oltre 30 anni di attesa.
La “legge Laghi” solo indirettamente tirava in ballo la mega centrale del Mercure, situata nel cuore del Parco del Pollino e oggetto da ben oltre venti anni di proteste e mobilitazioni popolari da parte degli abitanti della Valle. Alla centrale sono addebitati i danni provocati in passato e i rischi - collegati all’incenerimento di 350.000 tonnellate di alberi all’anno e alle emissioni di centinaia di TIR adibiti al trasporto delle biomasse - per la salute dei residenti, a causa dell’emissione di sostanze nocive derivanti dai processi di combustione.
«Parchi da preservare, ma no a divieti assoluti sulle Centrali a biomasse»: ecco la sentenza che salva il Mercure"Al di là delle scomposte reazioni di alcuni, tra cui qualche disinformato collega Consigliere regionale, - commenta Ferdinando Laghi - la sentenza, per chi ha avuto la cura di leggerla, apre prospettive assai interessanti per le aree protette. Prospettive che, certo, non possono essere oscurate dalle miserabili e consuete bugie su assai presunte migliaia di posti lavoro a rischio e su uno sviluppo di un Parco Nazionale “sostenuto” da un mega impianto industriale.
In ogni caso, se anche la centrale chiudesse i battenti domani - continua Laghi - i posti di lavoro a rischio sarebbero pari a zero! L’enorme deficit di biomasse da parte delle altre centrali calabresi, che costringe all’importazione da aree lontane o lontanissime di molte centinaia di migliaia di tonnellate di legname l’anno, resterebbe deficit, anche assorbendo totalmente le biomasse destinate alla centrale del Mercure. Senza dimenticare che quelle raccolte localmente rappresentano solo un’esigua percentuale delle biomasse necessarie al funzionamento della centrale. Le fandonie, poi, su uno sviluppo industriale pesante, definito "sostenibile", in un Parco Nazionale che ha la sua ragion d’essere in tutt’altro ambito, quello della tutela dell’ambiente e della biodiversità, si commenta da sè”.
“In ogni caso, gli spunti, importantissimi, della sentenza, che a mio modo di vedere è una classica “vittoria di Pirro”, sono tanti e confortanti – entra nel merito Laghi -. In primo luogo, viene sottolineata l’importanza prioritaria della tutela delle aree protette e dell’ambiente in generale, anche sulla base del più volte richiamato articolo 9 della Costituzione, nella sua più recente formulazione che gli attribuisce il rango legislativo più elevato, cioè quello costituzionale.
Ma anche la potestà legislativa riconosciuta alle Regioni di individuare aree idonee e non idonee per impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, con la specificazione che le biomasse, per le loro caratteristiche climalteranti derivanti dalla combustione, devono indurre a particolare cautela, anche nell’ambito delle stesse Fonti di Energia Rinnovabile (FER). Lo stesso strumento utilizzato nella “norma Laghi” - conclude il Consigliere-, cioè una legge piuttosto che un atto amministrativo, è stato giudicato dalla Corte utilizzabile, seppur a determinate condizioni.
In definitiva penso si possa dire che la Corte Costituzionale abbia “apprezzato” lo spirito della legge, pur non condividendone le modalità di realizzazione. Ne prendiamo atto e ne faremo tesoro – termina il Consigliere Laghi -, certo è che l’impegno per la tutela della salute, dell’ambiente e dello sviluppo vero e duraturo della Calabria, secondo le vocazioni della nostra terra, continuerà con rinnovato slancio”.