Niente social né invettive: per l’inchiesta su Oculistica il commissario alla Sanità Occhiuto preferisce il silenzio
Nemmeno un reel o l’annuncio di costituzione di parte civile nell’eventuale processo. Eppure il Tribunale di Catanzaro contesta agli indagati (fra cui uno stretto collaboratore del presidente) il reato di truffa ai danni del Servizio sanitario regionale ovvero a danno di tutti i calabresi
Questa volta nessun video. Nessuna dichiarazione con parole di fuoco del tipo “vermi”, ”vigliacchi”. Nemmeno la solita dichiarazione “chi ha sbagliato deve pagare”. Roberto Occhiuto è rimasto in un tombale silenzio. Eppure ricopre le vesti oltre che di presidente della giunta regionale anche di commissario alla sanità. Eppure i reati contestati dalla Procura della Repubblica di Catanzaro nei confronti del primario di Oculistica della Dulbecco e di altre undici persone sono davvero odiosi. Perché l’ipotesi contestata dagli inquirenti è che i cittadini pagavano visite in strutture private a dei medici, per essere poi operati da quegli stessi professionisti in strutture pubbliche. Il tutto saltando bellamente le liste d’attesa, vera piaga del nostro sistema sanitario.
Primario arrestato, il sistema Scorcia attivo anche dopo le perquisizioni del 2023 grazie al caos nei registri di OculisticaEppure il reato che viene contestato è truffa ai danni del Servizio sanitario regionale, quindi soldi di tutti i calabresi, su cui dovrebbe vigilare proprio Occhiuto nelle vesti di Commissario alla Sanità. Non sappiamo, al momento, l’ammontare della truffa. Sappiamo solo che il gip del Tribunale di Catanzaro ha disposto nei confronti di cinque indagati su dodici il sequestro preventivo di quasi un milione di euro. Giusto per avere una proporzione del fenomeno.
Sappiamo anche che i reati, almeno dalle carte trapelate sui giornali e incentrate sui famosi Whatsapp del primario di Oculistica dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Catanzaro, Vincenzo Scorcia, e la sua collaboratrice Maria Battaglia, partono dal 2023, in piena regnanza Occhiuto.
Un altro dato che sappiamo è che fra gli indagati figura anche uno stretto collaboratore del presidente della giunta regionale. Andrea Bruni, cosentino di 38 anni, vero enfant prodige della sanità calabrese (a leggere il suo curriculum), è infatti anche consulente del presidente. A lui Occhiuto ha affidato il compito di “supportarlo e coadiuvarlo nell’azione di raccordo politico istituzionale con il Sistema delle Conferenze Stato Regioni, con particolare riferimento all’ambito socio assistenziale sanitario”.
L’incarico è partito il 22 novembre del 2022 e a quanto sappiamo è tuttora in corso (sia pure a titolo gratuito salvo il rimborso delle spese di missione).
Su tutto questo Occhiuto così giustamente loquace nel bacchettare le distorsioni che si verificano in Calabria non ha detto una sola parola, nemmeno quella di circostanza dell’annuncio di costituzione di parte civile della Regione nell’eventuale processo.
Molto più duri di lui sono stati i suoi alleati. Uno su tutti: Pietro Molinaro, presidente di FdI della commissione regionale anti ‘ndrangheta, che ha parlato di atteggiamenti che non si possono tollerare: «È il momento di agire con determinazione: non possiamo lasciare che siano solo la magistratura e gli organi inquirenti ad accorgersi e intervenire». Occhiuto, come dicevamo, è rimasto zitto. Dalla Cittadella si è levata solo la voce di Gandolfo Miserendino, direttore generale di Azienda zero, che ha suonato un po’ come il cavolo a merenda. «Dopo decenni di immobilismo – con le prenotazioni per le visite mediche che venivano prese solo telefonicamente e senza alcun coordinamento tra le diverse Aziende sanitarie – la Regione Calabria - ha detto - su input del presidente Roberto Occhiuto, ha creato un Centro unico di prenotazione – Cup Unico – all’avanguardia e in linea con le migliori pratiche nazionali. Prima c’era il caos, da qualche anno invece in Calabria si prenotano le visite mediche come nelle altre Regioni del Paese, con un sistema digitale e integrato, con controlli e trasparenza, con le Asp e le Ao che dialogano tra loro».
Giornata infuocata in Cittadella: perquisizioni e verifiche della Gdf sulla sanità, nel mirino autorizzazioni e accreditamenti«È ovvio – conclude il dg di Azienda Zero – che questo processo, nato circa due anni fa, sia ancora in divenire, e che possano esserci azioni o comportamenti non ancora sotto la lente d’ingrandimento dei nostri sistemi di controllo, ma far finta di non vedere gli enormi passi in avanti fatti non è intellettualmente onesto».
Il sistema scoperto da Catanzaro però, pare, sia andato avanti per anni e se non era per la magistratura, come ammette Molinaro, difficilmente sarebbe venuto alla luce. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa Occhiuto, ma prima che il presidente potesse intervenire sulla vicenda, un’altra bufera si è abbattuta sul Servizio sanitario regionale con la Guardia di Finanza che ha fatto visita approfondita sia al Dipartimento Salute sia a quello Economia.
Anche in questo caso chi ha sbagliato pagherà?