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18/10/2025 ore 12.05
Politica

Nuovo ospedale di Cosenza, parla Guccione: «Mentre i sindaci litigano, la Regione va avanti: c’è la gara per la progettazione»

L’ex consigliere regionale del Pd definisce fuffa le polemiche sull’individuazione del sito: «Serve un tavolo per capire dove realizzare anche il nuovo hub al posto dell’Annunziata. I soldi ci sono, se non realizziamo due nosocomi come a Catanzaro non riusciremo a migliorare l’offerta sanitaria»

di Massimo Clausi

Si sta accendendo un intenso dibattito a Cosenza sulla costruzione del nuovo ospedale. Un confronto che vede contrapposti sindaci dell’area urbana e ha visto la nascita di un comitato spontaneo di cittadini che definisce l’ipotesi di realizzare il policlinico ad Arcavacata in Rende come uno scippo per la città di Cosenza. Tutte queste chiacchiere per Carlo Guccione, della direzione nazionale del Pd, sono semplicemente fuffa. «Mettersi a litigare su dove fare l'ospedale è riduttivo».

In effetti mentre i territori litigano, la Regione procede avendo già deciso. Il 19 settembre scorso, con la determina numero 36, il commissario delegato per l’edilizia sanitaria della Regione Calabria ha dato avvio alla procedura di gara ad inviti per la realizzazione del Progetto Fattibilità Tecnico-Economica del Nuovo Ospedale di Cosenza - ubicato nel Comune di Rende (CS) alla località “Arcavacata”. L’importo complessivo della gara è di 17.456.464,16 euro oltre cassa professionale e IVA. I termini per la presentazione delle offerte scadono a breve. Sembra insomma la pietra tombale sul dibattito politico in corso, anche perché nella determina il policlinico viene individuato come nuovo ospedale di Cosenza.

E’ la fine delle discussioni?

«Io credo di no perché l'avvio di un policlinico aumenta l'offerta sanitaria e la qualifica però questo non può essere fatto annullando l'hub di Cosenza. D’altronde le funzioni sono diverse. Cosa fa un policlinico? Un policlinico, questa è la definizione tecnica, è attività assistenziale con funzioni didattiche e di ricerca collegata a una facoltà di medicina Quindi se dobbiamo fare un policlinico è giusto che si faccia all'università della Calabria ma questo non significa che questo sostituisce l'hub, che è un ospedale i cui servizi sono di alta complessità e che è supportato e collegato con il sistema degli ospedali spoke».

Sì, ma i soldi ci sono?

«Guardi, quello che manca alla Calabria non sono le risorse, quello che manca alla Calabria è la capacità di realizzazione. Noi abbiamo anche un esempio a noi vicino. Catanzaro ha un policlinico e un ospedale civile che è un ospedale hub. Non dimentichi che noi siamo la più grande provincia della Calabria come estensione e come popolazione, ne rappresentiamo quasi il 42%. Abbiamo 328 milioni di migrazione verso altre regioni del nord, 70.000 calabresi nel 2024 sono andati a curarsi fuori regione; sia Agenas, sia Gimbe. checché ne dica Occhiuto, dicono che nel 2025 la migrazione sanitaria calabrese è aumentata, supereremo forse il tetto dei 350 milioni Questo accade per tanti motivi. Il primo è che abbiamo il più basso rapporto di posti letto per acuti ogni 1000 abitanti quindi non ci sono posti letto. Facciamo un esempio sull’hub di Cosenza: 325 posti in meno rispetto a quelli che ci dovrebbero essere; ma così anche lo spoke di Castrovillari su 223 ne ha 93 aperti, ne mancano più della metà. Quando parliamo di posti letto non decretati stiamo dicendo che ci sono persone che stanno nel pronto soccorso o che rinunciano addirittura alle cure perché non trovano un ricovero, c'è un abbandono di persone che non trovano una risposta sanitaria. Allora il primo problema da risolvere è quello dei posti letto».

Lei dice che i soldi per fare due ospedali ci sono…

«Sì, il problema è un altro è dove fare il nuovo Hub. Sappiamo che c’è lo studio di fattibilità che individuava come sito ideale Vaglio Lise. Però l’Autorità di Bacino Meridionale, che è quella che sovrintende al rischio ideologico, ha classificato quell'area ad alto rischio. So che la Regione ha fatto ricorso contro queste prescrizioni, ma per il momento sono in vigore e quindi l’area è inedificabile».

E quindi?

«C'è questa inibizione idrogeologica, allora dobbiamo trovare una nuova soluzione tecnica. I soldi si trovano, perché l'Inail sta investendo in tutta Italia, anche in Calabria, sulle strutture ospedaliere. Per l'Inail è un investimento perché diventa proprietario dell'ospedale e noi paghiamo il mutuo. Allora c'è la possibilità di fare tutte e due le cose altrimenti sarebbe una soluzione a perdere invece noi dobbiamo tenere l'Hub che fa alcune funzioni sanitarie e ospedaliere e il Policlinico che fa altro. Solo così miglioreremo l'offerta sanitaria».

Ma lei cosa propone?

«Cosenza ha 150 comuni, 700mila abitanti e una forte emigrazione da questa provincia verso altre regioni. Il punto è che bisogna uscire dalle polemiche, dalle chiacchiere e si faccia un tavolo presso la Regione per vedere se è possibile studiare un'ipotesi di questo tipo. A Catanzaro c'è già, non è che stiamo inventando qualcos'altro di diverso. Catanzaro è una provincia molto più piccola di Cosenza, ma lì conviene un Hub e un Policlinico. Immaginate se non ci sono le condizioni a Cosenza per un'operazione di questo tipo. Ma ci vuole la volontà politica, il tempo della propaganda e della campagna elettorale è finito, ci sono vincitori e vinti. Oggi però dobbiamo far uscire la Calabria da questa situazione. i maggiori istituti di ricerca che si occupano di sanità ci dicono che i dati sono drammatici dal punto di vista sanitario. Anche per quanto riguarda i tempi di realizzazione del Pnrr, penso alle Case della salute e Casa di comunità. Allora è necessario dare una spinta a questa situazione altrimenti il rischio qual è? Che la fuoriuscita dal commissariamento non sia una buona notizia, nel senso che usciamo dal commissariamento ma manteniamo gli stessi problemi e la stessa inefficienza nell’offerta sanitaria. C'è questa opportunità ma va colta...».

E come?

«Attraverso l'introduzione di un tavolo regionale in cui si siedono tutti i soggetti quali il Comune di Cosenza e altri. Serve lavorare, senza mettersi a polemizzare e verificare la volontà politico-istituzionale della Regione. L'unico modo per farlo è che si instauri questo tavolo di confronto ma anche di decisione. Serve la volontà politica, serve il parere dei tecnici. Per me Vaglio Lise è logisticamente idonea, ma se dovessero persistere i vincoli idrogeologici, che sono stati richiamati nello studio di fattibilità commissionato da Occhiuto, va individuato immediatamente un altro sito. Bisogna fare in fretta però. si tratta di sedersi a un tavolo e decidere tempi, modi, risorse e di verificare attraverso i tecnici l’ubicazione più idonea».