Occhiuto indagato, la difesa del governatore in Cittadella: «Mi sento stuprato ma sono pronto a combattere. E mi ricandido»
Il governatore incontra i giornalisti e chiede scusa per la mancata partecipazione a Perfidia. Il suo parere sull'inchiesta: «Forse qualcuno vuole che molli... ma non voglio fare il complottista». E sugli incarichi a Posteraro: «Non sapevo nulla di quello in Fdc»
Dopo l’intervista di Nicola Porro in Quarta Repubblica, Roberto Occhiuto torna sull’inchiesta della Procura di Catanzaro che lo vede indagato per corruzione assieme almeno ad altre due persone, il manager Paolo Posteraro ed Ernesto Ferraro, amministratore unico di Ferrovie della Calabria. Lo fa dalla casa dei calabresi: una sede istituzionale dopo il salotto di Retequattro mentre l’opposizione chiede con forza che chiarisca anche in Consiglio regionale. Il governatore, che aveva chiesto di essere sentito «al buio» dai magistrati dopo aver ricevuto l’avviso di proroga delle indagini, ha deciso di uscire allo scoperto dopo che alcuni dettagli dell’inchiesta sono stati riportati dalla stampa. E ha spiegato, nella trasmissione Mediaset, di non aver mai nominato direttamente alcuno dei suoi soci: il riferimento è a Paolo Posteraro, oggi segretario particolare della compagna di Occhiuto, Matilde Siracusano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, e già consulente di Ferrovie della Calabria (scelto da Ferraro mentre i due erano soci nell’azienda Ytam, prima di proprietà di Occhiuto) e amministratore dell’Amaco (nominato dall’ex sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, fratello del governatore).
L’intervista tv ha anche avuto toni accesi, con il presidente della giunta regionale che, sul finale è esploso: «Vorrei concentrarmi sul governo di una regionale complicata come la Calabria e invece devo pensare a queste stronzate». Nella chiosa un avviso ai naviganti: «Non mi farò distruggere politicamente, su di me decideranno gli elettori quando mi ricandiderò».