Occhiuto e Salvini faccia a faccia, il governatore (dimissionario) orgoglioso del sostegno del leader leghista: «Mai un ministro come lui»
Il presidente dimissionario va alla cena del Carroccio a Reggio e passa dal «non moriremo mai salviniani» alla riconoscenza per la lealtà dimostrata dal vicepremier. Intanto si accende la competizione interna in vista della composizione delle liste: la lega punta a quattro seggi
L’incontro c’è stato. Matteo Salvini, tra i primi ad esprimersi dopo l’annuncio delle volontà di dimettersi del presidente della Regione, ha incontrato Roberto Occhiuto. L’ha fatto a margine di una cena già organizzata in un noto hotel del centro di Reggio Calabria, dove ad attenderlo c’erano gli eletti, i consiglieri regionali uscenti e una selezionata manciata di militanti e aficionados.
Questa mattina la domanda, rituale, da parte dei giornalisti, accorsi all’incontro leghista di Santa Trada per festeggiare l’ok del Cipess che spalanca le porte al progetto definitivo della megaopera, è tornata in più passaggi, e Salvini che aveva provato a non farsi rubare la scena dalle dimissioni di Occhiuto – un po' come avvenuto agli Stati generali del Sud di FI - aveva provato a non parlarne, rimandando il tutto ad un’altra occasione. «Oggi siamo qui per il Ponte, delle regionali ne parleremo fra qualche giorno», ha detto, sapendo di stare nello stesso momento aprendo la campagna elettorale della Lega.
«Stiamo preparando le liste più forti possibile per portare la Lega ad essere il primo partito in Calabria», ha quindi detto con un sorriso. «Mi si può dire che questa è una ambizione eccessiva, ma anche il ponte lo era. Sono convinto che donne e uomini della Lega possono portarci ad essere il partito che rappresenta la maggioranza dei calabresi. Occhiuto ha fatto una scelta coraggiosa ed ha la mia fiducia».
Chi c’era alla cena di mercoledì sera non nasconde la tensione palpabile tra i leghisti calabresi all’interno della sala in cui Salvini e Occhiuto, sorseggiando vino bianco, sembravano due vecchi amici seduti al bar. Certo, Occhiuto ha usato parole al miele con il leader del Carroccio, passando dal “non siamo mai stati e non moriremo salviniani” del 2019 alla riconoscenza di oggi: «rispetto alla ripartenza, la Calabria si aspetta tanto dalla Lega – è il ragionamento di Occhiuto – e sono orgoglioso per il sostegno ricevuto da Salvini». D’altra parte quando ha preso la parola il presidente dimissionario si è assistito, giurano i presenti, ad un intervento intriso di elogi al «leale» Salvini, descritto come «il miglior ministro della storia per la Calabria» visto che «nessuno prima di lui ha fatto tanto per noi».
Ma mercoledì sera si celebrava l’orgoglio leghista, che si rilancia con l’aspettativa di vincere, «arrivando primi» alle regionali di ottobre. Sfida lanciata anche dal responsabile del Carroccio calabrese Filippo Mancuso che proprio ieri ha indicato nel 12 ottobre la data utile per le prossime regionali. Il suo intervento a Santa Trada è uno spot per il Ministro e per il partito, a testimonianza del fatto che nella Lega sono tutti impegnati a migliorare l’ultimo dato elettorale. Il presidente del Consiglio regionale Mancuso lo sottolinea facendo riferimento alle «tante opere che danno motivo di credere che ormai è chiaro il fatto che la Lega non è un partito del Nord». A dimostrarlo ci sarebbe «l'impegno economico, l'impegno su questo territorio, e la venuta in Calabria di tanti ministri della Lega».
Ma la Lega a queste latitudini non si è mai fatta mancare fibrillazioni interne. Matteo Salvini ne è cosciente, conosce gli ambienti calabresi, e non ha nascosto qualche sua preoccupazione in merito: «Io mi aspetto tanto dalla Lega in Calabria, ma non create problemi tra di voi». In realtà, giurano i soliti ben informati, la guerra per un posto al sole è già in atto e un po' tutti sono alla ricerca degli equilibri necessari tra le tre circoscrizioni elettorali calabresi. L’ambizione di Salvini e del Carroccio d’altra parte è portare a quattro i seggi all’interno di Palazzo Campanella, anche se resta da capire dove ne potrebbero scattare due. Mancuso l’ha praticamente detto, senza infingimenti, che lo vorrebbe appannaggio di Catanzaro, in modo tale da intraprendere una nuova esperienza personale, ma questa volta in giunta. D’altra parte a Cosenza pochissimi mettono in dubbio la conferma di Katia Gentile, mentre nel Reggino la scena è polarizzata dall’uscente Giuseppe Mattiani anche se Pino Gelardi non molla la presa e spera di poterla spuntare in qualche modo, affidandosi a Durigon che però a suo tempo ha scelto proprio Mattiani per guidare la segreteria provinciale.
Insomma i giochi sono solo all’inizio ma bisognerà fare in fretta visto il poco tempo a disposizione.
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