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07/10/2025 ore 06.15
Politica

Occhiuto fa all in e vince prima del voto: la mossa delle dimissioni e il caos nel centrosinistra (che sbaglia tutto)

Difficile in un solo mese costruire un progetto credibile: in questo Pasquale Tridico si è sacrificato per la coalizione.  La sua campagna elettorale però sul finale ha sfiorato il grottesco fra promesse di abolizione del bollo auto e assunzioni di forestali

di Massimo Clausi

Un dato è certo: Roberto Occhiuto ha vinto le elezioni lo scorso 31 luglio quando ha deciso di dimettersi per poi ricandidarsi. Una mossa che lui stesso ha detto di aver concordato con i leader nazionali ma che ha spiazzato tutti, nemici ed amici. Anche chi all’interno del centrodestra aveva qualche malumore è stato costretto a fare di necessità virtù e mettere a tacere ogni dubbio.

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Ma ad essere presa in contropiede è stata soprattutto l’opposizione. Il centrosinistra calabrese, affetto da una letargia atavica, ha dovuto in fretta e furia trovare un candidato e un programma. Su questo ha ragione Roberto Occhiuto quando dice che in fondo hanno avuto quattro anni per organizzarsi. Ma degli anni precedenti c’era ben poco. L’ultimo candidato Amalia Bruni, scelta anche lei in zona Cesarini dopo diversi patemi, aveva promesso di impegnarsi nel riorganizzare il centrosinistra. Di questo lavoro però non c’è traccia. Il pericolo è che anche in questo caso succederà lo stesso se Pasquale Tridico se ne dovesse tornare a Bruxelles. Insomma uno schema che si ripete con Tridico che è stato tirato per la giacchetta e ha deciso di sciogliere le riserve solo all’ultimo.

DIfficile in venti giorni scrivere un programma credibile e costruire liste competitive. Soprattutto se dall’altra parte ci sono campioni di preferenze e l’apparato regionale in mano. Qualcuno si era illuso con le manifestazioni Pro Pal che hanno portato in piazza migliaia di persone, confondendo un’angoscia collettiva e trasversale con elettori di sinistra. Lo staff di Tridico poi ci ha messo il resto con una campagna elettorale che negli ultimi giorni ha assunto i toni del grottesco fra promesse di abolizione del bollo auto e quelle di migliaia di assunzioni nell’ambiente. Ma quale ragazzo calabrese sogna di diventare, un giorno, forestale? Anche su questo ha ragione Roberto Occhiuto quando dice che la narrazione del centrosinistra non risponde alla Calabria di oggi. Molto più efficace quella del presidente uscente che è riuscita a distogliere l’attenzione dai veri motivi per cui i calabresi erano stati chiamati anticipatamente al voto.

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In tutto questo va considerata la pigrizia dei partiti del centrosinistra, il Pd che è quello che dà le carte, su tutti. Si è limitato ad essere spettatore passivo della partita senza riuscire ad imporre ai suoi stessi iscritti di scendere in campo. Possibile che il solo Giuseppe Falcomatà abbia messo la faccia in questa contesa elettorale? Eppure il Pd governa tutte le città capoluogo e molti dei sindaci sgomitavano per candidarsi Presidente. Svanita la carica, svaniti i sindaci. Stessa cosa per tanti giovani amministratori che con la scusa del mancato rinnovamento hanno tirato indietro la gamba. Fratelli d’italia è arrivato a candidare la sottosegretaria agli Interni, Wanda Ferro, nell’altro campo nemmeno un peones.

La sconfitta dice anche che il campo largo, senza un progetto vero, non funziona. Si perde nelle Marche e in Calabria, si vincerà probabilmente in altre regioni come la Toscana dove il centrosinistra avrebbe vinto anche senza M5s e Avs che troppo spesso a livello locale non hanno troppa aderenza con i territori. Certo è indubbio che senza i moderati si perde, visto che il Pd sta cercando una collocazione sempre più a sinistra, ma bisogna anche sapere cosa dire al ceto medio-moderato. In questo senso si colloca il tentativo di Mattero Renzi di costruire una casa che sia riformista non solo di facciata.

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Adesso il centrosinistra deve iniziare daccapo. Magari individuando da subito un possibile capo dell’opposizione che possa costruire un progetto credibile, quelle che Tridico ha definito politiche industriali per lo sviluppo della Calabria di cui nessuno ha parlato in campagna elettorale.

Per quanto riguarda Occhiuto ha vinto su tutta la linea. Ha incassato il traguardo storico di essere l’unico presidente riconfermato nella storia del regionalismo calabrese, lo ha fatto con percentuali bulgare. Lo ha fatto costruendo con intelligenza liste che si è disegnato su misura. Adesso andrà a Roma a rivendicare il grande risultato di Forza Italia che resta primo partito, soprattutto se si sommano i risultati delle tre liste (Forza Italia, Forza Azzurri e Lista Occhiuto) che si richiamano al partito di Tajani. Per lui può sembrare tutto in discesa. Ma deve stare attento agli equilibri interni della coalizione perché un vecchio adagio dice che in politica va bene vincere, ma stravincere può essere pericoloso.