Occhiuto indagato, la minoranza chiede un confronto in Consiglio regionale che rischia di finire in uno scontro forcaioli-innocentisti
Il presidente sui social, nell’intervista a Rete4 e nella conferenza stampa ha già detto tutto quello che sapeva: obiettivamente poco. Lui stesso dice che gli sono state notificate solo due paginette per la proroga indagini. Il dibattito rischia di avvitarsi
È in agenda per il prossimo mercoledì, alle 11,30, una nuova seduta del consiglio regionale. Fra i vari punti all’ordine del giorno se ne aggiungerà un altro che riguarda proprio la vicenda giudiziaria che coinvolge il presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto. Ieri infatti hanno depositato una richiesta di inserire all’ordine del giorno una informativa del Presidente sull’inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro.
La richiesta è firmata dai consiglieri: Davide Tavernise (Movimento 5 Stelle), Domenico Bevacqua (Partito Democratico), Antonio Maria Lo Schiavo (Misto), Ernesto Francesco Alecci (Partito Democratico), Amalia Bruni (Partito Democratico), Francesco Antonio Iacucci (Partito Democratico), Raffaele Mammoliti (Partito Democratico) e Giovanni Muraca (Partito Democratico). In totale sono otto consiglieri. A norma di regolamento per l’inserimento di un ordine del giorno serve la richiesta di un terzo dell’aula ovvero sette esponenti. Qui siamo ad otto e quindi l’ordine del giorno dovrebbe tenersi.
Il punto è capire cosa può dire il presidente Occhiuto su questa vicenda, oltre quello che ha già detto in televisione e in conferenza stampa. Nella richiesta i consiglieri scrivono che è stato lo stesso Presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, a rendere pubblica l’esistenza di un’indagine a suo carico da parte della Procura della Repubblica di Catanzaro per ipotesi di reato di corruzione; tale vicenda, per la sua rilevanza istituzionale, ha suscitato e continua a suscitare attenzione e preoccupazione nell’opinione pubblica e nella comunità calabrese; il Consiglio regionale, quale massima espressione della rappresentanza democratica, ha il dovere di essere adeguatamente informato su fatti che riguardano il Presidente della Giunta e che possono avere ripercussioni sull’immagine e sul funzionamento delle istituzioni regionali.
Occhiuto indagato: «Sarò sentito in Procura entro luglio. Non credo ai complotti, ma continuo a non essere sereno»L’opposizione però sembra arrivare un po’ tardi. Cosa può aggiungere Occhiuto? Ricordiamo che per sua stessa ammissione ha ricevuto ufficialmente soltanto la notifica di proroga delle indagini emanata dalla Procura. Due foglietti, li ha definiti Occhiuto, dai quali non si può evincere nulla.
Più corposi, invece, sono stati i decreti di perquisizione notificati agli altri due indagati, Paolo Posteraro e Ernesto Ferraro, presumibile fonte della fuga di notizie pubblicate dai giornali nazionali.
Del resto lo stesso Occhiuto ha dovuto fare un imbarazzante dietro front. Nel video e nell’intervista a Rete Quattro aveva chiesto di essere ascoltato subito dai magistrati. Poi ha capito che in assenza di contestazioni formali poteva solo rendere dichiarazioni spontanee che potevano solo essere utilizzate eventualmente contro di lui visto che la Procura non sarebbe stata così poco accorta da scoprire le carte dell’indagine e allora ha detto che verrà ascoltato in luglio, quando probabilmente le indagini saranno chiuse e allora Occhiuto non parlerà “al buio” per usare un suo stesso termine. Insomma al momento potrebbe riferire solo su ipotesi e indiscrezioni.
Ma l’opposizione vuole che venga lo stesso a riferire in aula, soprattutto per quello che prevede il regolamento del consiglio regionale ossia che al termine dell’informativa segua un dibattito consiliare. Ma questo sarà utile ai calabresi o si assisterà a un dibattito senza succo con la maggioranza ipergarantista e l’opposizione magari un po’ forcaiola? Ben altri sono i dibattiti che servirebbero alla Calabria.