Occhiuto vuole prendersi Forza Italia dopo le Politiche mentre i suoi minimizzano: «Noi una corrente? No, è roba vecchia…»
Crescono attesa e timori nel partito per l’evento del 17 dicembre a Palazzo Grazioli. L’organizzatore Ruggieri: «È solo un convegno». Ma la piattaforma programmatica c’è già. E nel parterre sono attesi l’ad di Tim e il presidente di Mps (oltre a Nicola Porro). La scalata è partita
Prima regola quando si crea una corrente all’interno di un partito: non dire mai che sta per nascere una corrente. Seconda regola: sminuire, ridimensionare, tranquillizzare i vertici di quel partito. Per ora In libertà, l’iniziativa di Andrea Ruggieri, berlusconiano della prima ora ed ex responsabile della comunicazione televisiva di Forza Italia, rispetta perfettamente i canoni. C’è il protagonista della ventilata Opa su Fi, il governatore della Calabria Roberto Occhiuto. Ci sono i rumors – anche quelli ridimensionati nella serata di ieri («massima sintonia tra Tajani e Marina Berlusconi») – e le dichiarazioni dei fedelissimi anonimi del presidente della Regione che, pure loro, tendono a tranquillizzare: «Una nuova corrente? Ma quella è una parola del secolo scorso...».
Forza Italia, i Berlusconi sarebbero pronti a sostituire Tajani con Occhiuto: la "bomba" di DagospiaE invece non solo nasce una corrente ma i retroscena offrono anche – con le parole più paludate possibili – un orizzonte temporale per la scalata azzurra. L'idea di Occhiuto, ragionano fonti interne del partito, è dare un contributo sempre più significativo a livello nazionale. Valutazioni di altro genere saranno d'attualità solo più avanti. Magari dopo le elezioni politiche, che apriranno la fase verso l'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Insomma, i retroscena si gonfiano dopo le anticipazioni dei giorni scorsi (Dagospia, il Fatto Quotidiano e, ancora prima, la trasmissione di LaC Tv Perfidia).
Intanto Ruggieri si muove con discrezione ma senza lesinare messaggi anche simbolici. Palazzo Grazioli, storica dimora romana di Silvio Berlusconi e oggi sede della stampa estera, tornerà a ospitare il 17 dicembre l’appuntamento che catalizza da qualche giorno l’attenzione della politica: «È un semplice convegno – dice –. Se voleva essere un’adunata di popolo o qualcosa di correntizio, sceglievo un altro luogo, assai più capiente, visto il numero di richieste di partecipazione che stiamo ricevendo...». Ecco, il parterre: altro aspetto da non sottovalutare mai. Tra gli ospiti annunciati, oltre a Occhiuto, figurano l’ad di Tim Pietro Labriola, il presidente di Mps Nicola Maione e il giornalista Nicola Porro. La scaletta, al momento, resta work in progress, con qualche sorpresa ancora riservata. Il titolo, “In libertà – Pensieri liberali per l’Italia” è già un piccolo manifesto politico (nei giorni scorsi Occhiuto ha chiesto a Meloni di osare di più proprio su inclusione e liberismo). E nemmeno la scelta della location è casuale: «La scelta è caduta su palazzo Grazioli – dice sempre Ruggieri – perché io vengo da lì e mi si concede il privilegio di tornarci per ricordare chi certi valori, specialmente quelli liberali, li ha predicati, e incarnati, facendone per molti di noi un vocabolario, secondo me, dimenticato». Perché proprio Occhiuto? Perché «fatti alla mano mi sembra che l'unico che declini concretamente questi valori sia lui. Da qui l'invito al presidente della Calabria che sta riscuotendo molto apprezzamento».
Forza Italia, i Berlusconi sarebbero pronti a sostituire Tajani con Occhiuto: la "bomba" di DagospiaUna lettura condivisa anche dai più stretti collaboratori del governatore: «Nessuna intenzione di fare qualcosa contro qualcuno ma solo la volontà di offrire un'altra prospettiva, un altro orizzonte, per il partito». Un messaggio che sembra guardare al futuro, al ruolo che Occhiuto potrebbe avere nel plasmare una nuova stagione liberale all’interno del partito, senza sfociare per ora in un’aperta sfida interna.
Il convegno punterà sulla centralità di un liberalismo aggiornato ai tempi odierni, con attenzione ai giovani, alla produttività, ai salari e alla riduzione dell’invadenza dello Stato: «È un convegno sul fatto che in una nazione poco per giovani, con produttività e salari fermi al palo da decenni, e una traiettoria anagrafica sfavorevole, quella di un nuovo liberalismo aggiornato ai tempi odierni è l'unica via capace di evitare una prospettiva di povertà per l'Italia e di portarci a una maggiore ricchezza».
Da una minimizzazione all’altra, però, il governatore calabrese sembra muoversi con un progetto chiaro: consolidare la sua voce all’interno del partito, rafforzando la vocazione liberale. Con qualche parola d’ordine già messa sul tavolo: più mercato libero, più attenzione ai diritti civili, più coraggio sulle questioni chiave come l’immigrazione. Forse è vero, non è una corrente: è un programma politico per il Paese.