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16/03/2025 ore 15.04
Politica

Ospedale della Sibaritide, dubbi dal commissariamento del sistema ospedaliero: l’obiettivo è farcela entro il 2026 (per la campagna elettorale)

L’ordinanza che garantisce a Occhiuto ulteriori (super) poteri per la realizzazione dei presìdi programmati da vent’anni, contempla anche quello di Corigliano Rossano, in fase avanzatissima rispetto agli altri. Servirà ad accelerare le procedure per arrivare in tempo all’appuntamento con le urne?

di Luca Latella

Gatta ci cova? Semplici deduzioni rispetto a quanto denunciato o pure precauzioni di carattere politico? Lo sapremo solo tra qualche mese. Sta di fatto che l’ordinanza della protezione civile che individua il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, quale commissario delegato per «per l’attuazione degli interventi concernenti il sistema ospedaliero della Regione Calabria, da realizzare nella vigenza dello stato di emergenza dichiarato con delibera del Consiglio dei ministri del 7 marzo 2025», si potrebbe prestare a qualche interpretazione.

Se il governatore ha chiesto – e ottenuto – ulteriori (super) poteri per portare a termine gli ospedali programmati, quindi «la necessità di accelerare le procedure attinenti alla realizzazione degli interventi in ambito sanitario dei nuovi Ospedali della “Sibaritide’, di “Vibo Valentia”, della “Piana di Gioia Tauro”, di “Locri”, e di quelli finanziati dall’Inail per le aziende “Gom Reggio Calabria”, “Asp Reggio Calabria”, “Ao Cosenza”, “Aou Catanzaro”, “Asp Crotone”» evidentemente c’è qualcosa che non quadra. Soprattutto nelle more dell’ospedale della Sibaritide, quello più avanti dal punto di vista procedurale e della costruzione, che si aggira oggi intorno al 35%.
D’altronde, come riferisce Occhiuto nella dichiarazione di emergenza nazionale di protezione civile per il superamento del contesto di criticità del sistema ospedaliero della Regione Calabria, inviata al capo della protezione civile, Fabio Ciciliano – che qualche giorno dopo lo nominerà commissario – «il vigente quadro normativo non consente di perseguire utilmente le priorità di interesse pubblico nel settore delle strutture sanitarie regionali, per cui si rende assolutamente necessario avvalersi di misure eccezionali per superare le oggettive criticità, colmando quindi una carenza sanitaria non più sostenibile».
 

Che voglia giungere alla vigilia della campagna elettorale con – almeno – l’ospedale della Sibaritide da “sbandierare” e magari con qualche altro nuovo nosocomio avviato – come quello di Vibo Valentia – sembra quindi una plausibile teoria. Come lo è l’ammissione dei ritardi nella realizzazione degli ospedali. Il problema potrebbe porsi, però, subito dopo la campagna elettorale: “Bella a’ boiserie, bell’armadio, belle ‘e cassapanche... bello tutto, ma adesso te ne poi annà”, come direbbe il marchese del Grillo all’ebanista Aronne Piperno. Cioè, tagliato il nastro della struttura alla vigilia delle elezioni, ne passerà di tempo – ipotizzabile anche molti mesi – prima dell’entrata in esercizio, che ovviamente è ciò che conta davvero. Legittimo interrogarsi, quindi, sui motivi per i quali il governatore abbia chiesto i superpoteri anche per l’ospedale della Sibaritide, sulla carta, avviato alla conclusione dei lavori. Pura prassi? C’è da augurarselo.

Probabile l’abbia fatto per accorciare i tempi del collaudo, per accelerare quelli relativi alla realizzazione dei sottoservizi, perché oggi l’ospedale della Sibartitide è una bellissima cattedrale nel deserto: servito da una strada interpoderale come apparato viario principale, privo di reti idriche,  senza rete fognaria fino al primo depuratore di Boscarello che andrebbe potenziato, per cui la Regione ha già stanziato 22 milioni extra budget, oltre ai circa 300 già previsti per la realizzazione dell’ospedale dopo l’approvazione della variante che lo proietta al 2025 dopo essere stato inizialmente progettato a metà del decennio scorso. Da queste parti, peraltro, sono ovviamente tutti stanchi di un’altra inaugurazione di spoglie mura dopo quelle degli anni precedenti, guarda caso sempre alla vigilia delle campagne elettorali organizzate per la posa della fatidica prima pietra (un paio di volte) o per la recinzione del cantiere.

Ospedale della Sibaritide, la fine nel 2026 appare come una mission impossible: lavori ancora al 35%

A proposito di cantiere, dalla pancia di contrada Insiti, filtra un certo ottimismo. Dopo l’inchiesta di LaC News 24 che ha provocato anche una riunione urgente tra Regione, il concessionario D’Agostino ed il Comune di Corigliano Rossano, a 48 ore dalla pubblicazione, sembra aleggiare maggiore fiducia rispetto al ritardo di (almeno) sei mesi sulla tabella di marcia, con una tempistica che potrebbe essere recuperata in questi 18 mesi che restano dalla presunta data di consegna, ottobre 2026. Certo è – come accennato – che dalla consegna all’entrata in esercizio ce ne passerà. Da qui le preoccupazioni di tutti. Volendo essere ottimisti, l’ospedale della Sibaritide sarà inaugurato magari in tempo utile alla campagna elettorale. E poi?

Graziano: «Accelerare, ospedali urgenti»

Il consigliere regionale coriglianorossanese di Azione, Giuseppe Graziano, per certi versi sembra porsi gli stessi interrogativi in un diplomatico post pubblicato sui social – nelle sue vesti di rappresentante della maggioranza consiliare – in cui sottolinea come la nomina di Occhiuto serva a «procedere velocemente poiché (gli ospedali) sono dichiarati urgenti, indifferibili e di pubblica utilità». Al contempo sottolinea anche «il grande lavoro silenzioso che sta compiendo il commissario Occhiuto per arruolare personale», a conferma delle incognite a venire.