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18/07/2025 ore 09.52
Politica

Pier Silvio fulmina Tajani, Marina tace ma non lo molla: il Biscione si prepara a mordere Forza Italia

Altro che pace in famiglia: Marina Berlusconi è contraria alla discesa in campo del fratello, ma non lo ostacolerà. Intanto Tajani, umiliato e abbandonato, vede sfumare il sogno quirinalizio tra gli applausi di Cologno

di Luca Arnaù
Pier Silvio e Marina Berlusconi, Antonio Tajani

La resa dei conti tra Arcore e via della Scrofa non è più solo una fantasia da retrobottega politico-mediatico: ora è un copione che si scrive con la penna d’oro di Pier Silvio Berlusconi, inchiostro tracciato sui palinsesti di Mediaset. Nessun faccia a faccia, nessuna stretta di mano: l’attesissimo incontro tra la Cavaliera Marina e Antonio Tajani, programmato per il 14 luglio, è saltato senza preavviso. E non è stato un disguido di calendario. È stato un silenzioso avviso di sfratto.

A volerlo con forza era proprio il ciociaro Tajani, in stato confusionale dopo aver incassato da Pier Silvio tre colpi netti in conferenza stampa: “Bravi tutti, ma servono volti nuovi”. Tradotto: «Antonio, è finita la ricreazione». Il fratellino del Cav non si nasconde più, né dietro l’amore per il piccolo schermo né dietro i sorrisi plastificati. Ha fiutato il vuoto, la debolezza, la ruggine nei meccanismi del partito, e ha deciso che la manutenzione straordinaria tocca a lui.

Marina, da sempre fredda all’ipotesi di vederlo entrare in politica, non ha aperto bocca. Ma è proprio questo silenzio a pesare come un’ombra. Non perché sia sinonimo di dissenso profondo, ma perché significa una sola cosa: se lui ci va, lei non lo fermerà. Lo teme, sì. Teme per Pier Silvio quello che ha vissuto con papà Silvio: le indagini, le Olgettine, le sentenze e la gogna. Ma ha già fatto sapere ai suoi fidatissimi Letta e Bergamin che non lo ostacolerà. Anzi: se toccherà, lo sosterrà.

Il punto è che a scombussolare il Principe del Biscione è stato un altro piccolo segreto di Pulcinella: Tajani ha un sogno, e non è nemmeno più troppo nascosto. Vuole salire al Colle nel 2029. Ha già preso le misure del Quirinale, incensato da Giorgia Meloni che gli ha fatto balenare davanti agli occhi i voti di Fratelli d’Italia. Un sogno? Più un abbaglio.

Perché a Palazzo si mormora che la premier abbia già un altro nome nel taschino: Alfredo Mantovano. L’uomo delle riserve, l’alternativa sobria, il candidato perfetto da calare al momento giusto. Tajani? Come direbbero a Ferentino: ‘n sogno de mezza estate. E intanto a Cologno, Nicolò Querci e Stefano Sala — gli sherpa di Pier Silvio — si fregano le mani: il progetto Forza Mediaset prende quota.

Pier Silvio, raccontano, è esploso proprio dopo aver scoperto le ambizioni quirinalizie dell'ex monarchico: troppo per uno che ha visto il padre sbattere sul Colle come una mosca sul vetro per trent’anni. Perché mai il sogno di Silvio dovrebbe realizzarlo Tajani? E così, d’un tratto, l’ex ministro degli Esteri è diventato il grande usurpatore.

Il partito è ora un campo minato. Gasparri mugugna, Barelli si smarca, Occhiuto sorride a Marina più che a Tajani. E la famiglia, va ricordato, è padrona del simbolo, delle fidejussioni (ben 90 milioni di euro!) e pure del tesoriere: Fabio Roscioli, scelto da Marina in persona. A chi comanda Forza Italia? La risposta è una sola: la Famiglia.

Marina, prudente ma lucida, tiene ancora i contatti con tutti. Parla con i governatori, suggerisce temi (attenzione: no solo Ius scholae!), e richiama Tajani al suo ruolo liberale, non subalterno. Ma sa bene che il fratello sta costruendo una narrazione che ha un solo obiettivo: emulare Papi, ma senza inciampare nei suoi errori.

E mentre il segretario si lecca le ferite, rimuginando sul gelo calato da Giorgia Meloni — nessun commento, nessuna difesa —, i Carabinieri della corte berlusconiana alzano le barricate. L’aria è quella da resa dei conti. A chi sogna il Colle viene sussurrato che si accontenti del Campidoglio. O di un dignitoso silenzio.

Pier Silvio, nel frattempo, è sempre più tentato dal grande salto. Anche se sa che i riflettori della politica sono più crudeli di quelli di studio. E Marina, la sorella che ha sempre detto no, ha già deciso: non sarà lei a spegnere quella luce. Se suo fratello vuole diventare il nuovo Cavaliere, lei sarà lì. A guardarlo. E, forse, a proteggerlo.

Con buona pace di Tajani, che oggi si ritrova con un partito a metà, un leader in panchina e un soufflé alla carota con caviale da digerire. Firmato: Bruno Barbieri? No. Pier Silvio Berlusconi.

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