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29/05/2025 ore 09.34
Politica

Referendum, verso il voto dell’8 e 9 giugno: ecco i quesiti su lavoro e cittadinanza. Oggi Landini in Calabria

Il segretario generale della Cgil farà tappa nel Cosentino e nel Reggino. Schierato anche l’arcivescovo di Cosenza, forze della sinistra, ambienti sociali e cattolici

di Redazione

Manca poco al voto dell’8 e 9 giugno per i cinque referendum promossi dalla Cgil, un appuntamento che promette di riportare al centro del dibattito pubblico i temi del lavoro, della cittadinanza e della giustizia sociale. A pochi giorni dal voto, la campagna entra nel vivo con una mobilitazione nazionale che avrà nel Sud, e in particolare in Calabria, una tappa simbolica e significativa. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, sarà infatti in Calabria giovedì 29 e venerdì 30 maggio per incontrare lavoratori, studenti, amministratori locali e cittadini, e sostenere i “5 Sì per cambiare davvero”.

«L’iniziativa – si legge in una nota stampa del sindacato – si inserisce nel percorso di sensibilizzazione promosso dalla Cgil per il Referendum Lavoro e Cittadinanza 2025, con cui si invitano i cittadini a votare su temi che riguardano la vita concreta di milioni di persone: lavoro, diritti, dignità, futuro». «Una mobilitazione nazionale – ha aggiunto Landini – che qui, nel cuore del Sud, trova radici profonde e ragioni urgenti».

Referendum, i quesiti

I cinque quesiti, depositati dalla Cgil e ammessi dalla Corte Costituzionale, mirano a modificare aspetti chiave dell’attuale legislazione del lavoro e della cittadinanza attiva. Ecco in sintesi di cosa si tratta:

1 –  Abolizione delle norme sul Jobs Act che rendono più facili i licenziamenti nei contratti a tutele crescenti. Il quesito mira a ripristinare le tutele contro i licenziamenti illegittimi nei contratti a tempo indeterminato.

2 – Ripristino della piena responsabilità solidale negli appalti. Si vuole rafforzare la responsabilità delle aziende committenti in caso di violazioni contrattuali e contributive da parte degli appaltatori.

3 – Abolizione delle norme che limitano il reintegro nel posto di lavoro nei casi di licenziamento illegittimo. Il quesito propone il ritorno al reintegro obbligatorio anche per i licenziamenti economici illegittimi, oggi risarciti solo con un’indennità.

4 – Abolizione delle norme che impediscono ai lavoratori di partecipare a cause collettive se non formalmente aderenti a un contratto. Si vuole facilitare l’accesso alla giustizia per i lavoratori precari, atipici e in forme contrattuali non standard.

5 – Abrogazione delle restrizioni al diritto di voto nei referendum abrogativi nazionali per i cittadini italiani residenti all’estero. Il quesito punta a garantire una partecipazione più ampia, eliminando gli ostacoli burocratici e procedurali che penalizzano i residenti all’estero.

Landini in Calabria

Il viaggio calabrese di Maurizio Landini si annuncia come un momento cruciale della campagna. Il programma è fitto e copre due giornate interamente dedicate al dialogo sociale e alla mobilitazione popolare.

Giovedì 29 maggio

Ore 14:00 – Visita al cantiere della SS106 a Villapiana, simbolo delle infrastrutture incompiute del Sud.

Ore 16:30 – Incontro a Cosenza con Mons. Giovanni Checchinato, arcivescovo della città, su lavoro e dignità umana.

Ore 19:00 – Comizio in piazza a Cosenza, tappa centrale della mobilitazione.

Venerdì 30 maggio

Ore 8:30 – Assemblea con i lavoratori nella sede Inps di Cosenza.

Ore 9:30 – Incontro con gli operai dello stabilimento Alfa Gomme, a Piano Lago.

Ore 11:30 – Dibattito con studenti, precari e lavoratori all’Università Magna Graecia di Catanzaro.

Ore 15:00 – Tappa a Polistena, per incontrare i sindaci dell’Area Metropolitana di Reggio Calabria.

Ore 17:00 – Partecipazione all’Agrifest di Taurianova, evento con i giovani della Legacoop.

Ore 18:00 – Incontro pubblico con Simone Gamberini, presidente nazionale di Legacoop.

La campagna referendaria della Cgil e di altre forze di sinistra si configura come una sfida politica e culturale, oltre che giuridica. In un contesto segnato da precarietà, disoccupazione e diseguaglianze crescenti, i promotori sperano di coinvolgere non solo il tradizionale mondo del lavoro sindacalizzato, ma anche giovani, pensionati, cittadini in cerca di una rappresentanza che parli di diritti, coesione e giustizia sociale.

L’appuntamento è per l’8 e 9 giugno, quando gli italiani saranno chiamati a esprimersi su questioni che potrebbero cambiare in profondità il quadro normativo e sociale del Paese. Dal Sud, intanto, parte un messaggio chiaro: «Il lavoro non è una merce, e la dignità non si negozia».